Lucca ricorda Romano Silva a 5 anni dalla morte

18 ottobre 2016 | 08:37
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Lucca ricorda Romano Silva a 5 anni dalla morte

Giovedì (20 ottobre) ricorre il quinto anniversario dalla morte di Romano Silva già presidente della Fondazione Ragghianti e dell’Opera delle Mura di Lucca, membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, socio dell’Accademia lucchese di scienze, lettere ed arti, uno dei fondatori dell’Istituto Storico Lucchese. Fra i meriti dello studioso lucchese la prima schedatura degli organi storici della Provincia di Lucca e la scoperta della Cintura di Santa Zita uno dei più rari e preziosi cimeli dell’oreficeria profana medievale europea.

Una messa di ricordo sarà celebrata giovedì alle 17,30 nella chiesa di Santa Maria Corteorlandini mentre l’Istituto Storico Lucchese annuncia l’imminente uscita del quinto volume degli atti de Il Colore nel Medioevo la serie di convegni internazionali, ideati da Silva e da Enrico Castelnuovo in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa, poi con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, per lo studio della tecnologia e della simbologia del colore nei secoli di mezzo; un tema che ha riunito più volte a Lucca ricercatori, storici, archeologi e restauratori provenienti dalle principali istituzioni museali e dagli istituti di ricerca di tutta Europa. Dopo la laurea con Carlo Lodovico Ragghianti nel 1970 Romano Silva si dedicò all’insegnamento divenendo uno dei più amati docenti di storia dell’arte della città, divulgatore e narratore instancabile, dotato di un umorismo, una leggerezza e un’affabilità che gli fruttarono una platea molto vasta di amici ed estimatori. Non interruppe mai l’attività scientifica dedicandosi soprattutto allo studio di alcuni importanti e problematici monumenti medievali lucchesi ricollegandone la storia e l’importanza al un più ampio contesto europeo, come ad esempio nella monografia La basilica di San Frediano a Lucca. Immagine simbolica di Roma cristiana, Pacini Fazzi 2010. L’eccellente conoscenza di quattro lingue (tedesco, inglese, francese e spagnolo) fu il mezzo con cui ebbe accesso diretto alla letteratura e alla saggistica scientifica straniera e coltivò con facilità rapporti internazionali molto significativi. Proprio nella qualità di traduttore dal tedesco, alla metà degli anni ‘80 attraverso Wilhelm Kurze iniziò la collaborare con il Deutsches Historisches Institut in Rom per essere poi coinvolto sempre più strettamente nelle attività del Kunsthistorisches Institut in Florenz Max-Planck-Institut. In coincidenza con la fine dell’impegno di insegnante di scuola secondaria, dalla fine degli anni ’90 in stretta collaborazione con Max Seidel, ebbe modo di dedicarsi a tempo pieno alla ricerca, realizzando importanti progetti scientifici ed editoriali dedicati alla storia dell’arte documentaria e all’iconografia fra cui il volume miscellaneo Lucca città d’arte e i suoi archivi, Marsilio 2001, Potere delle immagini – immagini del potere: Lucca città imperiale: iconografia politica, Marsilio 2007, tradotto anche in inglese e Gli affreschi del castello della Manta. Allegoria e teatro, Silvana 2011. L’ultimo impegno affrontato fu la traduzione in italiano della monografia in due volumi di Max Seidel dedicata a Nicola e Giovanni Pisano, edita nel 2012 sempre da Marsilio.