Fumetti, Castelli ‘ringiovanisce’ il suo Martin Mystere

Un’entrata in scena teatrale e la sala gremita di fan che tengono in braccio, anche un po’ commossi, uno dei loro numeri preferiti da far autografare. È cominciata così, questa mattina (31 ottobre) nella chiesa di San Giovanni, la presentazione del nuovo Martin Mystere, fumetto nato dalla fantasia di Alfredo Castelli che dagli anni ’80 ad oggi ha cresciuto un’intera generazione e che questa mattina si è presentato con la maschera del suo protagonista. Tornano infatti in edicola dai primi di novembre le avventure del ‘detective dell’impossibile’, primo fumetto italiano a non essere un western, tutte a colori più sfavillanti e dal tocco più cinematografico.
Martin Mystere, a detta dello stesso disegnatore, non ha mai fatto un vero boom come Dylan Dog (anche lui eroe della casa editrice Bonelli), ma a giudicare dai fan in sala è entrato comunque nei cuori della gente, sia adulta che più giovane. A presentare il nuovo numero infatti anche Dario Moccia, famoso youtuber livornese che è cresciuto con i fumetti di Castelli grazie alla passione del nonno che collezionava ogni volume. Luoghi mitici e leggendari ed avventure fantastiche di un uomo che indaga su misteri mai risolti. Martin Mystere rimane sempre lo stesso ma con un tocco più moderno e ringiovanito: un nuovo logo, colori più accesi, una nuova veste grafica, nuovi antagonisti. “Sto invecchiando – dice Castelli – e non permetterò mai che lo faccia anche il buon vecchio Martin. Ho cercato di creare un personaggio autoironico e chiacchierone, proprio come lo sono io. Quando uscì il primo numero negli anni ’80 era più facile avere un target a cui indirizzarlo: quelli erano i tempi in cui la gente era affascinata dalle storie Ufo, dalla fantascienza. Adesso non abbiamo un target preciso, la storia è parallela alle vecchie edizioni ma abbiamo cercato di avvicinare un po’ di più i giovani per riproporlo, per mandare avanti ciò che è stato”. Un numero più colorato e più ‘visivo’, con meno dialoghi rispetto alle primissime edizioni. Ma il vecchio stile, quello che ha spinto le centinaia di persone questa mattina a sedersi in quella sala, di certo non andrà mai perso.