A fumetti la storia della cantante Saharawi Mariem Hassan

1 novembre 2016 | 13:12
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A fumetti la storia della cantante Saharawi Mariem Hassan

Festival, mostre, incontri a Roma nelle aule del Senato. Un’uscita che è andata oltre ogni aspettativa quella delle storie illustrate di Mariem Hassan, la donna saharawi che, dopo una lunga serie di vicissitudini e di intrecci del destino, ha raccontato la sua storia a un radiofonico e giornalista de Il Manifesto, Gianluca Diana, che poi è stata messa su carta dalla fantasia e dall’arte di Andrò Manis. La storia di Mariem la conosceranno in pochi, ma chi la conosce sa che là, tra le dune del deserto africano, vive un popolo abbandonato dal mondo che ha piú forza di ogni carroarmato. In giro per il mondo, o almeno per metà, insieme alla sua orchestra, a cantare le sue storie, le canzoni del popolo Saharawi esiliato ormai dagli anni settanta e costretto a vivere in un campo profughi sotto al sole cuocente del Sahara. Ed è proprio grazie alle sue canzoni che Gianluca Diana, in Alabama, è venuto a conoscenza non solo di questa fortissima donna ma di tutto il popolo. E poi, anni dopo, durante un viaggio a Barcellona ecco che, in un negozio di dischi, il giornalista si ritrova davanti agli occhi lei, Mariem, in posa su di una copertina di un suo album.

“Rimasi talmente colpito da quella voce e da quelle storie – spiega Gianluca Diana – che decisi di mandare in onda alla mia radio alcune canzoni che fecero il giro d’Italia in pochi istanti. Fu lì che decisi di incontarla, di sapere da lei e non solo dalle canzoni la sua storia. Lei me l’ha raccontata e grazie al genio di Andrò Manis adesso la possiamo vedere colorata su carta. Un libro illustrato – continua – e non un fumetto a strisce in modo da poter dire più cose possibili”.
Il volume contiene sei capitoli divisi in decenni, ognuno che, oltre a raccontare un pezzo di vita della donna saharawi, porta anche come titolo i nomi delle sue canzoni.
“Non conoscevo la cultura di questo popolo – spiega ancora il giornalista – ma Mariem mi ha preso per mano e mi ha fatto entrare nella sua storia a piccoli passi. Una donna forte che all’età di 15 anni rifiutó un matrimonio combinato. Non a Roma, non a Lucca ma in Africa, nei lontani anni settanta. Una lunga intervista in cui ho capito la vera potenzialità espressiva di questa donna che già mi aveva incantato con i suoi cd. Purtroppo è scomparsa poco più di un anno fa, come mi ha sempre detto lei ‘le mie canzoni non sono solo mie ma di chi le ascolta. In questo modo la storia del mio popolo sarà tramandata per sempre'”.

Giulia Prete