Photolux, in S. Girolamo l’anteprima dello spettacolo su Vivian Maier

Photolux si avvicina e il festival di fotografia continua a riservare sorprese. Dopo l’annuncio dell’anteprima italiana della mostra di Vivian Maier, la fotografa statunitense è protagonista di un’altra prima, dedicata proprio a Lucca e a Photolux. Sabato (26 novembre), alle 21, al teatro San Girolamo, andrà in scena Gli occhi di Vivian Maier (I’m a camera), scritto, diretto e interpretato da Roberto Carlone, fondatore della Banda Osiris, affiancato alla regia da Caterina Cavallari. Un’anteprima, questa volta mondiale, che Carlone ha voluto riservare proprio a Lucca, prima di presentare il progetto in Francia, nella primavera del 2017.
Sul palco prenderà vita un tempo asincrono e diagonale, dove presente e passato si fondono attraverso le parole dei quattro personaggi, interpretati dal solo Carlone. Incastrato nel tempo presente il visitatore, alla ricerca della mostra dell’artista, racconta di Jay, scaltro e tenace investigatore che, entrato in possesso delle foto di Vivian, ripercorre i passi della fotografa, scoprendone la storia e facendola apparire in carne e ossa. L’artista resta in ombra, come a testimoniare il suo lascito sfuggente e la sua tendenza ad essere, senza apparire. L’edicolante Henry Aldric News, protagonista di uno scatto della Maier del 1954, intanto, si interroga sulla vita della fotografa. Ecco quindi che i diversi momenti di ciascuno dei protagonisti si intersecano e si scambiano, fino a sovrapporsi: progressivamente i quattro personaggi si identificano l’uno con l’altro, lasciando spazio solo alle fotografie. Carlone si muoverà in uno spazio mutevole: prima uno studio fotografico che si trasforma nei grattacieli di New York e di Chicago, poi in un’enorme Rolleiflex, la macchina usata dalla Maier. L’edicola, aprendosi, rivela il bagno della casa di Vivian, diventato a sua volta camera oscura. La scenografia, composta da elementi bidimensionali in bianco e nero, richiama lo stile scarno e immediato della Maier. Lo spettacolo unirà poesia e musica, proiezioni e tecniche diverse, come il videomapping, il diorama e il documentario.
Il progetto si avvale di un team scientifico di collaboratori: Sara Munari, fotografa e insegnante di storia della fotografia, Jeffrey Goldstein, custode e studioso del patrimonio fotografico di Vivian Maier, e Françoise Perron, Association Vivian Maier et le Champsaur. Per ulteriori informazioni sul programma del Festival e sullo spettacolo di Carlone è possibile visitare il sito internet.