“Mary Poppins” al teatro dei Rassicurati con “Chi è di scena”

26 novembre 2016 | 15:23
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“Mary Poppins” al teatro dei Rassicurati con “Chi è di scena”

Torna domani (27 novembre) dalle 16, al Teatro dei Rassicurati di Montecarlo, l’appuntamento con l’ottava edizione del Festival nazionale città di Montecarlo ‘L’ora di teatro – Un sipario aperto sul sociale’ organizzato dalla Fita Comitato provinciale di Lucca in collaborazione con il Comune di Montecarlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Si comincia alle 16 dunque, con il laboratorio ‘Compagnia fuori di classe-associazione genitori scuola primaria Fornaciari’, legato al tema ‘Mary Poppins: una tata speciale’, per le scenografie di Daniel Mugnaini ed il sonoro di Monia Cavani. Lo spettacolo: in casa Banks regna grande confusione perché la governante dei due fratellini molto vivaci si è licenziata. Il padre, non molto ottimista sulle possibilità di successo dei tentativi della sua ingenua moglie, si assume il peso di trovare una soluzione al problema e fa pubblicare un annuncio sul Times. I due fratellini intanto preparano una canzone sulla quale scrivono come desiderano la governante. Di giorno puntualmente alle ore 8 una lunga fila di nuove tate attende di venir esaminata dal signor Banks. Richiamata da una bizzarra petizione dei due piccoli scende dal cielo una ragazza, la quale si presenta al padre e, dopo averlo sottoposto a delle domande, senz’attendere di essere a sua volta interrogata, gli comunica che metterà alla prova tutta la famiglia per una settimana, dopo di che deciderà se accettare o no il posto. Durante il periodo di prova, con grande gioia dei due bambini, capitano ai Banks ogni sorta di disavventure: il signor Banks viene persino licenziato. E ben presto la famiglia (soprattutto il signor Banks) impara quale sia il giusto tono della quiete e della serenità: tutto si sistemerà nel migliore dei modi e Mary Poppins torna da dove è venuta.

A seguire, dalle 17,30, ecco invece ‘Ai ferri corti nel parco’, in concorso con la Compagnia Le Bretelle Lasche di Belluno, di Laura Portunato, Antonella Michielin, Michele Firpo. Lo spettacolo ruota attorno a quattro genitori: le loro convinzioni, le loro idiosincrasie, le loro buffe fissazioni; quattro mondi da scoprire pian piano, grazie all’interazione quasi chimica tra i diversi caratteri, che “reagiscono” tra loro a catena, grazie a un meccanismo innescato dalla vicenda, pretestuosa ma non troppo. Penelope, Franco, Giancarlo ed Eleonora sono innanzitutto maschere sociali, schiave delle coreografie convenienti e convenevoli proprie della borghesia degli anni 2000 e di ciò che ci si aspetta da ciascuno di loro. Tuttavia, lentamente, inesorabilmente, si trasformeranno, sino a lasciar emergere dal proprio io più profondo l’istintuale, l’animalesco, il bestiale: liberatorio e aberrante, vero e crudele, ridicolo e terrificante, il dio del massacro eserciterà la sua ineluttabile forza, per metterli (e metterci) loro (e nostro) malgrado davanti a uno specchio terribilmente sincero. Oscillando tra il detto latino “homo homini lupus” e le “corde” di pirandelliana memoria (la corda pazza, la seria, la civile), la regia si dedica soprattutto a ciò che respira e pulsa sotto, dietro, nonostante il testo: più che sulle parole, ci siamo concentrati sugli sguardi, le piccolezze del non detto, la verità del respiro, la chiarezza dell’azione. Il testo arricchisce il percorso emotivo dei personaggi proprio perché variamente interpretabile – la meraviglia dell’arte teatrale consiste anche in questo: nello scegliere, tra le migliaia di percorsi possibili, una strada, e approfondirla quasi sino al paradosso. Come nella vita, la varietà di emozioni che si avvicenderanno sul palco sarà grande e colorata: rideremo, disprezzeremo, condivideremo, andremo in empatia, odieremo e ci scandalizzeremo – salvo poi riconoscerci: in uno sguardo colmo di imbarazzo, in un tic, un piagnucolio, un bisogno di sfogarsi, una corda saltata. Porci davanti a noi stessi, gettare la maschera o quantomeno riconoscerla, valutarne ed eventualmente accettarne le conseguenze. Chi siamo, chi dobbiamo essere, chi vorremmo essere. Cosa di questo arriva ai nostri figli e quanto ci nascondiamo dietro di loro. Un viaggio dentro l’io – ego, superego, inconscio; dipendenze; sociopatie; crudeltà e splendore; caos ed equilibrio – che (speriamo) catalizzi l’attenzione fino all’ultimo secondo.

Il biglietto d’ingresso per l’intero pomeriggio costa 7 euro (4 per bambini dai 7 ai 12 anni). Per informazioni e prenotazioni, si può contattare Rita al numero 320/6320032 o alla casella di posta elettronica fitalucca@gmail.com. I programmi delle rassegne organizzate dalla Fita Lucca sono consultabili sul sito www.fitalucca.it o sulla pagina Facebook Federazione teatro amatori Lucca.