Puccini vs Leoncavallo, la sfida sulla Bohéme ad Artè

6 dicembre 2016 | 11:36
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Puccini vs Leoncavallo, la sfida sulla Bohéme ad Artè

Venerdì (9 dicembre) alle 21,15 al teatro Artè, in collaborazione con il Comune di Capannori, nell’ambito dei Puccini Days, andrà in scena Sì, ci chiamano Mimì. Le due Bohème e la sfida tra Puccini e Leoncavallo. Lo spettacolo narra un interessante episodio caratteristico della storia della lirica, la gara contro il tempo fra Puccini e Leoncavallo per concludere ciascuno la propria Bohème, fra interessi editoriali, amicizia e invidie. L’attore Antonello Mendolia sarà uno dei personaggi principali della vicenda, mentre i due soprano Rossella Bevacqua e Mirella Di Vita evidenzieranno le diverse caratteristiche dello stesso personaggio da due punti di vista diversi. Al pianoforte Fabrizio Datteri, ideatore dello spettacolo. 

È il marzo del 1893 quando Giacomo Puccini incontra Ruggero Leoncavallo in un caffè di Milano. Parlando, i due compositori scoprono di star lavorando allo stesso progetto, un racconto di Henri Murger che narra episodi di vita di giovani bohémiens. Inizia così una querelle documentata dai quotidiani del tempo, che si conclude con Puccini che scrive: “Egli musichi, io musicherò. Il pubblico giudicherà”, una frase che già racchiude la consapevolezza della futura vittoria. Scrive Fabrizio Datteri nelle sue note allo spettacolo: “Il duello tra i due compositori è impari sotto tutti i punti di vista, ed è solo un particolare il fatto che Leoncavallo completi la sua opera un anno più tardi del rivale: Puccini dimostra tutto il suo genio musicale, coadiuvato dalla splendida trasposizione poetica del romanzo di Murger operata da Illica e Giacosa, mentre il compositore napoletano realizza una Bohème non equilibrata, con un libretto debole, da lui stesso curato”. Ma c’è un altro aspetto molto significativo in questa vicenda: il rapporto fra editoria, comunicazione e artista. A un livello parallelo, la sfida si gioca infatti anche fra gli editori Giulio Ricordi (Puccini) ed Edoardo Sonzogno (Leoncavallo), e la posta in gioco è altissima: la trasformazione dell’azienda di famiglia in un’industria mondiale, più che la ‘vittoria’ del proprio protetto. L’episodio viene narrato dall’angolo visuale di Giulio Ricordi, il personaggio più controverso della vicenda, che cerca la propria gloria attraverso l’esaltazione del genio di Puccini. “Ma Ricordi è stato anche un musicista – aggiunge Datteri -, e durante il racconto ho voluto immaginare una sua progressiva redenzione nella consapevolezza del valore intrinseco di un’opera d’arte, sia essa pure non geniale, come quella di Leoncavallo. Consapevolezza che oggi abbiamo accantonato, alla ricerca spasmodica del talento e del sensazionale: un genio non può esistere in una società che non si prenda cura e non consideri importanti anche coloro che geni non sono, ma che contribuiscono con la propria opera e la propria passione a vivificare la cultura. Vorrei concludere citando Picasso, che ebbe a dire: il grande artista copia, il genio ruba”. Il concerto, a ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti, si terrà al teatro Artè, in via Carlo Piaggia a Capannori. Per informazioni e prenotazioni scrivere a crewinfoarte@gmail.com.