Alla Zecca incunaboli e stampe antiche in mostra – Ft

7 gennaio 2017 | 15:19
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Alla Zecca incunaboli e stampe antiche in mostra – Ft
Alla Zecca incunaboli e stampe antiche in mostra – Ft
Alla Zecca incunaboli e stampe antiche in mostra – Ft
Alla Zecca incunaboli e stampe antiche in mostra – Ft
Alla Zecca incunaboli e stampe antiche in mostra – Ft

E’ stata inaugurata questa mattina (7 gennaio) alla Zecca la mostra bibliografica: La stampa dalle origini all’alba del Rinascimento: incunaboli e cinquecentine della Biblioteca Diocesana di Lucca e i globi di Gerardo Mercatore, che raccoglie un patrimonio vastissimo. Alla cerimonia erano presenti l’arcivescovo Italo Castellani, il sindaco Alessandro Tambellini e il presidente della Fondazione Antica Zecca di Lucca, Alessandro Colombini. Subito dopo i saluti dell’arcivescovo e del sindaco che hanno espresso gratitudine ed apprezzamento per l’iniziativa, ci sono stati gli interventi di don Daniele Martinelli, vice direttore dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Lucca e dei curatori della mostra, don Rodolfo Rossi, direttore della Biblioteca Diocesana di Lucca, e del professor Leo Giancarlo Lazzari.

La Biblioteca del seminario arcivescovile di Lucca, elevata a Biblioteca Diocesana e intitolata al compianto Mons. Giuliano Agresti (arcivescovo di Lucca dal 1973 al 1990) con specifico decreto arcivescovile del 2010, è la massima biblioteca ecclesiastica esistente sul territorio lucchese. Nata contestualmente al seminario nel 1572, si è arricchita, nel corso dei secoli, soprattutto grazie a lasciti, ed oggi conta oltre 100.000 volumi a stampa, dal 1470 ad oggi.
In questi ultimi due anni si sono aggiunti i lasciti di monsignor Bruno Tommasi, arcivescovo emerito di Lucca, di don Piero Raffaelli, parroco di Montuolo e di monsignor Mansueto Bianchi, lucchese, vescovo emerito di Pistoia. È grazie a questa donazione che sicuramente si è arrivati a superare le 100.000 unità.
Inoltre, sono pervenuti alla Biblioteca Diocesana, per disposizione dei familiari, da oltre un anno, i libri dell’onorevole Maria Eletta Martini: si tratta del corpus della sua biblioteca personale. Il comune di Lucca ha beneficiato solo di una decima parte dell’intera biblioteca della Martini, che ammonta a quasi 2.000 unità bibliografiche (per la precisione, 1.937 volumi già disposti su specifica scaffalatura in una delle sale della Biblioteca Diocesana).
La ricognizione dei fondi antichi della Biblioteca, da tempo condotta in modo sistematico rispetto agli anni passati, ha portato alla conoscenza di ulteriori opere uniche e rare, grazie anche alla verifica effettuabile sui vari repertori bibliografici consultabili on line. Da questo attento lavoro deriva una più consapevole tutela e valorizzazione del patrimonio librario.
Nel 1987, in occasione del 50esimo anno dalla inaugurazione del nuovo seminario, fu allestita una mostra bibliografica ripetuta poi nel 1995, per commemorare i 350 anni dalla prima e importante donazione libraria. Anche i rarissimi globi di Mercatore furono esposti nel palazzo della Provincia di Lucca dal 10 al 20 marzo 2001.
Oggi, grazie alla disponibilità della Fondazione Antica Zecca di Lucca, che ospita questa Mostra bibliografica almeno fino al mese di maggio, è possibile ammirare alcune importanti opere edite con la tecnica della stampa a caratteri mobili, definita dai contemporanei “Ars artificialiter scribendi” che rappresentò una vera e propra “rivoluzione” culturale.
L’intento degli organizzatori è stato quello di voler offrire, a qualsiasi visitatore, attraverso un percorso cronologico, nel nostro caso di circa 130 anni, lo sviluppo della della stampa in Italia e in Europa, attingendo dal materiale bibliografico appartenente alla Biblioteca Diocesana di Lucca.
Oltre ai fac-simile di due pagine della Bibbia di Gutemberg del 1455 (ritenuto il primo libro stampato con i caratteri mobili) è possibile osservare dal vivo una serie di 30 incunaboli, su 38 posseduti, editi tra il 1470 al 1500.
Di essi oltre la metà è costituita da importanti edizioni veneziane, tra le quali la Commedia di Dante (N. 3) che vide la luce nel 1477 ad iniziativa di Vendelino di Spira e quella delle opere di Aristotele dovuta ad Aldo Manuzio nel 1497 utilizzando caratteri greci da lui per primo introdotti (v. N. 23 e 24).
Il libro a stampa più antico conservato è l’opera di Marcello Nonio De proprietate latini sermonis (N. 1) stampato a Roma nel 1470 circa. Segnaliamo anche l’editio princeps, risalente al 1475, dell’opera più importante dell’umanista Giuniano Maio De priscorum proprietate verborum (N. 2) impressa a Napoli da Mattia Moravo.
Il testo più raro posseduto, proveniente dal Fondo Lazzarini, è sicuramente l’edizione delle Epistolae breviores elegantiores di Francesco Filelfo, stampata a Deventer, in Olanda, di cui attualmente in Italia non è segnalata alcuna altra copia e soltanto GW (M33009) ne fa riferimento. Di queste lettere alcune sono indirizzate ad Antonio da Capannori, ambasciatore e amico di Paolo Guinigi. Legato ab antiquo con questa opera si trova l’altra rarissima edizione, al momento unica in Italia, della Rethorica pro conficiendis… (N. 22) di Paolo Lescherio, stampata a Delft (Olanda) nel 1496 (GW M18008).
Alcuni di questi incunaboli sono corredati da note di possesso riferite ai loro antichi proprietari dai quali in un secondo tempo donati al Seminario. Si ricordano, in particolare, Sigismondo Puccini, Giuseppe Laurenzi e Iacopo Rossi.
La Biblioteca Diocesana di Lucca possiede oltre 1.300 edizioni a stampa del secolo sedicesimo recentemente inventariate. Edizioni talvolta molto rare, addirittura alcune sembrano uniche, ora esposte nell’ambito di questa Mostra che testimoniano, tra l’altro, la notevole circolazione libraria del testo a stampa fin dalle sue origini.