The Trouble Notes escono con la nuova clip in attesa dell’incontro con il sindaco

Il loro caso è salito agli onori della cronaca nell’agosto scorso, quando la performance di busking in piazza San Michele venne bruscamente interrotta dalla polizia municipale. Ora, mentre continuano ad attendere l’incontro con il sindaco Alessandro Tambellini, che li aveva invitati a ricomporre la situazione organizzando una performance ad hoc, i The Trouble Notes, escono con il loro nuovo videoclip, intitolato Grand Masquerade. La band berlinese, seguita dalle manager Steffi Tendler per l’estero ed Eleonora Papera per ciò che concerne l’Italia, promette di dare ancora spettacolo. Il nome del nuovo singolo nasce da motivazioni precise: “Hai mai cercato di mascherare la tua vera identità – si legge nella presentazione – per nasconderla alla tua famiglia, agli amici e alle persone che hai intorno?”. Con questo lavoro i Trouble Notes danno voce alle istanze dell’individuo in un mondo dominato dalla tradizione e dai tabu’.
“Penso che tutti noi, in alcuni momenti della nostra vita, siamo stati costretti a sopprimere pensieri ed emozioni temendo la reazione degli altri – dice il violinista Bennet Cerven -. E’ come se mascherassimo il nostro vero volto per adattarci alle aspettative della società e della tradizione. Quando lavoravo a Wall Street, spesso sentivo che stavo nascondendo aspetti di me stesso ai miei colleghi. Quello che mi ha colpito maggiormente e’ che piu’ persone incontravo, più mi rendevo conto che i miei colleghi stavano facendo esattamente la stessa cosa.” Le melodie della canzone sono a tratti liriche e sognanti, un riflesso di sentimenti auto-gratificanti che emergono in superficie, ma anche tristi e introspettivi mentre vengono spinti oltre il velo della maschera. La canzone miscela un’anima classica con la tradizione celtica, mentre toni progressive rock e lo stile elettronico la rendono molto moderna. Grand Masquerade intende essere un’intersezione di stili tradizionali e sperimentali, come se l’ascoltatore venisse spinto in direzioni diverse. E’ proprio in questo crocevia che sentiamo di dover indossare una maschera e nascondere il desiderio di liberarci dalla tradizione”. In collaborazione con la regista italiana Lara Celenza, la band ha deciso di dare vita al tema della canzone con un’impostazione “teatrale”. “Volevamo creare una situazione perversa nella quale tutti possono identificarsi, un conflitto familiare”. dice Bennet. “Abbiamo scelto una scena nel contesto di una famiglia tradizionale, che e’ ancora considerata lo standard nella nostra cultura occidentale, e in questo contesto abbiamo raccontato l’esperienza conflittuale di una ragazza all’interno di questa dinamica. I ruoli di genere sono definiti con chiarezza, eppure lei desidera qualcosa di diverso. Ben nascosti dietro la sua maschera si annidano sentimenti di ansia, frustrazione e la voglia di ribellarsi”. Durante l’evoluzione della scena, il suo conflitto diventa sempre più evidente mentre lei si confronta con la decisione di vivere una vita di conformismo mascherato o individualismo provocatorio.
Paolo Lazzari