All’ex chiesa di S. Matteo spettacolo su Sercambi

7 marzo 2017 | 12:41
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All’ex chiesa di S. Matteo spettacolo su Sercambi

Nel suggestivo ambiente della Chiesa di San Matteo di Lucca, aperta al pubblico per l’occasione, prende vita domenica (12 marzo) alle 17, con lo spettacolo Dalla spada alla penna, il personaggio di Giovanni Sercambi. Attraverso le sue stesse parole sarà indagato il rapporto con il potere, l’urgenza di raccontare i fatti, il temperamento schietto e volitivo di un grande uomo pubblico, personaggio di rilievo nell’epoca dei Guinigi. Musici e danzatori arricchiranno di una preziosa cornice questo autoritratto denso di spunti di riflessione anche sull’attualità. Lo spettacolo è realizzato dall’associazione Carmensito di Viareggio grazie alla cortese collaborazione della Galleria Poleschi di Lucca, lo spettacolo vede in scena Valeriano Pellegrini, con Pier Paolo Caffaratti, l’Ensamble Musicale coordinato da Patrizia Pieraccini con Anna Luisa Scano (soprano), Ambra Topazzini (flauto) Damiano Bertuccelli (liuto), Alessandro Kievsky (viola da gamba) e i danzatori della Compagnia del Ballo Nobile.

La differenza tra un semplice spazio, per affascinante che sia, e un luogo è la memoria: le vicende, le storie, gli uomini che lo hanno vissuto lasciano una traccia nella materia e noi, entrandoci la percepiamo. Così l’ambiente della Chiesa di San Matteo a Lucca, quasi ascetico nella sua nudità, ma certamente accogliente per le sue proporzioni a misura d’uomo, non poteva non suscitare il desiderio di conoscerne l’evoluzione. Per secoli fulcro della vita religiosa lucchese, dopo alterne vicende, viene adibito nel corso del ‘900 a attività commerciale e artigianale fino ai giorni nostri quando, con la Galleria Poleschi diviene luogo d’arte e cultura. La traccia più potente è quella di Giovanni Sercambi, cui si attribuisce una delle sepolture presenti nell’abside e diversamente non potrebbe essere perché lui stesso, uomo pubblico dell’epoca dei Guinigi, desiderò farsi memoria cittadina scrivendo Le Croniche. Eminenti studiosi si sono dedicati a questa figura storica che intendeva le politica in modo totalizzante, fatta di scelte, a volte dolorose, di approfondimento e di cura di ogni particolare, così diverso dal prototipo oggi per noi consueto nel quale spesso prevalgono improvvisazione e cialtroneria; eppure le sue parole, le sue riflessioni, le sue libertà espressive ci restituiscono il ritratto di un uomo assolutamente moderno, capace di dubbi, ma fermo sugli ideali, esperto della vita, ma, anche in tarda età, suscettibile ai sentimenti più accesi. Proprio dall’incontro con un figura così complessa nasce l’idea dello spettacolo che, lungi da velleità scientifiche che non potrebbe permettersi, ricostruisce con suggestioni, analogie ed emozioni un ritratto vivo di un protagonista della vita lucchese a cavallo tra ‘300 e ‘400.