Al Lucca Museum la mostra di Walter Erra Hubert

È un attento osservatore della natura, Walter Erra Hubert, artista americano che nella sua ricerca pittorica esplora le forme e i colori di questo mondo speciale che gli permette di intraprendere viaggi mentali, emotivi e spirituali. È dunque il linguaggio della natura che ispira e dà consistenza alle sue avventure compositive che saranno in mostra nella personale Studies from the breathing in the void series, organizzata in collaborazione con ViDA – Villicana D’Annibale. L’esposizione, curata da Maurizio Vanni, sarà ospitata negli spazi del LuCCA Lounge&Underground dal 31 marzo al 23 aprile prossimi con ingresso libero. L’inaugurazione si terrà alla presenza del’artista venerdì 31 alle 17.
“Walter Erra Hubert – scrive il curatore Maurizio Vanni – è consapevole che la pittura può prescindere dalla mimesi della natura e che può attingere una propria forza espressiva attraverso un confronto continuo tra forma, spazio, colore, luce e superficie. Il suo desiderio non è legato alla percezione originale della superficie delle cose, ma alla ricerca del non visibile: un’analisi nell’oltre dove le energie dell’universo e i respiri della materia lo accompagnano in un viaggio verso il segreto del Tutto. Gli elementi delle sue composizioni, privi di riferimenti spazio-temporali, trovano la loro posizione in un ‘vuoto’ che non corrisponde a un semplice palinsesto, ma a una luce soprannaturale in grado di coagulare segni, colore e materia viva”.
Quelle dell’artista californiano sono visioni sintetiche, cerebrali e consapevoli, profonde e concrete che ci riportano ad atmosfere primordiali: quasi ingrandimenti macroscopici di forme vitali che da una parte si rifanno all’Informale di Jean Dubuffet e Jean Fautrier, dall’altra alludono a un legame personalissimo con la realtà che, probabilmente, diventa ancora più intenso in relazione alla sua volontà di percepirne l’essenza. Walter Erra Hubert ci propone un percorso di conoscenza e autoconoscenza alla ricerca della verità interiore. Nelle sue composizioni le immagini prendono vita attraverso particolari cromie che scandiscono la materia in una liquida e luminosa trasparenza magnetica che evoca la realtà. “I suoi studi – conclude Vanni – non sono bozzetti o prove, ma corrispondono alle tessere di un mosaico che rende visibile il non visibile: proprio nell’invisibile ognuno può trovare la propria libertà”.