“Pensaci, Giacomino”, l’opera di Pirandello al teatro Nieri

Va in scena domani sera (8 aprile) al teatro Nieri di Ponte a Moriano, alle 21, Pensaci, Giacomino! di Luigi Pirandello con Eduardo Saitta e Aldo Mangiù per la regia di Eduardo Saitta. “Mettere in scena un classico pirandelliano – si legge nelle note di regia – non sempre vuol dire andare sul sicuro. La straordinaria semplicità di un testo come Pensaci, Giacomino!, potrebbe portare attori e registi verso una chiave di lettura più contorta, ricercata pur di farne una cosa “nuova”, perdendo di vista l’unica strada possibile: la sua vera essenza. In Pensaci, Giacomino!, l’autore racconta un fatto semplice, che si risolve come si risolvono, dovunque ed in ogni tempo, le storie forti: con cuore e sentimento”.
Trama. Scritto tra la fine del febbraio e l’inizio del marzo del 1916, Pensaci, Giacomino! è in realtà la riduzione teatrale di una precedente novella di Pirandello, datata 1910. Commissionata allo scrittore siciliano dal noto attore Angelo Musco, che divenne in quegli anni uno dei più grandi interpreti delle commedie pirandelliane, Pensaci, Giacomino! rappresenta anche il progressivo riavvicinamento di Pirandello al teatro dopo anni di abbandono. La commedia, divisa in tre atti ed inizialmente scritta in dialetto siciliano, apparve in italiano nel 1917 sulla rivista Noi e il Mondo. Luigi Pirandello vi inserisce le tematiche a lui più care, raccontando la storia di un anarchico in rivolta contro la società. Il professor Toti è infatti un tipico personaggio pirandelliano, esponente di quella piccola borghesia italiana che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, si trova ad affrontare la crisi economica attraversata dal ceto medio. Rispetto alla novella, da cui appunto la pièce è tratta, il testo drammatico concede molto di più ai buoni sentimenti, esaltando la bontà di Toti e lo spirito paterno di Giacomino, il quale si scopre finalmente sensibile all’affetto per il proprio figlio. Nella novella, infatti, Toti aveva un piglio decisamente dispotico e autoritario, che lo rendeva alquanto antipatico nel suo voler fare a tutti i costi il bene, ma secondo dinamiche da lui stabilite. La commedia, inoltre, rispetto ai toni duri e severi della novella, sviluppa soprattutto la dimensione comica delle situazioni, concedendosi delle situazioni farsesche dall’indubbio sapore teatrale. Non va infatti dimenticato che il referente primo della pièce, oltre che suo committente, è proprio Angelo Musco, un vero e proprio animale istrionico, che porterà in scena il testo il 10 luglio 1916 al Teatro Nazionale di Roma. Pare anzi che certi passaggi marcatamente comici ed efficaci siano stati suggeriti a Pirandello dallo stesso Musco.