“Colore nel Medioevo”: si presenta il volume in ricordo di Romano Silva

29 maggio 2017 | 09:18
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“Colore nel Medioevo”: si presenta il volume in ricordo di Romano Silva

Sarà presentato mercoledì (31 maggio) alle 17 nella Sala dei Servi del Complesso di San Micheletto (via San Micheletto 3 a Lucca) il quinto volume della collana di studi che fu ideata e diretta da Romano Silva ed Enrico Castelnuovo: Il Colore nel Medioevo – arte, simbolo, tecnica – tra materiali costruttivi e colori aggiunti: mosaici intarsi e plastica lapidea a cura di Paola Antonella Andreuccetti e Deborah Bindani.

Interverranno Annamaria Giusti, ex dirigente dell’Opificio delle pietre dure di Firenze, Enrica Neri Lusanna – Università di Perugia e Antonio Romiti – presidente dell’Istituto storico lucchese. Il volume raccoglie i risultati e i saggi delle giornate di studio che si sono tenute a Lucca dal 24 al 26 ottobre 2013 con la partecipazione sedici studiosi italiani e stranieri (filologi, storici, storici dell’arte, restauratori) per discutere delle ultime rilevanti scoperte sull’uso della policromia nel medioevo con particolare attenzione a tarsie, pietre e mosaici.
In omaggio a Romano Silva, ideatore e curatore delle prime quattro edizioni del convegno, sono stati inseriti nella pubblicazione anche due articoli dello studioso lucchese dedicati agli importanti manoscritti medievali conservati nella Biblioteca statale di Lucca. Il volume è stato realizzato dall’Istituto storico lucchese in collaborazione con l’Opificio delle pietre dure di Firenze e il Centro studi Pietra e Colore con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Gli studi degli ultimi quaranta anni hanno permesso di ricostruire un Medioevo a colori decisamente sgargianti. Grazie all’evoluzione delle tecnologie e del restauro delle opere d’arte è stato possibile farsi un idea di quanto fosse esteso l’uso di dipingere con colori squillanti la scultura in pietra e persino intere architetture con risultati che oggi riterremmo azzardati se non di cattivo gusto. Questa pratica non fu inventata nel medioevo ma ereditata dall’Antichità dove era ampiamente diffusa, solamente con Rinascimento la monocromia e i materiali lapidei a vista presero il sopravvento nel gusto comune degli artisti tanto che le sculture policrome più antiche furono spesso grattate e lavate per aggiornare l’aspetto ai canoni della moda vigente. Solamente la stratigrafia e le analisi microscopiche consentono oggi di farci un’idea dell’aspetto originario.