Bolpagni: voglio una Ragghianti sempre più aperta alla città

8 luglio 2017 | 10:38
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Bolpagni: voglio una Ragghianti sempre più aperta alla città
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Bolpagni: voglio una Ragghianti sempre più aperta alla città
Bolpagni: voglio una Ragghianti sempre più aperta alla città
Bolpagni: voglio una Ragghianti sempre più aperta alla città
Bolpagni: voglio una Ragghianti sempre più aperta alla città

Paolo Bolpagni, ovvero dell’arte come godimento. Un concetto antielitario della cultura, aperta alla città, non chiusa nelle parole dei critici o degli esperti, in grado di dialogare con le diverse realtà del territorio e confermare Lucca come città capitale dei beni culturali, siano essi storici o contemporanei.
Nella biblioteca della Fondazione Ragghianti il direttore Bolpagni, 38 anni, bresciano, spegne idealmente, insieme a tutti i suoi collaboratori, la prima candelina nella realtà lucchese. E ne approfitta, accanto al presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, per tracciare un bilancio che guarda alle tante cose già fatte e a quelle in cantiere. “Mi sono insediato – ricorda – a metà giugno del 2016. Certamente è presto per fare bilanci ma questa è una occasione per fare il punto sulla strada intrapresa. Su delle direttrici chiare. La prima è l’apertura della fondazione alla città. L’arte, la cultura non è per pochi o per delle elite ma deve essere al godimento di tutti. Sono un contemporaneista e a volte il messaggio può creare un senso di difficoltà. Ma questo deve essere un atteggiamento da abbattere. Chiunque deve sentire l’opera d’arte e per questo bisogna cercare di parlare a tutti con contenuti alla portata di tutti. In questo senso il rapporto con la città è importante e significa incontrare, conoscere, ascoltare. Ed è quello che ho fatto nei primi mesi qui”.

“Lo stesso Ragghianti – spiega citando una lettera del critico d’arte a Giuseppe Mazzariol – teneva molto alla sua lucchesità. Che non vuol dire chiusura localistica, ma apertura anche alle esperienze internazionali. Ragghianti, peraltro, è lui stesso oggetto di studi internazionali. Basti pensare ai suoi critofilm, che sono una esperienza di assoluta avanguardia per la sua epoca”.
Un’apertura al mondo che si manifesterà anche nella vendita di mostre realizzate a Lucca ad altre realtà: “Il prossimo 28 settembre – dice Bolpagni – inaugureremo la mostra per i 100 anni della nascita di Mario Nigro che poi andrà a Locarno e forse in altre realtà museali. I nostro contatti si sono sviluppati perché le nostre iniziative, insomma, siano note e conosciute a livello internazionale”,
“L’altra direttrice – prosegue – è sul metodo che è quello dell’ascolto e della collaborazione. La mostra ‘Il passo sospeso’, allestita da Alessandro Romanini è esemplificativa del nostro obiettivo. Perché affianca alla parte in sede a quella nella città, perché vogliamo portare arte e bellezza fuori da San Micheletto. E lo facciamo con un dialogo con altre realtà come l’Opera delle Mura, il Comune, la Soprintendenza, la stessa curia. In una città come Lucca sterili concorrenze sono fuori luogo. Serve un’alleanza per fare massa critica con i musei nazionali, con il Lu.C.C.A e la fondazione Puccini e promuovere Lucca come città d’arte e di cultura. Per fidelizzare il pubblico noi abbiamo deciso di aumentare il numero di iniziative. Non era sufficiente, ci siamo detti, una bella e grande mostra ogni anni, ma serve che la Fondazione sia frequentata tutto l’anno. Per questo abbiamo allestito tre mostre nel 2017 più due nel mezzanino che abbiamo ospitato. L’anno prossimo saranno cinque”.
Il tutto in una sede parzialmente rinnovata: “A dicembre – spiega il direttore – abbiamo aperto i giardini della scultura, che sono un piccolo nucleo di una esposizione permanente e possono essere un itinerario di visita per chi passa è viene. Un percorso che è profondamente legato alla storia della Fondazione Ragghianti. Così come lo è stata la prima mostra di quest’anno ‘Una storia d’arte’ dedicata alla storia della Fondazione e al trentennale della morte di Ragghianti. Metodologicamente abbiamo così avviato un percorso a partire da noi, registrando peraltro un rapporto molto positivo fra costo di allestimento e numero di visitatori. C’è poi tutto il lavoro di archivio che attira sempre più studiosi e per questo abbiamo voluto fare un bando per ricercatori che ci permetterà di aumentare ancora la nostra identità e il radicamento. Il tutto anche grazie a uno staff appassionato e a una serie di dipendenti che ci credono davvero. Collaboratori che ascolto sempre prima di prendere le decisioni, ma senza togliermi responsabilità. Se le cose vanno bene, infatti, i successi sono di tutti, se vanno male è colpa del direttore”.
Quanto alle mostre per il prossimo anno Bolpagni è ancora abbottonato in attesa dell’approvazione del cda presieduto da Giorgio Tori: “L’idea è quella di sfruttare meglio il nuovo mezzanino che, grazie ad un ingresso ad hoc e senza barriere architettoniche, permettere di rendere più modulabili gli spazi espositivi della Fondazione. Nel 2018 inizieremo quindi faremo due grandi mostre, una ad aprile e una a fine anno, intervallate da altre esposizioni nel mezzanino per un totale di cinque, tutte dando organicità e continuità al rapporto con la città. Delle mostre più importanti una sarà un focus sull’arte italiana dei primi decenni del Novecento, l’altra sarà dedicata ad un artista molto legato alla storia della Fondazione e le cui opere sono nel nostro archivio”.
Bolpagni, prima di brindare al primo anno di guida della Ragghianti incassa anche il plauso del presidente della Fondazione Crl, Bertocchini: “E’ questa – dice il numero uno di San Micheletto – la strada giusta per la condivisione dell’attività con tutta la città”. Un viatico per un rapporto proficuo fra fondazioni. Per il bene della città.

Le attività negli ultimi 12 mesi
In questi dodici mesi la Fondazione Ragghianti ha aperto sempre più le sue porte accogliendo esposizioni caratterizzate da un moderno metodo di ricerca e selezione, orientato, attraverso uno sguardo incuriosito e indagatore, verso il mondo contemporaneo.
Così hanno visto la luce la visionaria Sguardi paralleli. Mario Ballocco François Morellet e la mostra, attualmente in corso, Il Passo Sospeso, che nel sottotitolo Esplorazioni del limite spiega più di tante parole quale sia la strada intrapresa. Esposizioni che hanno registrato un buon ‘ritorno’ in termini di visitatori.
Con la mostra Una storia d’arte si è poi di fatto realizzata un’emozionante retrospettiva sull’attività della Fondazione dalla sua nascita sino ad oggi. Quasi un manifesto programmatico per il nuovo direttore: partire dalla storia della Ragghianti, cogliere lo spirito di indagatore instancabile di Carlo Ludovico e trasferirlo nelle attività del presente e nella programmazione del futuro.
Un’attenzione alla città che non si è tradotta in un localismo autoreferenziale. In quest’anno la Ragghianti ha lavorato per tessere relazioni internazionali di cui alcuni risultati sono già evidenti: la prossima mostra della Fondazione Ragghianti, prevista per l’autunno prossimo, si trasferirà poi, nel 2018, in una fondazione svizzera, e sarà la prima ‘produzione’ della Ragghianti esportata all’estero. Il Mondo a Lucca e Lucca nel Mondo.

Enrico Pace