Italia Nostra: “Valorizzare le fortificazioni tra Lucca e Pisa”

Venerdì scorso (29 settembre) si è tenuta la conferenza dal titolo La difesa dei confini fra Lucca e Pisa nel Medioevo: verso un itinerario dei sistemi di fortificazione, incontro organizzato dalle sezioni di Italia Nostra di Lucca e Pisa. Le due organizzazioni hanno voluto ringraziare la Fondazione Banca del Monte di Lucca per l’ospitalità, il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini per la presenza istituzionale, il Centro Internazionale per lo Studio delle Cerchia Urbane, le associazioni Salviamo la Rocca di Ripafratta e Il Castello di Nozzano e tutti gli intervenuti.
“Italia Nostra – fanno sapere dall’associazione – persegue un nuovo modello di sviluppo, fondato sulla valorizzazione e fruizione dell’inestimabile patrimonio culturale e naturale italiano, capace di fornire risposte in termini di qualità del vivere e di occupazione ed ha promosso questa iniziativa, mirata a designare un itinerario dei sistemi difensivi tra Pisa e Lucca. Il territorio tra Pisa e Lucca, che è fortemente caratterizzato dalla presenza di strutture difensive, potrebbe arricchirsi di un percorso culturale dedicato proprio a questo tema. Infatti, questo territorio, interessato dai traffici mercantili, necessitava fin dall’epoca romanica della presenza di un efficiente sistema per la difesa del territorio nel tratto della valle di Serchio, sia da parte pisana che da parte lucchese, con torri di avvistamento, rocche e castelli contrapposti – di cui tutt’oggi rimangono preziose testimonianze”.
L’appuntamento, organizzato a Lucca, è stato dedicato alle strutture fortificatorie lucchesi e pisane lungo il confine nella valle del Serchio. Nel primo intervento della conferenza il presidente del Centro internazionale per lo studio delle cerchia urbane, Enrico Romiti ha presentato una rassegna, con grande chiarezza e precisione, di tutti gli elementi fortificati che insistevano ed insistono ancora oggi sulla porzione delle valle del Serchio compresa tra Lucca e Pisa. In questa area nel medioevo, sappiamo con certezza, sorgevano 9 castelli, 3 fortezze e 6 torri isolate, più altre strutture fortificate non conservate oggi.
Seguendo il corso del fiume a partire dal lato lucchese, erano presenti la Fortezza di Ponte San Pietro – fatta costruire dai lucchesi a difesa dell’importante ponte sul fiume, oggi non più esistente; Castel Passerino – demolito nel medioevo, come illustrato anche nelle Croniche di Giovanni Sercambi; il castello di Nozzano – ricostruito più volte dopo le distruzioni causate dai continui assalti pisani, si mostra oggi splendidamente nella sua ultima ricostruzione del 1395. Elemento fondamentale di difesa per Lucca, conserva il Mastio – trasformato in torre campanaria – con uno splendido giro di mura poligonali, le case con le mura del secondo giro e le mura esterne con la porta di accesso e le torri difensive. Dal castello si apre lo splendido panorama su Lucca da un lato, sulla Rocca di Ripafratta dall’altro e lo sguardo giunge fino a Pisa con le sagome della Torre, del Battistero e del Duomo; il castello di Cotone – costruito all’inizio del XIII secolo dai lucchesi, fu conteso a più riprese coi pisani in quanto caposaldo delle difese lucchesi. Oggi i resti sono individuabili all’interno della colta vegetazione; la rocca di Castiglioncello – realizzata all’inizio del XIII secolo dai lucchesi, fu combattuta a più riprese dai pisani che la demolirono nel 1313 e fu poi ricostruita nel 1395. Oggi i resti sono individuabili all’interno del bosco; la Torre dell’Aquila – poderosa costruzione a pianta esagonale interamente in pietra di macigno, costruita nel 1264, fu curiosamente abbattuta per metà del volume dai pisani per renderla inservibile ai lucchesi, in quanto posta esattamente al confine. La torre dimezzata si erge ancora dopo quasi ottocento anni, costituendo non solo una significativa testimonianza, ma anche una curiosità storica rara se non unica; la Rocca di Ripafratta – maestoso caposaldo delle difese pisane, la Rocca di San Paolino fu fatta costruire da una famiglia lucchese, i Da Ripafratta, già nel decimo secolo. Nel dodicesimo secolo la famiglia Da Ripafratta tradì Lucca cedendo all’Arcivescovo di Pisa il castello, da allora in poi la Rocca, assieme al borgo/castello fortificato, diventò il centro delle difese pisane sulla riva sinistra del Serchio, insieme alle torri del borgo, di cui una è stata fatta saltare dai tedeschi in ritirata, l’altra è oggi campanile della chiesa e alle altre torri, come quella Centino e Niccolai. Gli alti muri della Rocca si ergono ancora oggi maestosi, purtroppo avvolti dalla vegetazione incolta, e sono ben visibili sia da nord che da sud ma anche dalla sottostante autostrada; la Torre Niccolai – fu costruita con grande cura probabilmente attorno al XII secolo. Si erge ancora maestosa lungo una possibile via di accerchiamento della Rocca di Ripafratta; la Torre Centino o di Pugnano – anch’essa realizzata probabilmente attorno al XII secolo, si innalza tutt’oggi con imponenza nei Monti Pisani, lungo la rotta tra Ripafratta e Pisa. Costruita con estrema cura in muratura pseudo-isodoma di calcare, conserva ancora alla base un procinto ottagonale in muratura; il Castellaccio di Filettole – già monastero fortificato di Santa Viviana, successivamente trasformato in villa, conserva ancora le quattro torri difensive agli angoli. Nel medioevo si contrappose duramente con i vicini Castello di Cotone e quello Castiglioncello; il Monte Bastione – oggi è ancora individuabile anche se privo di resti significativi in alzato; il Castello di Rosaiolo/Avane – di questa grande fortificazione, realizzata per sorvegliare l’antico ponte sul Serchio presso il borgo di Pontasserchio, resta oggi una torre maestosa in pietra da taglio e un procinto in pietra da taglio all’esterno e in laterizio all’interno; il Castello di Santa Maria di Vecchiano – Del complesso, attestato già in epoca longobarda, oggi rimane la chiesa, mentre del castello si conservano solo poche tracce; il Castello di Quosa – posto sopra Molina di Quosa, conserva oggi solo le tracce murarie; la Torre di Colle Mucchietto – di questa torre, posta tra Rigoli e Pugnano, attualmente non sono visibili le tracce, perché al suo posto è stata edificata una casa; la Torre di San Giuliano – un tempo costituiva un’importante torre di comunicazione nel sistema difensivo di Pisa. Fu fatta demolire dalle fondamenta nel 1329.
“Si tratta – commentano da Italia Nostra – di un sistema di fortificazioni meritevole di costituire un itinerario tematico. Per di più Nozzano Castello, la Rocca di Ripafratta, le torri dell’Aquila, Centino, Niccolai e Avane beneficiano di uno straordinario valore paesaggistico, svettando ancora superbi su un territorio ben preservato ai lati del fiume Serchio e alle pendici dei monti pisani”.
Negli interventi successivi, quelli di Francesco Noferi per l’associazione Salviamo la Rocca e di Elda Carlotti per l’associazione Il Castello, sono state esaminate le due strutture di Ripafratta e Nozzano. “Queste due importanti fortificazioni, che si fronteggiano da quasi mille anni ai due lati del fiume Serchio – è il commento di Italia Nostra – rappresentano un valore storico, architettonico e paesaggistico, assieme a quello civico per la popolazione. Nozzano e Ripafratta, nel medioevo caposaldi della difesa delle terre di due Stati diversi e perciò ‘nemici’ storici, devono diventare protagonisti alleati nella promozione del territorio”.
L’intervento finale di Gabriele Del Guerra per Italia Nostra Pisa è stato volto a sottolineare come “le potenzialità turistiche di questo territorio compreso tra Lucca e Pisa siano eccezionali e come sia fondamentale creare un legame ‘fisico’ marcato da un itinerario ciclopedonale, di turismo ‘lento’, che colleghi direttamente le due città, ambedue troppo spesso vittime di un turismo ‘mordi e fuggi’, in modo da portare benefici per tutto il territorio. Un itinerario del genere contribuirebbe a creare un importante polo turistico-culturale, anche di rilevanza internazionale, vista la inestimabile ricchezza artistica che caratterizza Pisa e Lucca assieme alle peculiarità architettoniche che accomunano i loro territori. Due città e due territori così vicini geograficamente da avere avuto nella storia molti conflitti e contrasti, ma anche città così vicine da avere sviluppato affinità culturali tali da poter essere comprese nel migliore dei modi solo se fruite assieme, partendo magari dall’attraversamento degli antichi confini”.