Cala il sipario sul Lucca Underground Festival con il piano di Alessandro Matteucci

21 ottobre 2017 | 16:22
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Cala il sipario sul Lucca Underground Festival con il piano di Alessandro Matteucci

Edoardo Pandolfi, studente dell’Isi Pertini di Lucca, ha intervistato Alessandro Matteucci, che parteciperà questa sera (21 ottobre) alla serata di chiusura del Lucca Underground Festival 2017 ad Artemisia con un intrattenimento musicale jazz al pianoforte insieme al batterista Marcello Sanna. Matteucci è anche titolare della pizzeria Sale&Sole di San Pietro a Vico, che è uno degli sponsor del festival.

Cosa ne pensa della cultura underground?
Penso che sia l’espressione di tutto quello che non rientra nei canoni commerciali e della cultura di massa, un’espressione di altre linee di pensiero, e ritengo opportuno promuoverla perché ha canali di diffusione o pubblicità sicuramente diversi e meno capillari
Come si sente a far parte di un festival della cultura underground unico in Italia?
Mi sento fortunato! Anche perché entrerò in contatto con altre persone e altri artisti e potrò conoscere cose della cultura underground che prima non sapevo.”
Quale contributo pensa di dare al festival?
Un piccolo contributo musicale: portare un brano standard. Suoneremo in duo, pianoforte e batteria. Dato che all’interno del Lucca Underground Festival esiste una rassegna dedicata alla beat generation, che è uno stile letterario che si sviluppa in contemporanea con il Jazz, cercheremo di suonare musica che richiami quello stile musicale che si sviluppò negli anni ’40 in modo da fornire una colonna sonora per una delle tematiche portanti del festival
Con la musica cosa vuole esprimere?
Cerco di esprimere ciò che non si riesce ad esprimere a parole, come diceva Gershwin, compositore classico strettamente collegato al Jazz: lui diceva che “la musica è la scienza delle emozioni”, la musica è uno strumento con cui si può uscire dalla società
Per quale motivo lei suona il pianoforte?
Di preciso non lo so, ho cominciato da molto piccolo, c’era un amico di famiglia che era un violinista e mi ha indirizzato verso la musica; ho provato vari strumenti da piccolo ed è nata la passione per il pianoforte, anche perché iniziando a suonarlo mi sono reso conto che è lo strumento più completo
Dato che il genere underground viene identificato come musica non di massa, ritiene corretto definirlo musica sperimentale? Se sì, quali sono le caratteristiche della musica sperimentale e quali sono gli autori ai quali si ispira?
E’ sicuramente musica sperimentale, lo è perché prevede l’improvvisazione, non si può parlare di jazz se non c’è improvvisazione, col tempo il jazz ha assimilato da tutti i generi musicali, però ancora oggi se sentiamo un gruppo jazz che suona una canzone dei Beatles è sempre jazz e c’è l’improvvisazione; infatti al Lucca Underground Festival improvviseremo, altrimenti non ci sarebbe quel senso di diversità che proveremmo a dare. Non ci sono caratteristiche precise perché questa musica si basa sull’improvvisazione. Principalmente mi ispiro ai jazzisti ma anche ad artisti celebri come Mozart e Beethoven.

Edoardo Pandolfi
Studente Isi Pertini Lucca