Esposte in San Frediano le reliquie ritrovate di San Cesario

Lo scorso mercoledì (1 novembre) sull’altare della cappella dell’Annunziata della basilica di San Frediano è stata esposta per la prima volta l’urna-reliquiario contenente sei ossa integre di San Cesario, accanto alla nuova icona del diacono, realizzata dall’artista Giovanni Guida di Cesa (Caserta) in occasione del 1910° anniversario del martirio (107 d.C. – 2017).
Nel 2009 monsignor Michelangelo Giannotti, vicario generale della diocesi di Lucca e rettore della basilica di San Frediano, ritrovò il reliquiario di San Cesario (identificato attraverso il cartiglio in latino Ossa sex S. Cæsarii Diac. M., incollato sull’omero del santo) nel deposito della curia tra gli oggetti non inventariati pervenuti dalle chiese dismesse della diocesi.
Cesario, o Cesareo, diacono e martire di Terracina non è un santo locale; è il santo tutelare degli imperatori romani; fu il martire scelto per sostituire e cristianizzare il culto di Giulio Cesare a causa del suo nome, che significa “devoto a Cesare”). E’ molto famoso nel mondo perché è anche il santo invocato per la buona riuscita del parto cesareo (viene invocato, quindi, per la protezioni delle madri che dovranno ricorrere al cesareo e per i nascituri) e contro le inondazioni dei fiumi (soprattutto il Tevere ed il Panaro) e gli annegamenti, nel ricordo della modalità di esecuzione del suo martirio.
Secondo la tradizione, le suddette reliquie sarebbero state donate dal papa Alessandro II all’antico monastero di San Ponziano di Lucca nel 1062. C’è un’antichissima testimonianza sul culto di San Cesario di Terracina nella città di Lucca: nella biblioteca comunale di Palermo si conserva un codice messale, attribuito alla chiesa dell’antico monastero di San Ponziano di Lucca e datato tra 1095 e 1160, in cui si riscontrano le principali feste dei santi che sono particolarmente venerati nella diocesi di Lucca, tra cui quella del diacono Cesario all’1 novembre.
Dalle ossa del diacono Cesario conservate nella chiesa di San Ponziano, nel corso dei secoli, furono estratte piccole reliquie e donate ad alcuni edifici di culto della diocesi di Lucca: alla chiesa di Santa Maria Corteorlandini (dove alcuni frammenti del braccio, con cartiglio in latino S. Cæsarii Mart., si conservano in un reliquiario multiplo a teca sotto l’altare maggiore), al monastero della certosa (dove alcuni minuti frammenti ex oss. S. Cæsarii diacon. Mart. Tarracinæ 1 nov. si conservano in un reliquiario multiplo) e alla chiesa di San Senzio, sconsacrata.
La chiesa di S. Ponziano fu indemaniata nell’Ottocento e le reliquie del diacono furono traslate nel monastero dell’Angelo di Lucca. Successivamente si perse completamente traccia dell’urna, fino ad arrivare al suo rintracciamento, avvenuto nel mese di dicembre di otto anni fa.
Il monsignor Giannotti, costatando lo stato del reliquiario e le condizioni delle ossa ricoperte dalla polvere e ragnatele, fece eseguire una ricognizione necessaria ad un intervento di pulitura e di risistemazione delle stesse; in quell’occasione fu tolto anche qualche piccolo frammento dalle ossa e furono fissati i sigilli che nei vari traslochi dai monasteri si erano staccati. Sul retro del reliquiario vi è il sigillo arcivescovile di fr. Giulio Arrigoni, ofmobs., Arcivescovo di Lucca (1849-1875).
L’1 novembre di quest’anno, in occasione della solennità di tutti i santi, l’urna di san Cesario diacono e martire, per la prima volta dopo il ritrovamento, fu esposta nella cappella Sandei, o dell’Annunziata, della basilica di San Frediano di Lucca dove tuttora è conservata in un armadio-reliquiario.