Dalla poesia ai drammi del Mediterraneo, viaggio in Photolux






Ventiquattro mostre sparse in location che invadono l’intero centro storico di Lucca, intercettandone i punti chiave. Partita oggi l’edizione 2017 di Photolux, la rassegna di arte fotografica (e non soltanto) creata e diretta da Enrico Stefanelli. Il concetto, dunque, è quello di un “museo diffuso” che raduna i migliori artisti mondiali dello scatto intorno ad un tema intriso di fascino ed attualità: il Mediterraneo.
Grande attesa, da subito, per la collettiva I-ΣMigrazioni, esposta a Palazzo Ducale, nata da un’idea di Enrico Stefanelli a cura di Flavio Arensi, Chiara Dall’Olio, Chiara Ruberti, Enrico Stefanelli, con allestimenti curati da Anna Lavezzoli. Partendo dalle migrazioni italiane del ventesimo secolo, tra immagini, video, audio e sculture, si ripercorre il lungo viaggio dell’uomo e le rotte che hanno solcato il Mediterraneo. La mostra, grazie al contributo e alla collaborazione della Fondazione Banca del Monte di Lucca, è stata resa inclusiva e accessibile alle persone con disabilità.
L’ospite d’onore di questa edizione è Bernard Plossu, che a villa Bottini porta un’altra esposizione estremamente attesa: L’Heure immobile. Métaphysique méditérranéenne, a cura di Ricardo Vazquez e Walter Guadagnini, trasfigura il Mediterraneo trasformandolo in un luogo misterioso e metafisico.
Come non soffermarsi, inoltre, sul lavoro di Josef Koudelka, maestro del fotogiornalismo e testimone oculare della Primavera di Praga nel 1968? Con Vestiges egli compie un viaggio attraverso 19 paesi del Mediterraneo, visitando più di 200 siti archeologici greci e romani.
Tra gli italiani, Paolo Verzone propone Cadetti, un lungo percorso che lega le accademie militari dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, mentre Diary of a Century, con gli scatti di Jacques-Henri Lartigue, mostra il mondo dell’alta società tra gli anni Venti e Cinquanta del Novecento. La personale curata da Stefanelli si incentra invece sul Marocco, già al centro del lavoro di Albert Watson, che ne ha ricercato i tratti più tipici, mentre Nick Hannes con Mediterranean. The continuity of man racconta il mare dell’uomo, tra ghetti, villaggi turistici e viaggi della speranza.
Fondere la fotografia alla pittura è invece il proposito di Concrete Abstract dell’artista israeliano Shai Kremer: scatti sovrapposti e immagini ripetute danno vita a quelli che potrebbero sembrare quadri futuristi della ricostruzione del World Trade Center.
Sui passi del nonno – alpino in Libia negli anni Trenta – si colloca Francesco Fossa, con l’esposizione Lybia, the captain and me, mentre Marie Hudelot si è concentrata sulle tradizioni delle sue origini franco-algerine nel progetto Heritage Natif.
Sogni, immaginazioni e visioni sono invece al centro del lavoro di Polixeni Papapetrou, come la donna lo è nelle opere di Rania Werda che lega le figure femminili ai fiori e all’elaborazione grafica. E ancora: le identità marocchine di Leila Alaoui, fotografa morta nel 2016 a seguito dell’attentato a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, e il cibo e la gastronomia mediterranea nell’esposizione a cura del magazine Cook_inc.
Grande curiosità anche per gli scatti provenienti dal World Press Photo, con il pubblico che si raduna da subito intorno alll’attimo catturato da Bhuran Ozbilici, che ha immortalato l’attentatore che nel 2016 uccise ad Ankara l’ambasciatore russo Andrei Karlov, e il Leica Oskar Barnack Award, ormai appuntamenti fissi per Lucca e Photolux.
Nel programma espositivo si inseriscono anche il Prix Pictet 2017, vinto da Richard Mosse, il Photolux Award 2017, vinto da Domingo Milella, lo Young Curators Photolux Contest 2017, assegnato a Cristina Sanchez Blazquez, e PhotoBoox Award vinto da Mayumi Suzuki, Intarget Photolux Award 2017, con l’esposizione delle opere dei numerosi autori selezionati. Saranno poi presenti anche le mostre che raccolgono gli scatti realizzati nel corso di due progetti didattici realizzati da Photolux durante l’anno: Scatta la notizia, in collaborazione con Neapolis.Art e con il sostegno di Canon Italia; Photolux per le popolazioni colpite dal terremoto, in collaborazione con la Diocesi di Ascoli Piceno, Neapolis.Art e il sostegno tecnico di Canon Italia. Infine, sarà ospitata a Palazzo Tucci la mostra dei vincitori del challenge Scatta le dimore storiche, realizzato in collaborazione con Adsi Toscana e IgersLucca.
Tanti gli eventi in programma. Sarà Tony Gentile ad inaugurare i Leica Talk di Photolux Festival 2017. Domani (19 novembre), alle 16 nell’Auditorium di San Micheletto, l’autore della foto-simbolo della lotta alla mafia presenterà il suo progetto e libro La Guerra. Una storia siciliana. Accanto a lui siederà il direttore artistico di Photolux, Enrico Stefanelli, che l’ha voluto a Lucca in quanto testimone di quel Mediterraneo che è il tema di riferimento dell’edizione di quest’anno della Biennale internazionale di fotografia.
Fotografia e memoria, questi i due ambiti su cui si muove il libro-reportage di Tony Gentile, che racconta il quotidiano di una città, Palermo, e di un’isola piena di contraddizioni.
Gentile, fotografo dal 2003 per l’agenzia internazionale Reuters, è l’autore della famosa foto che ritrae i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino seduti uno accanto all’altro mentre sorridono. Era il 27 Marzo del 1992, Falcone e Borsellino si trovavano a Palermo per una conferenza a sostegno della candidatura di Giuseppe Ayala, collega magistrato, alle elezioni politiche. Tony Gentile, che all’epoca aveva 28 anni e lavorava per il Giornale di Sicilia, si appostò proprio di fronte al tavolo dei relatori e cominciò a scattare, fino a quella “sequenza 15” destinata a diventare l’immagine della sua vita. Fu anche scartata in un primo momento, ma dopo le stragi di Capaci e di Via D’Amelio divenne la foto simbolo dei siciliani e, in generale, di tutti coloro che lottano contro la mafia.
Le foto di Domenico Bertuccelli