Al Lucca Museum ‘Viaggio di sola andata’ di Galbusera



È un “moderno Ulisse” Pasquale Galbusera, artista in moto perpetuo, alla ricerca di quelle forme vive capaci di esprimere una tensione mai definitiva, spirituale e materica al tempo stesso. Così lo ha battezzato Angelo Parpinelli, presidente della Fondazione Lu.C.C.A museum, orgoglioso di ospitare negli spazi di via della Fratta Viaggio di sola andata, esposizione visitabile da domani (2 dicembre) al 4 febbraio. “Galbusera ha il dono di non conoscere punto di arrivo – ha sottolineato Parpinelli – e di saper instaurare un vero e proprio dialogo con il legno, materia che ha scelto come compagna del suo percorso. È un sollievo toccare le statue di Galbusera, metterci le dita dentro, percepirne il calore”.
La mostra mette insieme 60 opere, tra sculture lignee e dipinti, ed è stata curata da Maurizio Vanni. “Conosco personalmente Galbusera da 26 anni – ha esordito – e sono tre, di fatto, le parole che userei per presentare la sua storia. La prima è coerenza, perché Pasquale si è sempre dimostrato determinato e volitivo nei suoi percorsi; la seconda è legno, indice di una passione forte verso questo materiale vivo e comunicativo; la terza, infine, è viaggio, perché questo artista si è lasciato attraversare e cambiare dalle esperienze. Galbusera si è concesso al proprio tempo con generosità, ha ‘brandizzato’ i luoghi della liturgia. Dimostra – continua Maurizio Vanni – che l’artista cura un legame con il non visibile, con il non verbalizzabile, e non a caso le arti visive e sonore sono nate prima della parola”. Ha gli occhi di chi sa vedere oltre, Pasquale Galbusera: 74 anni e ancora una grande voglia di fare e di dare: dopo la cripta di San Francesco nella basilica papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, ad Assisi, è stato quest’anno chiamato a curare l’arredo liturgico della nuova cattedrale di Danzica dedicata a San Giovanni Paolo II. “Non voglio essere chiamato maestro – premette Galbusera – perché se mi ritenessi tale non avrei altro da imparare, non vedrei altri passi da compiere. Lavorare con il legno è un’occasione di crescita continua, è una relazione di odio e di amore insieme: a volte – spiega – il legno non si concede subito, non si fa toccare e modellare finché non è pronto ma quando lo è, l’energia che sprigiona è potente e risanatrice. A volte ho l’impressione che il legno mi sorrida, quando riesco a lavorarlo al meglio, quando so affinare l’abitudine di sentire la materia: è una grande ricompensa. Per fare arte oggi, in un tempo dominato dal digitale, occorre sentimento. Saper toccare, riconnettersi alla materia, viverne la sensualità e usare le mani, osservando i colori che cambiano con il contatto. Di questo abbiamo bisogno, prima di tutto come uomini e come donne”. Molti i tipi di legno che Galbusera tratta: ha un enorme atelier, vicino Milano, dove lavora instancabilmente e dove custorisce materiali diversi acquistati nel tempo – e, tra questi, l’ulivo di Sicilia, con il quale avverte un forte legame spirituale. “Ultimamente mi sto cimentando con l’arte orafa – afferma – perché volevo mettermi alla prova nel portare nel piccolo le forme usate nel grande”. Tra i suoi ultimi lavori, un pastorale e un pettorale per Papa Francesco che dell’artista ha apprezzato il suo modo di tradurre in forme il bisogno di essenzialità e semplicità.La mostra ha ottenuto il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Lucca, Opera delle Mura, Camera di Commercio di Lucca, Confindustria Lucca, Confcommercio Province di Lucca e Massa Carrara, Confesercenti Toscana Nord, Confartigianato Imprese Lucca con il supporto di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Gesam Gas+Luce. Per l’occasione sarà presentata in anteprima una prestigiosa monografia in due volumi (760 pagine, 1.000 illustrazioni) su tutta l’opera di Pasquale Galbusera realizzata dalla casa editrice Skira con testi di Maurizio Vanni.
Pasquale Galbusera, breve biografia artistica
Il dipinto e il disegno costituiscono il punto di partenza imprescindibile della ricerca artistica di Galbusera, la prima esposizione di disegni e acquerelli è dell’inizio degli anni Settanta: la semplicità e la chiarezza segnica di quelle prime opere sono accompagnate da un utilizzo fantasioso del colore. Nel 1976 realizza la prima scultura in legno, è il tempo della consapevolezza, della personalità che cresce. Gli anni Ottanta sono fondamentali per la produzione di Galbusera: dà forma alla prima scultura in bronzo e approfondisce la tecnica della ceramica e dei bassorilievi in legno d’acero creando opere eleganti; cerca un confronto con altri legni anche attraverso sperimentazioni legate alla simbiosi di due essenze diverse; aumenta le dimensioni delle sculture riservando massima attenzione all’interazione tra volume, spazio, luce e colore. Gli anni Novanta sono caratterizzati da lavori sempre più intraprendenti con l’utilizzo di materiali diversi come il bronzo, l’ottone, la porcellana e il vetro, insieme alla ricerca condotta su nuovi legni. Il Duemila si apre con una impensabile sfida alla forza di gravità, con sculture monumentali imponenti e un tortuoso confronto creativo con l’olivo. Di questo periodo sono le sperimentazioni su tessuto. Il nuovo millennio si contraddistingue, inoltre, per una grande produzione sacrale, un viaggio nella spiritualità contemporanea, in cui Galbusera non viola la sacralità dello spazio e dell’oggetto ma aggiunge a un alfabeto già autorevole lettere nuove, complementari e compatibili con quelle esistenti. In questo ambito si inserisce nel 2005 la suggestiva e totale ristrutturazione, tramite opere lignee e arredi liturgici, della Cripta di San Francesco nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola ad Assisi. Nel 2017, l’arcivescovo di Danzica Sławoj Leszek Głódź affida a Galbusera l’incarico di realizzare il progetto per l’arredo liturgico della nuova cattedrale che sarà dedicata a San Giovanni Paolo II.