Gli scacchi di Domeniconi in mostra al Lucca Museum

5 dicembre 2017 | 11:20
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Gli scacchi di Domeniconi in mostra al Lucca Museum

Gli scacchi come gioco intellettuale per eccellenza, ma anche come rappresentazione mitica dell’universo ordinato. Si muovono lungo questo percorso di ricerca i dipinti dell’artista emiliano Simone Domeniconi che espone negli spazi del Lu.C.C.A. Lounge & Underground con una personale dal titolo Life in a game, a cura di Maurizio Vanni. La mostra, prodotta da Mviva in collaborazione con la galleria d’arte Enrico Paoli, sarà visitabile fino al 4 febbraio 2018 con ingresso libero. Da non perdere l’inaugurazione alla presenza dell’artista, che si terrà sabato (9 dicembre) alle 17,30 durante la quale sarà presentato il catalogo realizzato in occasione dell’esposizione lucchese. 

L’originalità del lavoro di Domeniconi parte dalla scelta di riprodurre un “momento vero e cruciale” di partite a scacchi passate alla storia, con tanto di pezzi reali correttamente posizionati sul supporto in tela o tavola. I fondi non rappresentano la classica scacchiera, ma si trasformano in una narrazione visiva che prende spunto da qualcosa di straordinario e suggestivo accaduto nello stesso anno in cui fu giocata la celebre partita. Uno scandalo, una tragedia, un caso politico, un fatto o un cambiamento di qualunque genere che hanno modificato il corso della storia in un ambito specifico diventano il presupposto per catapultare la vita all’interno del gioco. Da questo gioco scaturiscono anche dipinti privi di precisi riferimenti spazio-temporali, dove i contendenti si sfidano in una costante tensione verso l’equilibrio tra ragione e istinto. Lo spazio sul quale si muovono i pezzi ha, tra gli altri, un valore metafisico, filosofico e morale: i due principi che muovono l’universo sono radicalmente opposti tra di loro come luce e ombra, finito e infinito, vita e morte. Il segreto del reale è riposto nelle cose della quotidianità, ma anche in un’oggettività che trascende la loro percezione tradizionale. “Domeniconi – spiega Maurizio Vanni – ci invita ad andare oltre ciò che vediamo proprio nel momento in cui non vuole determinare in un unico senso i suoi lavori. Gli elementi delle sue composizioni sono prevedibili solo in apparenza: i volumi si autodefiniscono di fronte al fruitore attraverso una realtà ri-programmata e ri-progettata con dati reali, uniti a componenti memoriali e ideali. La sua non è mai una denuncia sociale, piuttosto un momento di raccoglimento, un atteggiamento di riflessione, un desiderio di conoscenza e auto-conoscenza, una proposta visiva legata a più livelli percettivi che potremmo considerare esoterica in quanto intrisa di segni e simboli che vanno oltre il loro valore iconografico diretto”. Un po’ come un moderno archeologo, Domeniconi seleziona gli strumenti per scavare e vivere esperienze di prima mano, e mentre indaga il passato coi suoi misteri ed enigmi riflette sull’assoluto e sul senso dell’esistenza umana. “Le proposte visive di Domeniconi – conclude il curatore – ci spingono a prendere in considerazione il gioco della vita nella consapevolezza che ognuno, scegliendo le mosse appropriate, può diventare artefice del proprio destino rispettando le regole in divenire di qualunque partita, ma senza allontanarsi troppo dai dati anagrafici della propria anima”. Simone Domeniconi nasce a Carpi, in Emilia Romagna, nel 1972. Fin da giovanissimo manifesta una precoce vocazione per la poesia – sbocciata in seguito sui banchi del liceo – che lo porterà a ricevere prestigiosi riconoscimenti, tra i quali il Premio internazionale del San Domenichino e il Premio Alpi Apuane. Nel frattempo scrive, dipinge, organizza eventi, si confronta con artisti ed intellettuali. In particolare frequenta lo studio del pittore americano Robert Carroll, e quello del maestro e docente d’accademia delle belle arti di Carrara, Fabio Grassi. In pittura, dopo gli esordi figurativi e alcune sperimentazioni, la sua particolarissima ricerca si volge ad una narrazione estetica ispirata al gioco degli scacchi, ricerca che sta destando un crescente interesse anche al di fuori dei confini nazionali. Attualmente vive e lavora in Versilia. Diversi i critici e gli storici dell’arte che hanno scritto di lui, tra cui Luciano Caprile, Maurizio Vanni, Robert Carroll, Penesta Dika e Giovanni Faccenda. La mostra sarà visitabile tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 10 alle 19.