Torna in mostra a Villa Guinigi il Cristo di Civitali

23 gennaio 2018 | 17:20
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Torna in mostra a Villa Guinigi il Cristo di Civitali
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Torna in mostra a Villa Guinigi il Cristo di Civitali
Torna in mostra a Villa Guinigi il Cristo di Civitali
Torna in mostra a Villa Guinigi il Cristo di Civitali

Dopo oltre 70 anni Lucca recupera una preziosa parte del proprio patrimonio artistico. È stata infatti presentata questo pomeriggio (23 gennaio) a Villa Guinigi, alla presenza delle maggiori autorità cittadine, l’opera di Matteo Civitali recuperata di recente dai carabinieri e sparita da Lucca in tempo di guerra.
Il Cristo Eucaristico, questo il nome dell’opera, è una creazione in terracotta policroma risalente alla prima metà del cinquecento circa e che era stata per l’appunto trafugata nella chiesa di Santa Maria della Rosa dalle truppe naziste nel 1944. Il cristo è entrato poi nei circuiti del mercato d’antiquariato illegale e recuerato, dopo anni di indagini e verifiche, dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze grazie alla collaborazione con la Procura della Repubblica di Lucca e della Soprintendenza dei beni culturali di Lucca e Massa Carrara. L’opera sarà esposta all’interno del Museo nazionale di Villa Guinigi, nella sala dedicata al rinascimento e che ospita già altre opere di Civitali, prima di tornare nel proprio luogo naturale, cioè la chiesa di Santa Maria della Rosa una volta che saranno ultimati i lavori di restauro.

Entusiasta per questo recupero il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini: “Non capita spesso che un’opera d’arte torni a casa e per questo devo ringraziare la Procura, la Soprintendenza e i carabinieri per il lavoro svolto. Civitali è il maggiore artista del nostro rinascimento ed avere quest’opera all’interno di un percorso museale come questo è una bella emozione”.
“Ogni opera d’arte – continua il sindaco – rappresenta una tappa fondamentale della nostra civiltà: un percorso di cui dobbiamo andare orgogliosi. Ogni volta che si da una valore materiale ad un’opera d’arte si commette un atto improprio. È impossibile dare un valore all’arte. Aver recuperato quest’opera è un fatto meritorio”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal Stefano Casciu direttore del Polo Museale della Toscana: “Siamo felicissimi di poter ospitare quest’opera in un posto che la valorizza prima che questa torni nel proprio luogo di origine o dove sarà deciso. Un’opera che, nel corso del tempo, ha subito vari passaggi ed è stata danneggiata ma in cui è possibile comunque vedere la mano raffinatissima del Civitali”.
“Villa Guinigi – gli fa eco il soprintendente Luigi Ficacci – è la sede ideale per ospitare quest’opera. Un’opera che, lo ricordo, è ancora oggetto di indagine da parte della magistratura. Ma questo non ne inibisce il valore artistico e pubblico. Per questo, dobbiamo ringraziare la visione illuminata del Procuratore della Repubblica che ha voluto che l’opera fosse fruibile dalla cittadinanza”.
“Dopo la Seconda guerra mondiale – spiega Ficacci – l’Italia si dotò di un copro tecnico per il recupero delle opere d’arte trafugate. Nacque così il Nucleo tutela del patrimonio artistico. Un ente che, all’epoca, era unico nel suo genere e che è stato molto imitato”.
Alla cerimonia era presente anche l’arcivescovo di Lucca, Monsignor Italo Castellani che è, in effetti, il legittimo proprietario dell’opera: “Sono felice di sentire quest’oggi una sinfonia istituzionale volta ad arricchire una città che è già uno scrigno d’arte. Mi unisco anch’io ai ringraziamenti per il lavoro svolto. È bello che la città possa ammirare e venerare quest’opera, è giusto poi che questa torni al suo luogo naturale. L’attività artistica ha una funzione evangelizzatrice fondamentale: con quest’opera, Civitali è riuscito a far comprendere a tutti la profondità del mistero di Gesù. Civitali lo ha espresso nel flusso di sangue che rappresenta l’amore di Dio”.
Un appello ad un maggiore impegno da parte di politica e istituzioni per il recupero delle opere d’arte è stato fatto dal procuratore della Repubblica di Lucca Pietro Suchan: “Il recupero di quest’opera è da apprezzare e sottolineare. E ringrazio anch’io i carabinieri per il loro lavoro. Ma una sola non basta: quante ce ne sono ancora che devono essere recuperate? Questo potrebbe essere un momento di riflessione sul valore inestimabile che ha l’arte per Lucca e per l’Italia. Siamo molto indietro da questo punto di vista: serve un maggior impegno, anche politico, perché l’attività giudiziaria da sola non basta. Anche magistratura e pubbliche amministrazioni sono chiamate a fare qualcosa in più. I mezzi tecnici ci sono: serve andare oltre l’immediato”.
“Mi auguro che quest’opera sia vista da moltissimi cittadini – conclude il procuratore capo -. E facciamola vedere anche a chi le danneggia quotidianamante: di fronte ad un’opera come questa, chi fa violenza su di esse dovrebbe ritirarsi in se stesso”.
A conclusione dell’incontro, ha parlato anche Lanfranco Disibio, comandante del nucleo tutela patrimonio culturale di Firenze che, in accordo con il procuratore Suchan, ha lamentato la scarsezza di mezzi per combattere contro questo tipo di reati: “Noi siamo stati solo una componente di un ingranaggio che ha funzionato bene. Ringrazio i miei collaboratori per il lavoro che hanno fatto. È vero che la nostra costituzione cita il patrimonio artistico culturale ma, oggi, le armi per combattere i reati contro il patrimonio sono spuntate. Se oggi siamo qui, lo dobbiamo al procuratore che ha creduto nel nostro lavoro ma non è scontato: non sempre riusciamo in questo obiettivo. Speriamo che ci sia occasione di ritrovarci qui per altri appuntamenti come questo”.

Luca Dal Poggetto