Scuola, scambio culturale bis tra Lucca e l’Eritrea

29 gennaio 2018 | 12:48
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Scuola, scambio culturale bis tra Lucca e l’Eritrea

Sono stati 8 gli studenti di Lucca che tra il 25 ottobre e il 5 novembre del 2017 hanno fatto esperienza dell’Eritrea, paese che per la prima volta ha accolto una visita di scambia culturale internazionale. Gli istituti superiori coinvolti, il tecnico agrario Busdraghi e quello per geometri Nottolini, hanno partecipato rispettivamente con una rappresentanza di 6 e 2 studenti. Un viaggio educativo, nel senso ampio del termine, che ha toccato le città di Asmara e di Massaua e che è stato raccontato dai suoi protagonisti oggi (29 gennaio), all’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, di fronte ai rappresentanti delle associazioni partner del progetto e agli studenti degli istituti Fermi-Giorgi, Pertini e Passaglia.

Il ponte gettato tra Lucca e l’Eritrea, grazie al sostegno della Fondazione Lucca Sviluppo – braccio operativo dell’ente di piazza San Martino, presieduta dall’avvocato Alberto Del Carlo – sarà ripercorso anche quest’anno da un nuovo gruppo di studenti che, a cavallo tra ottobre e novembre, si recheranno nell’ex colonia. “L’Eritrea ha lasciato un profondo segno dentro me, umano e conoscitivo – ha esordito Oriano Landucci, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lucca – e con determinazione intendo ampliare il progetto iniziato lo scorso anno, condividendolo sempre con la popolazione e il governo locale: è questa una condizione imprescindibile perché abbia successo”. Importante è stata la collaborazione dell’ufficio scolastico territoriale, che ha abbracciato l’iniziativa: “Voglio ringraziare anzitutto il preside Lazzari – ha commentato la dirigente Donatella Buonriposi – per essersi assunto la responsabilità di un progetto pilota così delicato, in un’area geografica non turistica, con tutti i disagi che questo può comportare per il quotidiano di ragazzi anche minorenni. Credo che questa esperienza – ha continuato – debba proseguire e consolidarsi nell’ambito di progetti di alternanza scuola lavoro. Penso per esempio a coloro che vorrebbero proseguire i loro studi in campo medico o infermieristico, che potrebbero dare supporto ai team sanitari che volontariamente si recano in Eritrea; ma anche chi ha materie tecniche nei propri corsi di studi potrebbe trovare interessante un’esperienza sul campo con degli ingegneri che lavorano sul fotovoltaico o su tecniche di dissalazione dell’acqua a impatto energetico zero. I nostri ragazzi – conclude Buonriposi – sanno assorbire il meglio da queste opportunità umane e culturali ed è compito della scuola offrirle, per ampliare davvero i loro orizzonti”. E in effetti l’entusiasmo dei giovani viaggiatori, questa mattina, era palpabile: “Mi ha colpito soprattutto la capacità di dialogo e convivenza tra due religioni diverse – ha commentato la 20enne Arianna Tessarolo, del Busdraghi – e il sorriso ripagante dei bambini incontrati”. Le fa eco Rocco Salani, di 18 anni: “I ragazzi che abbiamo conosciuto sono stati sempre molto accoglienti nei nostri confronti. Eravamo percepiti come persone che erano lì per aiutare e trasmettere conoscenze: è stato molto gratificante”. Concetto sul quale ritorna volentieri il preside Cesare Lazzari: “Il nostro valore è proprio quello di portare tecnica e professionalità in campo agrario e nella gestione del territorio. Voglio ricordare che la scuola italiana di Asmara è la più grande sotto l’egida del Miur oltre i confini nazionali. Lì insegnano docenti italiani, anche lucchesi, che ci hanno fatto da ponte per questa bella esperienza”. Giacomo Salvetti, studente di 19 anni, ha messo in evidenza l’attenzione dei colleghi eritrei: “Noi spesso perdiamo le occasioni d’imparare che ci vengono offerte, ascoltiamo annoiati i nostri insegnanti, inconsapevoli del privilegio che abbiamo. In Eritrea ho visto coetanei desiderosi di imparare cose nuove”. “Mi sono sentito in Italia fin da subito – ha evidenziato il 18enne Giulio Acunzo – perché il popolo eritreo ci è grato per le conoscenze e la cultura che abbiamo contribuito a far crescere”. “Non hanno niente, eppure sorridono – è il commento della giovane Tiziana Bini del Nottolini – e si comportano con grande dignità. Ricordo, in particolare, la reticenza che i lavoratori avevano nel farsi fotografare da noi al mercato”. Infine, Marco Chiocchetti: “Le nostre culture sono sì diverse, ma conservano molti punti in comune, sia nei comportamenti, sia nel gusto delle architetture”. Tra i partner del progetto, l’associazione onlus ‘Lucca-Massaua un lungo ponte’, rappresentata dall’asmarino Marcello Marchi: “Sono ritornato nei luoghi della mia infanzia nel 2005 e da quel momento ho sentito l’esigenza di fondare questa associazione, per supportare il lavoro di Padre Protasio che si adopera per l’istruzione dei ragazzi eritrei. La nostra azione – ha proseguito – è fondamentale per formare la futura classe dirigente e dare nuove opportunità di sviluppo a questo popolo che ci è amico. Come italiani dovremmo sentire la responsabilità del compito: se le cose cambieranno sarà anche grazie a noi”. Il progetto che coinvolge l’Eritrea è il settimo che la Fondazione Banca del Monte di Lucca, attraverso la Fondazione Lucca Sviluppo, coordina a sostegno dell’Africa. Lo ha ricordato Alberto Del Carlo: “Lucca si conferma una città aperta al mondo, capace di scambiare, attraverso i suoi giovani, rispetto e civiltà. Sono esperienze che portano reciproco arricchimento, nelle quali crediamo e che vorremmo potenziare in futuro arrivando a organizzare stage di giovani lucchesi in Eritrea e di giovani eritrei in Italia”.