Ricerche di Imt su sonno e sogni in tv su Rai2

9 febbraio 2018 | 11:18
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Ricerche di Imt su sonno e sogni in tv su Rai2

La scuola Imt alti studi Lucca sbarca su Rai2, nel programma di Roberto Giacobbo Morning Voyager. Continua a suscitare interesse, infatti, lo studio sull’origine dei sogni condotto dall’unità di ricerca MoMiLab di Imt, pubblicato qualche mese fa sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Neuroscience. Nei giorni scorsi una troupe della Rai ha raggiunto Lucca per incontrare il ricercatore Giulio Bernardi e scoprire dettagli sulla ricerca che indaga uno dei processi più intriganti e complessi del nostro cervello: quello che genera i sogni.

La trasmissione, a cui hanno preso parte anche il direttore della scuola Pietro Pietrini e il professor Emiliano Ricciardi, andrà in onda domenica (11 febbraio) alle 10 su Rai2.
Il sonno e i sogni sono stati oggetto di curiosità e di indagine sin dai tempi antichi e ancora oggi gli studiosi cercano di comprendere da quali processi cerebrali siano governati e quale sia la loro funzione. Giulio Bernardi, giovane ricercatore della Scuola, fa parte del team internazionale di studiosi che nei mesi scorsi è riuscito a misurare i processi che avvengono nella corteccia cerebrale in relazione alla generazione dell’attività onirica.
Lo studio, guidato da Giulio Tononi dell’Università del Wiscosin-Madison, frutto di una collaborazione tra ricercatori Usa, svizzeri e italiani, è stato condotto grazie all’utilizzo della tecnica chiamata elettroencefalografia ad alta risoluzione (high-density Eeg), che permette di registrare le variazioni dell’attività cerebrale con una elevata precisione attraverso centinaia di elettrodi distribuiti sulla testa, sul volto e sulla nuca. I partecipanti allo studio sono stati svegliati a intervalli casuali durante la notte e la presenza di eventuali sogni è stata indagata con appositi questionari.
Le analisi hanno rivelato che, indipendentemente dallo stadio del sonno, le esperienze coscienti legate ai sogni avvengono quando una particolare zona posteriore del cervello è attiva. Questo risultato dimostra che, contrariamente a quanto si riteneva fino ad oggi, i sogni possono avvenire in fasi del sonno molto diverse, a condizione che questa zona sia attiva, indipendentemente dal livello di attività registrato nel resto della corteccia cerebrale.
“Comprendere sempre più a fondo i meccanismi cerebrali – commenta il professor Pietrini – che sottendono la vita onirica è di importanza fondamentale per capire lo stato di coscienza durante la veglia, l’altra faccia della medaglia. Basti pensare alle condizioni di alterazione dello stato di coscienza che si hanno in alcune patologie psichiatriche – disturbi psicotici e demenza nell’anziano, ad esempio – e che ancora oggi rimangono difficili da affrontare da un punto di vista clinico”.