Studenti lucchesi in visita al sacrario di Redipuglia

13 febbraio 2018 | 14:23
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Studenti lucchesi in visita al sacrario di Redipuglia

La delegazione di studenti toscani, tra cui anche alcuni ragazzi lucchesi dell’Isi Pertini e del liceo Chini-Michelangelo di Lido di Camaiore, che prende parte parte al viaggio-studio Per la storia di un Confine difficile. L’Alto Adriatico nel Novecento organizzato in occasione del Giorno del ricordo da Regione Toscana, Istituti storici toscano e grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea e Ministero dell’istruzione, hanno fatto visita quest’oggi (13 febbraio) al sacrario di Redipuglia, in provincia di Gorizia. Il gruppo, accompagnato dalla vice presidente della Regione Toscana Monica Barni, è stato accolto dallo storico Franco Cecotti che ha tenuto una lezione su questo enorme monumento inaugurato il 18 settembre del 1938 da Mussolini, lo stesso giorno in cui a Trieste pronuncerà le leggi razziali.

Cecotti racconta come nessuna vittima provenga dalle “italianissime” Trieste e Gorizia, nonostante ci si trovi alle porte di queste due città in cui l’irredentismo ha trovato terreno fertile durante la guerra. Come mai allora nessun caduto proviene dai luoghi eletti per eccellenza? La risposta è semplice. Gorizia e Trieste appartenevano da tempo immemore all’Impero Austro-Ungarico e i soldati di queste terre combatterono per Francesco Giuseppe in Russia o in Galizia (oggi parte di Polonia e Ucraina), mai contro gli italiani guidati dal generale Cadorna.
Redipuglia nel dopoguerra, continua la lezione dello storico, servì a consacrare le vittime italiane. Si tratta del più grande sacrario militare italiano: fu realizzato su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni e rimanda al linguaggio monumentale tipico del fascismo, legato all’esaltazione della guerra e all’eroismo dei caduti. Fu costruito sul monte Sei Busi perché, seppur poco elevato, era la porta di accesso da ovest al Carso e fu teatro di tragiche battaglie.
Oggi Redipuglia ha una superficie totale di circa 52 ettari e ospita, oltre ai resti dei caduti in guerra, numerose opere commemorative ed espositive. Ognuno dei ventidue gradoni è coronato del sacrario dalle scritte in rilievo “Presente” e la sommità è dominata da tre croci.