I futuristi e l’incisione, mostra alla Fondazione Ragghianti

23 febbraio 2018 | 12:34
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I futuristi e l’incisione, mostra alla Fondazione Ragghianti
I futuristi e l’incisione, mostra alla Fondazione Ragghianti
I futuristi e l’incisione, mostra alla Fondazione Ragghianti

Si intitola Il segno dell’avanguardia. I futuristi e l’incisione la mostra che apre la stagione espositiva della Fondazione Centro Studi Licia e Carlo Ludovico Ragghianti. L’esposizione curata da Francesco Parisi e Giorgio Marini è stata inaugurata oggi (23 febbraio) e sarà visitabile fino al 15 aprile. La mostra è dedicata a un aspetto meno noto, ma di grande interesse, del fenomeno futurista: la grafica e l’incisione. Se, in effetti, si considera la pratica dell’incisione come un’arte lenta, è abbastanza improprio l’accostamento ad un movimento artistico, quello del futurismo appunto, che invece inneggiava alla velocità. La mostra invece, propone 146 opere dei maggiori artisti del primo novecento, tra cui Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Gino Severini, Luigi Russolo e molti altri, a riprova di un mondo poco noto ma ricco di suggestioni. La mostra vuole dunque restituire un panorama, il più vasto possibile, che comprenda sia i precedenti storici sia le ultime propaggini dell’attività grafica degli artisti coinvolti, in un arco temporale che dalla fine del 19esimo secolo arriva sino al 1944, anno in cui morì Filippo Tommaso Marinetti, che aveva fondato il Futurismo nel 1909. 
La mostra sarà visitabile dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 con ingresso a 3 euro. Potranno visitarla gratuitamente gli under 18 e tutti gli studenti delle scuole superiori, università, accademie d’arte e conservatori. Possibilità anche di visite guidate su prenotazione per gruppi e scuole al costo di 50 euro.

“Quella che inauguriamo quest’oggi sarà l’ultima mostra sotto la mia presidenza – ha esordito il presidente della Fondazione Giorgio Tori, introducendo l’esposizione -. Dopo 8 anni, era giusto cambiare. Spero che chi verrà dopo di me prosegua su questa linea: quello che ho cercato di imporre é una funzione propositiva della fondazione. La volontà di Ragghianti era che questo fosse un vero e proprio centro studi. In questo senso, spero che questa mostra concluda in maniera positiva il mio mandato”. 
Ad entrare nei dettagli della mostra è invece il direttore della Fondazione Ragghianti Paolo Bolpagni: “La scelta di aprire la nostra stagione con una mostra dedicata alla grafica non è casuale: Carlo Ragghianti infatti dette un contributo importante a questo tema che affrontò precocemente. È difficile associare incisione e futurismo: infatti, questa è la prima mostra realizzata su questo tema  in assoluto. Ringrazio i curatori della mostra Giorgio Marini e Francesco Parisi che ci rivelano un aspetto meno noto di questo mondo. Abbiamo in mostra 146 opere di grandissima rarità che provengono da oltre 20 collezioni private. Un ringraziamento va anche alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca che ci permette di realizzare queste iniziative”. 
A tornare sul rapporto apparentemente conflittuale tra incisione e futurismo è uno dei due curatori della mostra, Francesco Parisi: “C’è in effetti un’apparente incoerenza. Quello dell’incisione era un linguaggio fatto di lentezza: poteva servire anche una settimana per realizzare un’opera. Questo è in contraddizione con l’idea di velocità del futurismo. Inoltre Vittorio Pica, uno dei maggiori critici del tempo, parlava di un’arte aristocratica perché non tutti si potevano permettere un torchio, mentre il futurismo parlava alle masse”. 
Parisi passa poi a spiegare i criteri che stanno alla base della mostra: “L’unico testo sull’incisione dedicato ai futuristi è degli anni ’70 e descrive 15 incisioni: quindi il 10% circa del catalogo che presentiamo con questa mostra. Per recuperare queste opere abbiamo fatto una ricerca capillare in tutti i cataloghi delle mostre futuriste. Il criterio che abbiamo seguito nel selezionare le opere è stato che ogni artista doveva aver eseguito personalmente le matrici da cui poi sarebbero state fatte le stampe e che avessero partecipato con le loro opere almeno una volta alle mostre organizzate dai futuristi”.
“È stata una scommessa anche per noi – ha aggiunto l’altro curatore Giorgio Marini -. È mai esistita l’incisione nel periodo futurista? Forse anche noi all’inizio avremmo detto di no. Invece ci siamo addentrati in un mondo nuovo”. 
Il Futurismo, ultima corrente italiana che condizionò con veemenza l’arte europea, costituendo la spina dorsale di molte avanguardie, è esaltazione della modernità e della tecnica attraverso l’adozione di scelte formali anti-accademiche, in forte polemica con ogni tradizionalismo, in tutti i campi dell’espressione artistica. Sebbene tra i numerosi “manifesti”, redatti come proclami e in tono reclamistico, ne manchi uno intitolato L’incisione futurista, è innegabile che l’analisi di questo importante nucleo di fogli incisi e stampati direttamente dalle matrici (si sono escluse, in mostra, tutte le tecniche di riproduzione meccanica) possa essere finalmente un momento per comprendere quanto fossero diffuse tra i futuristi le pratiche incisorie. Gli esponenti del movimento creato da Marinetti predilessero soprattutto la xilografia e la linoleumgrafia, tecniche che, nella loro immediatezza e nell’uso di materiali sintetici, semplici da incidere, rispettavano e anzi esaltavano i princìpi stessi della modernità. Per comprendere meglio la storia della grafica futurista, il percorso espositivo è suddiviso in tre sezioni cronologiche: simbolismo, prefuturismo e futurismo. L’indagine – secondo il volere dei curatori – è allargata, dunque, anche alla produzione grafica di matrice simbolista, crepuscolare o d’intonazione divisionista che precedette il lavoro più propriamente futurista di alcuni artisti come Russolo, Sironi e Boccioni, che soltanto successivamente avrebbero aderito alle istanze marinettiane. Completano la rassegna opere grafiche di incisori che parteciparono al movimento futurista soltanto per una breve stagione. Una sezione a parte è dedicata alle pubblicazioni contenenti opere di grafica originale come cataloghi autoprodotti o libri illustrati, evidenziando in questo modo il contributo delle tecniche grafiche ‘originali’ alla vastissima pubblicistica futurista. Il catalogo, a cura di Giorgio Marini e Francesco Parisi, contiene approfondimenti e contributi sull’incisione futurista (a firma dei curatori e di Niccolò D’Agati e Giacomo Coronelli), oltre a un ricco apparato scientifico, ed è pubblicato in coedizione da Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull’Arte e da Silvana Editoriale.

Luca Dal Poggetto