Don Chisciotte in musical al teatro dei Rassicurati

Domani (11 marzo), alle 16,15, al teatro dei Rassicurati di Montecarlo è in programma l’ottavo appuntamento della venticinquesima edizione della rassegna teatrale Chi è di scena! Montecarlo 2018 organizzata dalla Fita di Lucca in collaborazione con il Comune di Montecarlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. La compagnia laboratorio teatrale dei Cantafole metterà in scena Don Chisciotte – il musical, commedia musicale di Giorgio Santarini e Maurizio Telloli liberamente tratta dal romanzo di Miguel De Cervantes.
Lo spettacolo. Una compagnia teatrale dovendo rappresentare alcune scene dell’opera di Cervantes prende lo spunto da queste per rivivere e raccontare i propri sogni, le amarezze, le gioie, le delusioni e le speranze. Il tutto sottolineato da un regista originale ed estroso, ma mai soddisfatto, che interviene continuamente e che vuole a tutti i costi avere successo.
La sua storia, quindi, si mescola continuamente con quella dell’Hidalgo della Mancia del quale invece viene messa a fuoco sia la notte della vestizione sia la disperata lotta contro i mulini a vento, ma soprattutto il suo folle ed ardente amore verso una donna, Dulcinea, che egli crede essere una gran dama ma che è soltanto una povera contadina. Accanto a lui, il fedele ma furbo scudiero Sancio che cerca sempre di dissuaderlo dalle sue folli imprese nelle quali viene spesso coinvolto.
Realizzare una commedia musicale (con testi, musiche e coreografie originali) sul Don Chisciotte non è stato per niente facile. Il taglio registico ha voluto sostanzialmente mettere in evidenza che è sbagliato suddividere l’universo in due grandi categorie: buoni o cattivi, sciocchi o furbi, poveri scemi o esseri superiori. È spesso fuori luogo, quindi, affibbiare anche l’epiteto ‘donchisciottesco’ a chiunque si ribelli alle regole del suo tempo ed alle tendenze dominanti e ha cercato di insinuare il dubbio che, alla fin fine, molti tratti tipici del protagonista sono altamente positivi soprattutto se paragonati al mondo di oggi: l’ideale verso cui tende continuamente, l’amore per la sua donna, il desiderio di giustizia e di onestà. Ed è da questo che nasce quel senso di nostalgia di cui parla, nel finale, il personaggio di Sancio, che non è per il personaggio in sé, quanto per quei tratti di idealismo che lui si porterà dietro nella tomba.