Brinzi nel ‘picchiatore fascista’, folla a Artemisia





Posti in piedi ieri sera (26 aprile) ad Artemisia per la replica di Autobiografia di un picchiatore fascista che ancora una volta, a poche ore dalle celebrazioni del 25 aprile, ha riscosso tantissimi applausi. Il monologo, portato in scena dall’attore lucchese Marco Brinzi e ancora in fase di lavorazione, racconta la storia di Giulio Salierno, attivista di spicco del Movimento sociale italiano romano degli anni Cinquanta. Condannato a trent’anni di reclusione per omicidio a scopo di rapina nel corso di un diverbio a seguito del quale uccide un ragazzo che aveva resistito al furto della sua auto nel quartiere di Roma Eur, Salierno fugge in Francia dove si arruola nella Legione Straniera ma viene catturato dall’Interpol e imprigionato in Algeria.
In carcere l’ideologia fascista che lo aveva animato fino a quel momento comincia a vacillare e il percorso di trasformazione giunge a compimento nelle carceri italiane dove Salierno sviluppa una nuova coscienza politica. Grida, colpi di armi da fuoco, imprecazioni, parole forti. Un Brinzi che sul palco riesce a portare e a far esplodere la sua personalità apparentemente timida ed introversa per un mix di emozioni a tu per tu con la storia.
Il monologo di Brinzi, inserito dall’amministrazione comunale di Lucca nelle celebrazioni per la Liberazione, è stato seguito la mattina del 24 aprile da 6 classi quarte e quinte dell’istituto Paladini e Giorgi, con oltre 200 studenti presenti e ieri da altre classi del liceo scientifico Majorana di Capannori. All’evento, oltre a un vasto pubblico di ogni età, hanno partecipato anche l’assessore Francesco Cecchetti, lo storico lucchese Emmanuel Pesi e la presidente di Anpi Rosalba Ciucci.
“Marco questa mattina ha incontrato degli studenti del Majorana – ha spiegato l’assessore Cecchetti – a cui ha fatto una sorta di lezione mettendo in gioco la sua arte e il suo talento. Quello che fa é una cosa davvero importante, mettersi a disposizione per far arrivare un messaggio. Come amministrazione ci interroghiamo sempre su come far capire ai ragazzi quello che é accaduto 70 anni fa. Purtroppo le nuove generazioni non hanno più nonni che hanno vissuto la guerra e la resistenza ed é difficile comprendere quando non si possiede qualcuno che racconta. Il rischio di cadere in errore quindi diventa sempre più forte e pericoloso, c’é bisogno di queste nuove forme per fare lezione”.
“Se le persone conoscessero la nostra Costituzione gli errori del passato non capiterebbero più”, ha aggiunto Rosalba Ciucci coinvolgendo il pubblico intonando le note di Bella Ciao.
“Un grande storico diceva sempre che la storia si fa con i piedi, ed é proprio così- ha concluso Emmanuel Pesi – per scoprirla dobbiamo recarci nei luoghi dove essa é accaduta, solo così riusciremo a raccontarla. Il nostro territorio é pieno di storie di Resistenza, storie bellissime che non sono mai state deposte negli archivi e che vivono impresse nella memoria dei paesi. Avere testimoni oggi é molto raro e per le nuove generazioni é una grave mancanza. Brinzi con questa rappresentazione fa davvero un ottimo lavoro. La storia, purtroppo, é successa e potrebbe ripetersi sempre, siamo sempre in pericolo”.
Giulia Prete