A Porta San Pietro la mostra di Anna Garibotti e Elvira Colognori

30 aprile 2018 | 10:32
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A Porta San Pietro la mostra di Anna Garibotti e Elvira Colognori

La normalità può essere straordinaria? Si tratta di un ossimoro o di un plausibile, evocativo accostamento di parole? La risposta è del tutto evidente nella mostra di pittura di Elvira Colognori e Anna Garibotti, che sarà inaugurata sabato (5 maggio) alle 17,30 nel Castello di Porta San Pietro, sulle Mura urbane. Una mostra a cura del critico d’arte Marco Palamidessi, intitolata, appunto, La mia straordinaria normalità.

Elvira e Anna sono due carissime amiche che hanno condiviso le prime esperienze artistiche e che trovano oggi la necessità di camminare vicine nel mondo dell’arte. Un mondo dove l’individualismo regna assoluto ed è raro vedere pittrici che uniscono le proprie visioni del mondo e i frutti espressivi che le rappresentano. Come sottolinea il curatore della mostra, Marco Palamidessi “in questo nuovo appuntamento e soprattutto per questo confronto artistico con Anna, Elvira Colognori ha deviato temporaneamente dal suo cammino. Una presa di distanza, una sosta meditativa, un distacco dalle tematiche precedenti dove l’attenzione rivolta all’uomo si è ora indirizzata verso la sua ‘straordinaria normalità’: i dipinti sono pagine di un diario scritto con il verbo e la sintassi delle immagini, dove il discorso figurale è sempre una lucida metafora di un’idea più alta e universale”.
Come d’abitudine, Elvira Colognori destinerà l’intero ricavato della vendita delle sue opere in attività benefiche. Quest’anno sarà la volta di Lucca Tuareg, un’associazione che si dedica alle popolazioni nomadi del Nord Niger, per le quali ha già realizzato numerosi progetti di promozione e sviluppo come due scuole per nomadi, pozzi per l’acqua, adozione a distanza di famiglie indigenti e di giovani per corsi di formazione.
“Di Anna Garibotti, pittrice incline alla delicatezza e all’incanto, continuiamo ad apprezzare il temperamento garbato e lo spirito romantico di raffinata sensibilità, che si ritrovano nei riverberi emozionali ricevuti dalla contemplazione di ciò che la circonda: l’ambiente della vita e la costellazione dei ricordi, gli amatissimi fiori e le visioni affioranti da scandagli emozionali, che – nota Palamidessi – costituiscono il suo imprescindibile lessico familiare, pieno di delicatezze e armonie”.