Della Nina: “Riscopriamo le tradizioni legate al culto di San Davino”

28 maggio 2018 | 12:01
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Della Nina: “Riscopriamo le tradizioni legate al culto di San Davino”

Un tempo si diceva: “Per San Davino, le ciliegie per un quattrino”, a significare che quando cade questa ricorrenza, il 3 giugno, i ciliegi sono nel massimo splendore ed i loro frutti si possono acquistare a buon mercato. Su questa particolare ricorrenza, è intervenuto l’esperto di tradizioni locali Giampiero Della Nina che ha voluto ricordare quali erano i riti legati a questo santo.

“Davino, è un santo di origine armena, ma lucchese d’adozione – spiega Della Nina -. Si racconta che distribuì ai bisognosi il ricavato dalla vendita di tutti i suoi beni, per mettersi in cammino e visitare i luoghi santi: il sepolcro di Cristo a Gerusalemme, le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo a Roma e di San Giacomo a Santiago di Compostela. Correva l’anno 1050 quando, di ritorno da quel suo lungo viaggio, ammalato, fu ospitato a Lucca nel piccolo ospedale che sorgeva nella chiesa di San Michele. Poi, si stabilì in casa della vedova Atha. Morì, come aveva predetto, il 3 giugno dello stesso anno devastato dalle penitenze e fatiche cui si assoggettava. Sepolto in San Michele in Foro, la salma fu riesumata a furor di popolo a seguito dei miracoli che le si attribuivano; fu portata in chiesa e posta in un’urna nell’altare di San Luca. Finalmente, nel 1592, le sue reliquie furono traslate sotto l’altar maggiore ed esposte ai fedeli i quali, ogni 3 giugno, accorrevano numerosi a venerarle”.
Quest’anno, su iniziativa del parroco di San Michele, don Lucio Malanca, con la collaborazione del Lions club Lucca Le Mura e della Fondazione della Cassa di Risparmio di Lucca, San Davino verrà celebrato con una serie speciale di eventi (tavole rotonde, libri, cerimonie religiose) a partire da sabato prossimo (2 giugno) vigilia della sua festa. Il tutto per far conoscere questo santo, prodigioso guaritore. Si diceva infatti che San Davino guarisse le emicranie, ed anche le più ribelli.
“La mattina del 3 giugno – spiega ancora Della Nina – la chiesa di San Michele si riempiva di fedeli provenienti dalle campagne e dalle montagne, anche le più remote, della Lucchesia in attesa che il sacerdote imponesse sulle loro teste il portentoso berretto di San Davino che si credeva avesse il dono di curare l’emicrania. Non sappiamo se domenica prossima verrà riesumato quel santo berretto ed imposto come si faceva un tempo. Bello sarebbe far rivivere questa originalissima tradizione”.