Pietro Ichino a Lucca presenta il suo libro autobiografico

Un racconto intimo in cui le vicende pubbliche si intrecciano alla storia di una famiglia italiana, che raccoglie in sé l’eredità ebraica e di un cattolicesimo dalla forte vocazione sociale e che ha eletto la Versilia a proprio “luogo dello spirito”. E così, dalle persecuzioni razziali al Concilio Vaticano secondo, dal ’68 all’assassinio Calabresi, dal Pci di Pietro Ingrao fino alle riforme del diritto del lavoro, la “casa nella pineta” diventa il crocevia di vite vissute con singolare intensità. Tutto questo è La casa nella pineta. Storia di una famiglia borghese del novecento (Giunti editore), libro autobiografico dell’ex senatore e giuslavorista Pietro Ichino che sarà presentato giovedì (14 giugno) alle 17,45 nella sala assemblea di Palazzo Bernardini, sede di Confindustria Toscana Nord, alla presenza dell’autore.
L’incontro, guidato dal direttore del Corriere fiorentino, Paolo Ermini, è organizzato dalla Fondazione Giuseppe Pera, in collaborazione con Confindustria Toscana Nord e Rotary Club di Lucca, e rientra nel ciclo di appuntamenti che la Fondazione organizza ormai abitualmente da diversi anni. Appuntamenti con noti esponenti di diritto costituzionale e del lavoro, sociologi, giornalisti, voci di peso dell’attualità: un modo, come più volte spiegato anche dalla presidente Ilaria Milianti e dal direttore Marco Cattani, per rendere accessibile a quante più persone possibili un tema che riguarda e attraversa la vita di tutti, i diritti, in particolare quelli applicati al mondo del lavoro. Di questo e di temi più legati all’attualità si parlerà durante la presentazione, che ripercorre, attraverso il punto di osservazione privilegiato di quella casa immersa nel verde, a Forte dei Marmi, la storia recente del nostro paese. Nella primavera del 1962 la famiglia Ichino riceve una visita dell’amico don Lorenzo Milani: fu in quella occasione che il priore, rivolgendosi a un Pietro allora tredicenne, invitò il ragazzo a restituire tutto per non essere nel peccato. Marchiato a fuoco da quel monito, il protagonista decide di non intraprendere la carriera di avvocato al fianco del padre amatissimo per dedicarsi al movimento operaio. Si ritroverà cooptato nel “palazzo del potere” per poi farsi cacciare, studiare il diritto del lavoro nell’epoca drammatica della fine delle ideologie e del terrorismo rosso, per poi tornare con una nuova fiammata al passaggio del millennio.