Cartier-Bresson e America, mostra al Lucca museum

“Lo straordinario nell’ordinario”: è il mantra dell’artista capace di cogliere con uno scatto un frammento di vita comune, rendendolo eterno. E’ il manifesto di Henri Cartier-Bresson, al quale (dal 16 giugno all’11 novembre) il LuCCA – Lucca Center of Contemporary Art dedica una mostra ad hoc, relativa al suo periodo americano. L’esposizione, che prende il nome, appunto, di Henri Cartier-Bresson. In America, è curata da Maurizio Vanni ed organizzata in collaborazione con Magnum Photos e Fondation Henri Cartier-Bresson con il supporto di Mviva.
La mostra si compone di 101 immagini in bianco e nero, capaci di riunire gli scatti che il fotografo parigino – fondatore insieme a Robert Capa, George Rodger, David ‘Chim’ Seymour e William Vandivert della Magnum Photos – realizzò negli Stati Uniti a partire dalla metà degli anni Trenta, quando visitò per la prima volta il Paese, fino alla fine degli anni Sessanta. Lavori, questi, che sono riusciti a catturare la realtà e l’essenza della vita americana di allora, mostrando in particolare la diversità della ricca società americana. “Cartier-Bresson – afferma il curatore Maurizio Vanni – posa il suo sguardo sulla società dei consumi per eccellenza e sul suo mondo effimero frapponendo la sua arte senza tempo, durevole e solida alla fragilità e fugacità di una comunità che ha smarrito il senso vero dell’esistenza. La rincorsa di un modello di vita utopico, votato all’eccesso, al sogno, alla grandezza, alla rottura delle convenzioni, alla tecnologia risulta essere più vicino alla fiction che alla realtà, che si manifesta così in tutta la sua banalità, disperazione e crudezza”.
Cartier-Bresson nasce in una famiglia alto borghese e, fin da piccolo, è attratto dal mondo dell’arte e della cultura. “Inizia a disegnare molto presto – prosegue Vanni – ma sente che quell’espressione artistica non gli consente di cogliere l’attimo come vorrebbe. Per questo acquista una macchina fotografica Leica ed inizia a raccontare in una chiave diversa, bloccando l’attimo. Nel ’33 ecco il suo primo reportage in Spagna, mentre nel ’35 viaggia in America, dove si avvicina al mondo del cinema. Ladro leale e fotografo autodidatta, ‘ruba’ prospettiva, inquadrature e chiaroscuri dalle sue esperienze precedenti, dando vita ad uno stile unico”. Il presidente del museo, il dottor Angelo Parpinelli, pur esprimendo grande soddisfazione per la nuova mostra si toglie qualche sassolino dalla scarpa: “Oggi avremo qui a Lucca Francois Hebel, direttore della fondazione Henri Cartier-Bresson di Parigi. E’ innamorato di Lucca e del museo: quest’esposizione, del resto, rappresenta ancora una volta l’altissimo livello che siamo capaci di produrre qua. La nostra attività prosegue ormai da dieci anni e continueremo su questa strada, ma devo dire che l’entusiasmo iniziale va smorzandosi, perché non assistiamo, da parte della città, alla risposta che meriteremmo”.
La mostra ha ottenuto il patrocinio di Regione Toscana, Comune di Lucca, Opera delle Mura, Camera di Commercio di Lucca, Confindustria Lucca, Confcommercio Province di Lucca e Massa Carrara, Confesercenti Toscana Nord, Confartigianato Imprese Lucca con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Gesam Gas+Luce. L’esposizione è aperta dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 19.
Paolo Lazzari