Elio Martinelli, 70 anni di design in mostra

29 giugno 2018 | 12:20
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Elio Martinelli, 70 anni di design in mostra
Elio Martinelli, 70 anni di design in mostra
Elio Martinelli, 70 anni di design in mostra
Elio Martinelli, 70 anni di design in mostra
Elio Martinelli, 70 anni di design in mostra
Elio Martinelli, 70 anni di design in mostra

La lampada Cobra, disegnata da Elio Martinelli (1922 – 2004), ha compiuto cinquant’anni. E quale migliore occasione per premere il tasto ‘pausa’ e ripercorrere, lungo un percorso monografico nello showroom di via Santa Lucia, la storia del designer che ha portato il nome della sua azienda e della città di Lucca al Moma di New York. Sarà inaugurata oggi (29 giugno) alle 17, con la premiazione del contest Cobra Reloaded riservato a giovani under 35, la mostra Elio Martinelli e la Martinelli luce. Un’esposizione già presentata alla Triennale di Milano nel mese di aprile, che prende le mosse da 23 riletture originali della celebre Cobra con texture firmate da designer diversi, e che prosegue accompagnando il visitatore lungo i decenni che hanno visto affermarsi l’identità artistica del brand lucchese, dagli anni ’60 fino alle collaborazioni attuali.

È la figlia di Elio, Emiliana Martinelli, a far parlare gli oggetti esposti col suo racconto: “Fin da bambina sono stata l’ombra di mio padre: è standogli vicino, giorno dopo giorno, che ho iniziato ad amare questo lavoro tanto da sceglierlo. Un esempio, il suo, di apertura continua e di dialogo con i maggiori architetti e designer che, in quegli anni come del resto anche adesso, gravitavano soprattutto intorno a Milano. Eppure – continua Emiliana Martinelli – capitava di continuo che scegliessero la nostra azienda per produrre le loro creazioni, come fece Gae Aulenti con la sua lampada Pipistrello del 1965, icona ancora oggi di modernità e stile. Ricordo la cordialità con la quale mio padre si relazionava a queste figure: c’era verità nelle relazioni che instaurava, al di là di qualsiasi vuoto formalismo”. Lo showroom di via Santa Lucia, con i suoi volumi dominati dal bianco, si configura come spazio ideale per celebrare la creatività tout court di Elio Martinelli. Si parte con i disegni delle scenografie per il teatro della Pergola di Firenze, degli anni ’40, fino ad arrivare, attaverso schizzi e appunti, alle composizioni pittoriche dell’età adulta, ai prototipi di sedie, elementi di arredo e anche una particolarissima bicicletta. “Mio padre non ha mai perso la voglia di creare – spiega Emiliana – e per lui il disegno era occasione di espressione e di libertà. Sono esposti anche dei ritratti di mia madre Anna, trasfigurazioni quasi fumettistiche di lei e della sua femminilità”. E poi ci sono loro, le lampade: essenziali e pulite nelle forme, perfette nella loro funzionalità, equilibrate nei colori – il bianco, tra tutti, si impone e ripropone nel tempo – e mai retoriche. Il colore fa capolino di rado e, quando c’è, non indulge in gradazioni diverse da quelle primarie. È l’eleganza della sintesi a conferire unità e continua attualità a una produzione che ha attraversato più di mezzo secolo, accogliendo – e adattando al proprio discorso compositivo – le sempre nuove sorgenti luminose. Poliedro, del 1962; Serpente, del 1965 come la Pipistrello; Ruspa, sempre di Gae Aulenti, del 1968; Foglia e Flex del 1969; e ancora: Elmetto del 1976, Biconica del 1986, Penombra del 1987 e Gropius del 1989 – fino alle realizzazioni della stessa Emiliana Martinelli degli anni ’90, come le lampade Amico e Amica. E oggi? Anche dopo la morte di Elio Martinelli, sopraggiunta nel 2004, l’azienda ha saputo conservare credibilità e forza comunicativa. Sotto la guida della figlia e designer Emiliana, la Martinelli luce ha continuato ad attrarre l’interesse di architetti internazionali e giovani designer, scelti come collaboratori per le lampade in produzione, come la Cyborg di Karim Rashid o la Fluida progettata da Studio Natural di Lucca. Un’apertura dimostrata anche dall’ampia partecipazione al contest Cobra Reloaded: oltre 85 creativi under 35 hanno inviato la loro idea di texture per la nota lampada, esattamente come, mesi prima, hanno fatto i 23 artisti nel loro omaggio a Elio Martinelli per la Triennale di Milano. Tra questi, Marcello Morandini e Paolo Orlandini, Karim Rashid e Brian Sironi, Alessandro Mendini e Marc Sadler, Luisa Bocchietto e Luc Ramael. Ma anche la stessa Emiliana Martinelli – con due texture diverse, bellissime: una a scacchiera, in ricordo delle partite giocate col padre, e una trapuntata come un planetario, a rivelare la costellazione dello scorpione sotto la quale Elio era nato. Originalissimo l’omaggio di Ingo Maurer, che ha autografato la ‘testa’ della Cobra con una scritta di deliziosa ironia: “Come scriveva il grande scrittore Gabriel García Márquez, ‘il mondo si divide in due categorie di persone: chi caga bene e chi caga male’: Elio Martinelli apparteneva alla prima”. Una monografia su Martinelli uscirà per i tipi di Electa a fine estate: la figlia, curatrice dell’opera, ha consegnato pochi giorni fa le bozze alla casa editrice. Il volume conterrà, tra gli altri, i contributi di Riccardo Benvenuti, Antonella Capitanio, Alberto Varetti e Carlo Morfini, direttore della Triennale di Milano.
La mostra, patrocinata dal Comune di Lucca, sarà visitabile fino al 29 luglio da lunedì a sabato dalle 16 alle 20; il sabato, inoltre, sarà aperta anche al mattino dalle 10 alle 13.

Elisa Tambellini