Dillo in sintesi, premiati Gruber e Pagliaro – Foto

1 luglio 2018 | 09:36
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Dillo in sintesi, premiati Gruber e Pagliaro – Foto
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Dillo in sintesi, premiati Gruber e Pagliaro – Foto
Dillo in sintesi, premiati Gruber e Pagliaro – Foto
Dillo in sintesi, premiati Gruber e Pagliaro – Foto
Dillo in sintesi, premiati Gruber e Pagliaro – Foto

La rossa più audace della televisione e la voce fuori campo più famosa del giornalismo a Lucca per un premio davvero speciale. In tantissimi ieri (30 giugno) a Palazzo Ducale per la prima edizione di Teledico in sintesi, il premio televisivo ideato dall’associazione culturale lucchese Dillo in sintesi, presieduta dal vignettista e scenografo Alessandro Sesti che ha visto ospiti due grandi nomi del giornalismo come Lilli Gruber e Paolo Pagliaro.

In sala, oltre ai tantissimi fan che non hanno perso tempo a chiedere selfie e autografi, anche il sindaco Alessandro Tambellini, l’assessore Stefano Ragghianti, Gianni Del Carlo del Teatro del Giglio, Marcello Bertocchini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, Donatella Buonriposi e l’attore Marco Brinzi, che ha aperto l’evento con alcune letture. L’evento è stato moderato dal giornalista Sirio Del Grande che, prima di iniziare la premiazione, ha voluto ricordare il valore di questo premio che è riuscito a portare nella nostra città personaggi di grande spessore: valorizzare chi ha fatto della sintesi una ‘brevità intelligente’. Di grande spessore anche la giuria formata da Giorgio Simonelli, critico, docente di giornalismo radiofonico e televisivo e di storia della radio e della tv all’Università Cattolica, Aldo Vitali, direttore del settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, Daniela Marcheschi, critico letterario e antropologa delle arti, e Nanni Del Becchi, giornalista e critico televisivo de Il Fatto Quotidiano. A loro si deve l’attento lavoro di analisi dei palinsesti delle tv nazionali che ha portato a individuare nel programma di approfondimento politico di Lilli Gruber “Otto e mezzo” e dell’editoriale “Il punto di Paolo Pagliaro”, esempi eccellenti di sintesi e brevità, pienamente rispondenti all’idea da cui il riconoscimento è nato.
“Sono molto emozionato, vedere la sala piena fa un certo effetto – ha detto Alessansro Sesti, presidente di Dillo in sintesi –. Questo premio è nato perché, essendo vignettista, mi sono sempre chiesto se solo io soffro a togliere parole, a trovare quelle giuste che con poco riescano a dire tutto. Da lì è partito tutto. Fare sintesi è faticoso e in molti hanno questo problema, perciò è importante valorizzare chi in questo riesce ad essere un eccellenza”.
E chi, meglio della Gruber e Pagliaro che ormai da dieci anni dirigono insieme il programma Otto e mezzo, poteva ricevere questo premio? Il programma, infatti, è stato premiato proprio per la sua capacità di essere diverso dai soliti schemi televisivi in cui, si sa, ‘allungare il brodo’ per fare audience è ormai in cima ad ogni palinsesto. Un format sintetico e di qualità reso indubbiamente raro e straordinario anche grazie al mostruoso talento dei due giornalisti. Un nome che dopo il grande cinema di Fellini è riuscito a portare fortuna anche al piccolo schermo. “Sono molto felice di ricevere questo premio soprattutto perché è il primo che mi danno insieme a Pagliaro – ha detto Lilli Gruber, sommersa da applausi  –. Ne sono particolarmente onorata perché, come dico sempre, Paolo è la colonna di Otto e mezzo, il contrario di ciò che sono io. Pochi di voi hanno visto il suo volto, mentre in molti conoscono benissimo il mio. Forse è stato proprio questo mix tra massima e minima esposizione a far successo nel programma. Paolo – racconta la giornalista – è un grande professionista che conosco ormai da tanti anni perché anche lui, come me, viene dal Trentino. Per me è sempre stato un esempio, in realtà lo è stato per tutti i giornalisti della mia generazione. Un mito irraggiungibile. In tedesco si dice che ‘nella sintesi sta la sostanza’, ed è vero, ma per essere capaci di fare sintesi devi conoscere molto bene anche il tema. I suoi 120 secondi nel programma per me sono sempre sorprendenti, un momento di svolta. Quest’anno festeggeremo insieme dieci anni del programma e spero di andare avanti riuscendo ancora ad avere questo grande successo. Noi ogni sera cerchiamo di fare il nostro dovere”.
La Gruber, ricordiamo, è stata la prima giornalista donna in Italia a condurre un telegiornale in prime time. Una donna dalla carica esplosiva che ha lavorato anche come anchorwoman e inviata speciale, raccontando alcuni dei momenti che hanno fatto la storia: il crollo del muro di Berlino, la guerra del Golfo, l’11 settembre e la successiva guerra in Iraq, che l’ha vista in prima fila di fronte ad uno scenario quasi apocalittico.
“Ha ragione Lilli – ha commentato Paolo Pagliaro – valore aggiunto di questo premio è il fatto che ce lo consegnano insieme. Tra noi c’è un’antica e affettuosa amicizia, una stima professionale veramente a prova di bomba. Lilli è un signor professionista, anche se si arrabbia sempre per la declinazione di genere. Ma il nostro mestiere non ha genere e non ha sesso, e lei lo fa da sempre con audacia e onestà intellettuale. Quando incalza qualcuno durante il programma non lo fa perché la pensa in modo diverso, ma perché questa persona non risponde: lo ha fatto anche di recente con Matteo Renzi che non le rispondeva. Una cosa terribile – scherza Pagliaro – Sono onorato di essere qui con lei”.
Pagliaro, però, ha voluto dare anche qualche consiglio: “Non per criticare i principi di questo premio ma purtroppo viviamo in un’epoca in cui la comunicazione è molto breve, affidata a tweet, a post, a questa robaccia che appare sui social che richiede poco spazio e poco tempo. Anche la comunicazione istituzionale, purtroppo, oggi si affida ormai a questo genere di linguaggio. C’è bisogno di più tempo per approfondire, c’è bisogno di un approccio meditato, il nostro motto dovrebbe essere ‘festina lente’, affrettati lentamente”.
Pagliaro, ex redattore capo de La Repubblica e vicedirettore de l’Espresso, nel 1996 ha fondato l’agenzia giornalistica 9colonne, di cui è ancora direttore. Ma sono senza dubbio i suoi ‘120 secondi’ di puro giornalismo ‘sintetico’ durante la trasmissione diretta insieme alla Gruber che lo hanno reso celebre in Italia, che come ha ricordato la collega, non ha mai conosciuto il suo volto. Sul palco, tra risate e battute, anche le autorità presenti in sala per la consegna di altri premi speciali: il sindaco Tambellini ha infatti donato ai due giornalisti due tavole antiche su tela che riproducono la città storica di Lucca mentre Lucio Pagliaro ha consegnato due volumi sulle ville storiche lucchesi.
“A Lucca – ha detto il sindaco – ci sono oltre trecento ville storiche e, se volete, oltre a donarvi il libro posso farvi anche da agente immobiliare: a Lucca siamo molto ‘parsimoniosi’, qualche entrata in più ci farebbe piacere”, ha scherzato il sindaco.

Giulia Prete