Ironia, emozioni e politica: brilla la stella di Waters
E’ il Roger Waters combattente, l’anima militante dei Pink Floyd, l’irriducibile resistente a salire sul mega palco del Lucca Summer Festival, trasformato all’occasione sugli spalti delle Mura nel megafono per un messaggio di pace e fratellanza. E’ l’ironico, dissacratore e ‘politically scorrect’ Waters che travolge la folla, quello che non risparmia frecciate ai poteri consolidati, a coloro che allontanandosi dal rispetto e dalla fratellanza, hanno finito per creare “l’impero del male”. Ai Trump d’America, ma anche a quelli di casa nostra.
La politica fa capolino fin dall’inizio nello show targato Waters: uno spettacolo nello spettacolo il suo, dalla prima nota all’ultima. Uno show oltre la musica, con gli effetti speciali che fanno più che da contorno da veri protagonisti, quasi metafore messe lì a spiegare meglio, a dare più senso alle parole. Come la ‘terribile’ apparizione, da una terra brulla e riarsa che sembra aver perso il senso di umanità e fratellanza, della Battersea power station di Londra. Riappare finalmente anche il maiale Algie, ironico graffiante ‘Algie’. Il gigantesco gonfiabile – nella cui versione ‘light’ era apparso e poi era stato rimosso dagli spalti dal patron Mimmo D’Alessandro ‘per protesta’ nei confronti del Comune – è tornato a volare sopra Lucca, sopra le teste di oltre 20mila fan che dal concerto hanno ricavato emozioni allo stato puro. Una storia con la morale, se fosse una fiaba. Ma è la stella Waters a risplendere oltre misura sotto le Mura di Lucca.
Complice la luce artificiale, gli effetti speciali, l’atmosfera creata dalle ‘scenografie’ colossali sul maxi schermo lungo 60 metri. Dai migranti alle stilettate a Trump, la musica quasi per magia diventa denuncia. E dal palco di Lucca, non si risparmiano critiche ai governanti, a quelli d’oltre Oceano ma anche a quelli del bel Paese, sulla gestione dell’emergenza sbarchi nel Mediterraneo. Sul dramma umano dei rifugiati, insomma, che sono una costante del mega concerto di Waters: “Siamo tutti fratelli e sorelle – ha detto Waters dal palco -: siamo tutti uguali, nulla ci distingue: né la religione, né l’etnia”.
E bisogna resistere, suggerisce l’ex dei Pink Floyd: resistere all’antisemitismo, a chi discrimina le differenze, resistere al neofascismo (e qui non sono mancati applausi tra la folla). Insomma, direbbe Algie: bisogna restare umani. “Stay human” il messaggio inciso sul maiale volante. Una graffiante ironia, anche questa. Che nel secondo set del concerto, sul tema Animals si è scatenato. Arrivato il momento di Pigs, Waters ha indossato una maschera di maiale, poi ha alzato in aria due cartelli. “Pigs rule the world. Fuck the pigs”. I maiali governano il mondo, fottili.
L’inizio del concerto è subito da brividi. Come da copione e su modello degli strepitosi concerti outdoor – pari a quello di Lucca se ne sono visti soltanto al Desert Trip in California e a Città del Messico – Breathe infiamma subito la folla. La emoziona. Questa la cifra che si conserva per tutto il concerto, anche quando i latrati dei cani, gli elicotteri o il suono delle mitragliatrici prevalgono quasi sulla musica. Scuotono le anime.
Il ritmo non rallenta con altri notissimi brani, da Time fino a Welcome to the Machine, dove l’anima esplosiva del concerto si incolla al gigantesco schermo dietro Waters.
A chiusura della prima parte del concerto è Another Brick in the Wall a lasciare di nuovo con il fiato sospeso. Musica che ha fatto la storia della musica. Sul palco salgono anche i bambini di del Centro di formazione musicale diretto dalla professoressa Susanna Altemura: “Questi ragazzi sono di Lucca, sono proprio di Lucca”, dice Waters alla folla ormai in visibilio da oltre un’ora.
Nel passaggio tra il primo set e il secondo, quando la musica cessa, parlano le immagini e le parole, lungo lo schermo su cui passano i temi più cari all’ex dei Pink Floyd: la fratellanza, l’uguaglianza, la pace, l’accoglienza. E di nuovo torna in primo piano la denuncia. Quella contro Trump, quella contro chi divide e respinge.
Alla ripresa grande suspance: come dal nulla spunta sul palco, come fosse una creatura ‘dell’impero del male’ la mega centrale elettrica di Londra, su cui appare il maialetto che ha ispirato la copertina del celeberrimo album Animals. Tra Dogs, Pigs e Money viene fuori il Sir Roger più impegnato, avanti in un crescendo fino alla commovente Us and Them. Quasi non bastasse, prima del finale affidato a Comfortably Numb, Waters prende la parola. Indossa una kefir, una comunissima kefir. Potrebbe essere quella di un qualunque rifugiato, suggerisce Waters: “Siamo tutti uguali, tutti fratelli e sorelle”.
Un messaggio forte sottolineato prima di salutare Lucca: “Sono davvero felice di essere qui”. Gli applausi scroscianti, la folla che canta con una leggenda del rock in carne ed ossa sul palco del Lucca Summer Festival: uno spettacolo psichedelico e i fuochi d’artificio sono stati il degno finale
Roberto Salotti
FOTO – Il concerto di Roger Waters a Lucca (di Andrea Simi)