Nick Cave trascinatore e magnetico al Summer – Ft






Rock, musica colta, profonda e tante riflessioni, sempre con un inconfondibile e personale stile: grande successo per il concerto di Nick Cave & The Bad Seeds, protagonisti assoluti di piazza Napoleone. Un evento targato Lucca Summer Festival, dove il numeroso pubblico è stato trascinato in un mondo affascinante, tenebroso e pieno di enigmi. La star della serata è senza dubbio Nick Cave: l’artista australiano, alla continua ricerca del contatto con il proprio pubblico, strega piazza Napoleone con una performance da animale da palcoscenico. Un concerto indimenticabile per tutti i fans di Nick Cave, soprattutto per quei fortunati che hanno avuto l’onore di salire sul palco e cantare a squarciagola e ballare insieme all’artista.
Nick Cave & The Bad Seeds tornano così alla grande sul palco del Lucca Summer Festival a distanza di 5 anni intensi che hanno visto, tra le altre cose, l’uscita di un docufilm sull’artista australiano, ma soprattutto dell’ultimo album Skeleton Tree, acclamato unanimemente dalla critica mondiale. Una nuova occasione per il pubblico del Lucca Summer Festival, dove i presenti sono stati trasportati tra le atmosfere sognanti delle melodie del gruppo e l’intensità poetica dei testi di Nick Cave. Dagli esordi post-punk ai lavori recenti, più vicini al cantautorato, Cave ha sviluppato una personalissima rielaborazione dei generi cardine della musica nata negli Stati Uniti (blues, gospel, country), affrontati con lo spirito cupo e sperimentale della new wave e del gothic rock, anche grazie alla sua caratteristica voce. Il filo conduttore della vita e della musica dell’artista è la tragedia: nel 1978, mentre era stato fermato dalla polizia per un piccolo furto, fu avvertito telefonicamente della tragica scomparsa di suo padre, Colin Frank Cave, in un incidente stradale. Il 15 luglio 2015 la data della morte del figlio Arthur, deceduto in seguito a una caduta da una scogliera a Ovingdean Gap, vicino a Brighton, nel sud dell’Inghilterra. Il poeta maledetto del rock racconta a Lucca i suoi testi, attraversati da una forte tensione religiosa e da un costante senso di apocalisse imminente, che affrontano tematiche quali il ruolo del divino nella vita dell’uomo, la ricerca della redenzione, l’angoscia esistenziale e l’amore perduto.
Nick Cave è un Bad Seed. E’ un fatto semplice ma troppe volte ignorato. Nella nomenclatura classica del rock dove gli artisti sono classificati come front man/backing band le nozioni preconcette di importanza sono inerenti. E’ facile focalizzarsi su Cave ed ignorare il fatto che in studio, e ancora di più sul palco, si trova spalla a spalla con un gruppo di musicisti con cui crea qualcosa di oltre ciò che ognuno di loro raggiungerebbe da solo. E’ ciò che Burroughs e Gysin chiamavano la terza mente: “quando metti due menti insieme c’è sempre una terza mente, una mente superiore, un collaboratore che non si vede”. Questa fusione di menti nel processo collaborativo dei Bad Seed li ha visti svilupparsi in uno dei più esaltanti e influenti gruppi di musicisti degli ultimi 30 anni. The Bad Seeds si sono formati nel 1983 dopo che il gruppo precedente di Cave, The Birthday Party, si è disintegrato durante una burrascosa ultima sessione di registrazione a Berlino. Libero dalle costrizioni di quello che è stata un tradizionale, anche se straordinaria, rock band, Cave assemblò un nuovo gruppo di visionari musicisti in modo da spingersi oltre i confini del rock contemporaneo. La reputazione dei Bad Seeds è fondata sull’abilità di creare brani capaci di vivere come opere d’arte. Dalla struggente The Boatman’s Call (1997), capolavoro d’inquietudine, Abattoir Blues / The Lyre of Orpheus (2004), uno dei pochi grandi doppi album e Dig, Lazarus Dig!! (2008): Lucca viene trasportata nel mondo di Nick Cave. Dopo essersi affermati come una delle band più creative del panorama mondiale Push The Sky Away (2013), dall’inno sepolcrale We No Who U R fino all’epica Jubilee Street, fissa un nuovo riferimento per i Bad Seeds dove la sperimentazione strumentale si unisce ad alcuni dei testi più obliqui mai scritti da Cave. Con l’acclamato Skeleton Tree Nick Cave ha raccontato a Lucca la tragica scomparsa del figlio. ”You fell from the sky, crash landed in a field”: così si apre la canzone Jesus Alone, un viaggio nell’abisso dove l’artista racconta il proprio lutto, con un urlo di dolore. Dalla ragazza intrappolata di Girl in amber, a Magneto, I Need You fino a Skeleton tree, ultima canzone dell’album, dove si inizia a intravedere un piccolo spiraglio di luce intorno alle tenebre. Toccante il momento di Into My Arms, dove il pubblico ha intonato insieme all’artista le note della canzone. Un concerto profondo, carico di emozioni, che prima ti fa scatenare e poi ti tocca l’anima nel profondo: solo applausi per Nick Cave & The Bad Seeds. Un vero e proprio trionfo. Lo spettacolo si è concluso con un vero e proprio bagno di folla: Nick Cave saluta Lucca abbracciando i numerosi fan invitati sul palco.
Claudio Tanteri
FOTO – Il concerto di Nick Cave (di Riccardo Vannelli – www.riccardovannelli.it)