Il direttore dell’Espresso all’Agorà per parlare del caso Moro

19 luglio 2018 | 11:46
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Il direttore dell’Espresso all’Agorà per parlare del caso Moro

Domani (20 luglio) alle 18 nella sala conferenze della biblioteca civica Agorà di Lucca di piazza dei Servi, il giornalista e direttore dell’Espresso Marco Damilano presenta Un atomo di verità. Aldo Moro e la fine della politica in Italia, edito da Feltrinelli.

Modererà l’incontro Demetrio Brandi; ad intervenire invece saranno il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini e l’assessore alla cultura Stefano Ragghianti. L’incontro fa parte della rassegna Autori all’Agorà a cura di biblioteca Agorà e LuccAutori – Premio racconti nella rete. L’ingresso sarà libero fino ad esaurimento posti.
“Via Fani è stato il luogo del nostro destino. La Dallas italiana, le nostre Twin Towers. Il momento che ha cambiato tutto. Nel 1978, l’anno di mezzo tra il ’68 e l’89. Tra il bianco e nero e il colore. Lo spartiacque di diverse generazioni che cresceranno tra il prima e il dopo: il tutto della politica – gli ideali e il sangue – e il suo nulla” sostiene Damilano. Marco Damilano ha deciso di tornare a quell’istante, per indagare le traiettorie che, a partire da uno dei capitoli più cupi della storia italiana, si sono dispiegate fino a oggi. Con l’aiuto delle carte personali di Moro, in gran parte conservate nell’archivio privato di Sergio Flamigni e non dallo Stato, e rimaste inedite, l’autore getta luce sul punto in cui la drastica interruzione di una stagione politica si incontra con le vicende personali di una generazione, che tra il 16 marzo e il 9 maggio 1978 assiste alla fine di un’epoca. Dopo via Fani, secondo Damilano, comincia la lunga fine della Prima Repubblica. Un racconto autobiografico che attraversa la dissoluzione della Dc, la morte di Berlinguer, la caduta del Muro, Tangentopoli e la latitanza di Craxi in Tunisia, fino all’ultima stagione, inaugurata dalla sua metafora televisiva, che secondo il direttore de L’Espresso, è il Grande Fratello. Il saggio arriva quindi a Berlusconi, a Grillo e a Renzi, i protagonisti di una politica che, secondo il giornalista, da orizzonte di senso e di speranza si è fatta narcisismo e nichilismo, cedendo alla paura e alla rabbia.