Puccini e la sua Lucca, accordo ‘cinese’ in nome del Maestro



Portare il nome di Giacomo Puccini e quello di Lucca al cospetto di 2 miliardi e mezzo di cinesi: è questa la punta dell’iceberg di un progetto di respiro quinquennale, che scaturisce dall’accordo tra il Puccini e la sua Lucca Festival e il più grande produttore e distributore di pianoforti al mondo, il pechinese Cadenza.
Un patto, quello appena siglato (13 settembre) – alla presenza del presidente e fondatore di Cadenza, Qing Hai Zhang, e del presidente del festival lucchese, Andrea Colombini – che promette un ritorno culturale, turistico ed economico di enormi dimensioni per Lucca.
L’asse con la Cina – terra tanto apprezzata dal maestro Puccini, che proprio lì trasse l’ispirazione per scrivere Turandot – si tradurrà in una fonte di arricchimento destinata ad intercettare una moltitudine di fronti, come spiega Giordano Zizzi, responsabile del festival sul mercato cinese.
In primo luogo, il Puccini e la sua Lucca riceverà la sponsorizzazione di Cadenza (azienda nata nel 1985) e diventerà la “base” europea dalla quale far partire la distribuzione, in Italia e non soltanto, dei “migliori pianoforti ai migliori prezzi”, come recita lo slogan della multinazionale con un fatturato annuo a sei cifre e che, soltanto dalla vendita dei piano, ricava 8 milioni di euro all’anno. Per contro, il festival – sponsorizzato da Google e presente su Tripadavisor come prima attrazione culturale di Lucca – offrirà le proprie piattaforme per far conoscere il prodotto nel mondo occidentale. I primi pianoforti a marchio Cadenza verranno presentati proprio domani sera (14 settembre), in occasione del Gran gala lirico per la Santa Croce, alla chiesa di san Giovanni (ingresso libero, dalle 21), con i vertici di Cadenza ospiti.
Un’operazione, dunque, destinata ad avere un impatto spropositato circa la percezione che i cinesi hanno oggi di Puccini e di Lucca. “Basti pensare – commenta Zizzi – che tutto questo ricadrà a pioggia sui social e sui principali motori di ricerca cinesi, raggiungendo milioni di persone. Inoltre, si stima che in Cina ci siano 60 milioni di giovani studenti (bambini e ragazzi) alle prese con la musica classica, perché il governo incentiva le scuole”.
Cadenza è oggi fornitore della maggiori orchestre filarmoniche cinesi, dei conservatori e delle star della musica asiatica, ma la sua mission resta scolpita nel motto: “Vorremmo – afferma il presidente Zhang – che in ogni casa ci potesse essere un pianoforte. Per questo realizziamo strumenti di altissima qualità (la meccanica e la formazione dei tecnici sono tedeschi, ndr), ma a prezzi competitivi”. In media, infatti, ogni pianoforte Cadenza costa il 40% in meno del corrispettivo più economico sul mercato occidentale.
Una rivoluzione culturale che, adesso, passa da Lucca: il Festival sarà l’unico vettore per l’Italia e l’Europa (in sostanza, chi vorrà acquistare un piano Cadenza dovrà contattare il Puccini e la sua Lucca) e, quel che è ancor più importante, da questa operazione nascerà un enorme interscambio di giovani studenti e docenti tra Lucca e la Cina. “Faremo masterclass, workshop, corsi dedicati – osserva Colombini – e apriremo scuole di musica in Cina sotto i nomi di Cadenza e del Festival, a Pechino ed in altre città. Questo si tradurrà in un indotto incredibile per Lucca: studenti e famiglie, docenti e appassionati verranno a perfezionarsi in città e viceversa. I lucchesi che non trovano sbocco lavorativo qua potranno usufruire di un trampolino di lancio in Cina. Un’operazione che rilancia il settore culturale in un momento di crisi, senza spendere un solo euro di denaro pubblico. Possiamo dire di essere profeti in patria e nel mondo. Così si promuovono Lucca e Puccini nel mondo: non a caso siamo già stati invitati dal presidente della Camera di Commercio, Giorgio Bartoli. La prossima visita del Comune in Cina? Purtroppo noi viaggiamo sempre 300 metri avanti: mentre loro sondano il terreno noi firmiamo contratti con la maggiore multinazionale del settore. Il mercato culturale – conclude – oggi è tanto importante quanto gli altri, se non di più. A Lucca dovremmo fare sinergia intorno al nostro punto di maggior forza, Puccini. Così non è, perché manca una visione strategica di lungo periodo. Con i concerti rock ci si diverte un’estate, ma la prospettiva di sviluppo della città rimane inesistente”.
L’orchestra filarmonica di Lucca, diretta da Colombini, sarà inoltre ospitata per una tournée in Cina. “Del resto – commenta Zizzi – si tratta di una nazione che negli ultimi 10 anni ha costruito più teatri d’opera che l’Europa nell’ultimo mezzo secolo. C’è una grande sete di musica e di conoscenza di Puccini”.
Un colosso cinese, dunque, sceglie un festival a vocazione internazionale, radicato a Lucca: “E’ stato inevitabile – osserva Zhang – perché quando ci siamo chiesti come affacciarci a questo mercato, intercettando il nome di Giacomo Puccini, è stato fin da subito chiaro come il Festival fosse l’unico interlocutore con uno spessore mondiale. Inoltre, abbiamo visto come lavorano: per noi i risultati contano più delle parole”.