Animali e colore: l’arte di Bettaccini da Boston alla Russia






Francesca Bettaccini è l’artista che non ti aspetti di incontrare. Una persona umile, senza alcuna smania di imporsi all’attenzione – e forse è anche per questo che è un piacere scorprirla, rimanere attratti dai suoi colori, dalla sensibilità delle forme che tratteggia sulla tela. Animali, sempre. Dipinti senza volontà di realismo alcuno, eppure con sguardi così vivi e comunicativi che sembrano parlare sul serio. Un’ispirazione, la sua, che viene dal quotidiano: Francesca, insieme al marito, è titolare del negozio Animali Giusti di viale Europa a Marlia.
Ed è lì che è stata notata da Karen e John Vander, una coppia di artisti americani – orafa lei, pittore e critico d’arte lui – in viaggio in Italia. Questo incontro fortuito l’ha portata, in agosto, a Booth Bay Harbor, “la Forte dei Marmi di Boston”, a esporre alcuni suoi quadri alla Gold/Smith Gallery in una collettiva intitolata Six tuscan painters. “È capitato che Karen e John, entrando nel mio negozio, notassero i quadri appesi. Si sono incuriositi, hanno chiesto chi fosse l’autore. Ho detto che li avevo fatti io. E così, tra una chiacchiera e l’altra, mi hanno chiesto di partecipare alla mostra dedicata agli artisti toscani in Massachusetts. Non ero mai stata prima oltreoceano”. Racconta la sua storia con semplicità Francesca, senza prendersi troppo sul serio, sebbene consapevole che il riconoscimento ricevuto rappresenti una tappa importante del suo percorso, iniziato da bambina. “Mi è sempre piaciuto disegnare. Seguivo la mia fantasia e non giudicavo il risultato. Non sapevo dire se quello che veniva fuori fosse bello o brutto. Forse è un po’ questo il mistero dell’arte. È, e basta, senza aggettivi in grado davvero di connotarla. Devo molto – continua Bettaccini – a quello che io definisco il mio maestro, il pittore Carlo Gemignani. Lui mi ha insegnato le basi della tecnica, senza indirizzarmi verso alcuno stile che non sentissi mio. Ed è anche grazie a lui che nel 2015 ho esposto per la prima volta in via del Battistero a Lucca, negli spazi della bottega Nova”. Una mostra sugli animali in via di estinzione che ebbe talmente tanto successo che venne riproposta l’anno successivo. Tra gli estimatori dell’arte di Francesca anche l’arcivescovo Italo Castellani – che alla fine dell’esposizione ha acquistato una sua opera. E lo scorso anno alcuni suoi quadri, notati grazie ai social network dalla critica d’arte russa Loreta Larkina, hanno trovato spazio nell’esposizione di arte contemporanea del Louvre di Parigi. Progetti imminenti? “Sempre su invito di Loreta – racconta Francesca – ho preso parte, a giugno, alla tappa di Ventimiglia, al castello Doria, della collettiva itinerante Selfie d’artista che a novembre sarà a Venezia e nel 2019 si concluderà a San Pietroburgo”. La strada intrapresa da questa artista, un po’ per caso e con tanta autoironia – “faccio solo quello che mi piace”, sottolinea – sembra volerla portare lontano. E con lei, il nome di Lucca, della creatività che questa città riesce a esprimere eppure, non sempre, a riconoscere. Ma d’altronde la saggezza degli antichi parla chiaro: nemo propheta in patria.
Elisa Tambellini