Frankenstein ‘eroe moderno’ dal cinema ai fumetti

Stamani (1 novembre), alle 11, all’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucca Comics & Games presenta: Banghete, Frankenstein: il mito da Mary Shelley al cinema e ai fumetti, a cura di Pier Luigi Gaspa, studioso della cultura di massa e Marco Ciardi, storio della scienza.
Banghete 2018 presenta due omaggi: il primo a Giovanni Guareschi, scrittore, ma anche vignettista e fumettista e ai suoi Don Camillo e Peppone. Le sue vignette contribuirono alla vittoria della DC alle elezioni del 1958. Fu poi condannato nel 1954 per diffamazione contro Alcide De Gasperi. Il continuo scontro fra Don Camillo, parroco del paese di Brescello nella Val padana e Peppone, sindaco comunista, diviene un’iconografia dell’Italia del dopoguerra. Nel 2011, grazie alla casa editrice Renoir Comics (Milano), è iniziata la pubblicazione di Don Camillo a fumetti con nove adattamenti dei racconti dei due personaggi. Il secondo a Frankenstein, creatura straordinaria, con la presentazione del libro Frankestein. Il mito tra scienza e immaginario di Marco Ciardi e Pier Luigi Gaspa. La presentazione è accompagnata dalla proiezioni di alcune immagini icona del personaggio.
Il volume è presenta un’analisi delle teorie scientifiche dell’epoca e narra: “Lo sviluppo del mito di Frankenstein, romanzo della ventenne Mary Shelley, fra teatro, cinema e fumetti”, spiegano Ciardi e Gaspa.
La storia è quella dello scienziato Victor Frankenstein che, cucendo pezzi di cadavere crea un mostro e, in seguito, deluso dalle aspettative, lo abbandona a se stesso. Il mostro disperato decide di vendicarsi uccidendo gran parte della famiglia dello scienziato. Victor Frankenstein scappa al Polo Nord, dove viene recuperato, ormai morente, dall’esploratore Robert Walton. La sua morte getta nella disperazione il mostro che giura di uccidersi.
“L’opera di Mary Shelley presenta tematiche molto attuali: la solitudine, l’abbandono e la rabbia per un padre che, quasi come se fosse Dio, dona vita per poi abbandonare la sua creatura senza nome. C’è anche la tematica del diverso, – continuano i due autori – che fa paura e che non viene accettato, neppure dal proprio creatore”.
Dopo la nascita del cinema sonoro, il primo film che rese popolare il personaggio fu Frankenstein di James Whale, 1931, ma vi erano già stati vari cortometraggi muti in omaggio di quello che è ancora oggi il romanzo gotico per eccellenza. Da qui si arriva poi al 1944 con Mary Shelley’s Frankenstein di Kenneth Branagh: i due protagonisti, Victor Frankenstein e la sua creatura, sono reinterpretati in chiave moderna rispettivamente da Kenneth Branagh e Robert De Niro.
Per quanto riguarda i fumetti: “Si oscilla fra la rilettura innovativa del mito – come spiegano i due autori – e la vera e propria trasposizione del romanzo. Il fumetto infatti, diversamente dal cinema, non consente la ralizzazione di una trama troppo complessa”. La prima apparizione del mostro di Frankenstein dell’Universo Marvel è Your name is Frankenstein di Stan Lee e Joe Maneely. In Italia invece bisognerà aspettare il 1945, l’anno dopo la pubblicazione della prima traduzione italiana Il romanzo nero, edito da Donatello De Luigi, per l’apparizione della prima vignetta, di sacrsa qualtà grafica e su una rivista di poco conto, in cui, tra l’altro, l’assistente dello scienziato non è più l’apprendista Igor bensì una donna”.
L’incontro si è concluso con la proiezioni di alcune immagini di copertine dei film citati , vignette e parodie dell’opera.
Rebecca Del Carlo