‘After miss Julie’, grande successo ad Altopascio

7 dicembre 2018 | 18:02
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‘After miss Julie’, grande successo ad Altopascio

Grande successo e sold out anche ieri sera (6 dicembre) al teatro Puccini di Altopascio per la seconda piéce della stagione teatrale firmata da Fondazione Toscana Spettacolo. Un testo non facile ma che gli interpreti hanno reso vivido e vitale, con accenti di commedia all’interno di una storia tormentata e drammatica.
Siamo a Milano, è il 29 aprile 1945 quando, mentre la città sta festeggiando la liberazione dall’occupazione nazifascista, in un soffocante seminterrato grigio e smunto, cucina di un’antica villa, tra Gianni, giovane servo e la signorina Giulia, giovane donna dell’alta società, si accende la passione. Coppia vincente quella di ieri sera (6 dicembre), sul palco del teatro Giacomo Puccini di Altopascio che ha visto una trasgressiva Gabriella Pession (la signorina Giulia) e un seducente e tormentato Lino Guanciale (Gianni), per After miss Julie, prima messinscena italiana della versione di Patrick Marber del testo classico La signorina Giulia di August Strindberg. Sulla scena anche Roberta Lidia nei panni di Cristina, la cuoca, promessa sposa di Gianni poi vittima di tradimento da parte del futuro marito. After Miss Julie, scritta e diretta da Patrick Marber, sceneggiatore candidato all’Oscar per film come Closer e Diario di uno scandalo, è stata un’importante produzione della Bbc nel 1995 e ha poi debuttato, nel 2003, nella stagione teatrale londinese, riscuotendo un grande successo sia di pubblico che di critica. La regia è di Giampiero Solari.

Approfittando dell’assenza del padre, la signorina Giulia, con il suo vestitino blu e le scarpette rosse, irrompe di continuo, agevolata dalla sua nobile condizione, come un ciclone impazzito, nella quotidianeità dei due promessi sposi, provocando colpi di scena o finte casualità, per sedurre spudoratamente Gianni, autista di suo padre e capo della servitù. La giovane ragazza desidera ribellarsi ai segreti di un padre troppo autoritario, alla sofferenza per la morte della madre ma, soprattutto, al modo di fare di una società troppo stretta che la opprime proprio come un canarino in gabbia. Quel canarino, Serena, ucciso da Gianni, il cui sangue, alla fine della rappresentazione, è diventato simbolo di tragedia per la povera Giulia. Gianni la ama da sempre, fin quando da piccola la vide nel suo vestitino bianco con un fiocco rosa cucito in cima, ma lei rappresenta tutto quello che lui, con i suoi vestiti da quattro soldi e il suo aspetto trascurato, non sarà mai. Non si dichiara ufficialmente ma aspetta l’occasione giusta per superare il limite: quella sera, tra alcool e euforia, fra i due scatta una trasgressiva e magica passione. Una passione destinata ad esaurirsi poco dopo però: per il senso di colpa di Gianni nei confronti di Cristina che, disperata, appare sulla scena doppo aver scoperto il tradimento e per la paura di una futuro insieme. Sul palco si alternano la disperazione e la rabbia di Giulia, padrona e ora anche amante in tutta la sua fragilità, il sarcasmo di Gianni, la razionalità misurata di Cristina, il senso di abbandono e il rumore di un amore impossibile. I due decidono allora di scappare insieme in cerca di fortuna a Buenos Aires, lontani dai pregiudizi della gente e da quella realtà che li vuole divisi, rubando i soldi dal secondo cassetto della scrivania del padre di Giulia; eppure la vita li tiene lì, fermi in quella cucina, simbolo di un ordine sociale prestabilito, fin quando non squilla il telefono. All’altro capo il padre di Giulia e capo di Gianni: desidera le sue scarpe lucidate e un caffè caldo. Sarà proprio quel telefono, simbolo de pregiudizio di classe, che con il suo squillo incessante, spezzerà per sempre il sogno d’amore di una nobildonna e del suo servo.
In occasione dello spettacolo, i protagonisti hanno fatto un ulteriore regalo al pubblico altopascese: nel pomeriggio di ieri (6 dicembre), alle 18, nella sala Granai di piazza Ospitalieri, in pieno centro storico, c’è stato un incontro pubblico con Gabriella Pession e Lino Guanciale, al quale tutti gli appassionati hanno potuto partecipare gratuitamente. I due attori hanno raccontato ai cittadini la fotografia di un’epoca per tanti versi ancora molto vicina alla nostra.