Stop agli sprechi con il piano intercomunale del cibo

24 gennaio 2019 | 10:58
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Stop agli sprechi con il piano intercomunale del cibo

Il cibo è circolarità, si legge nel documento finale del Piano intercomunale del cibo. Non una fine ma un inizio dunque per il progetto Circularifood che si è concluso nella serata di ieri (23 gennaio) lasciando in eredità il Piano per il cibo e avviando così un percorso di collaborazione intercomunale che pone il cibo al centro. Il cibo come circolarità ma anche come conoscenza, consapevolezza, educazione, inclusione, territorio e salute, come si legge nei principi fondamentali del Piano.

Il progetto Circularifood, iniziato a maggio 2018 grazie a un finanziato dalla regione Toscana, ha visto la partecipazione del comune di Lucca, di Capannori, di Porcari, di Altopascio e di Villa Basilica e la collaborazione di Slowfood, Sociolab e l’istituto Sismondi e ha coinvolto diversi attori del territorio come enti locali, produttori agricoli, distributori, trasformatori, associazioni e cittadini. Un progetto articolato in diverse fasi che ha portato alla mappatura di 300 portatori di interesse sul territorio e alla formazione di focus group che hanno discusso e lavorato alla creazione del Piano per il cibo, presentato ad Artè nella serata di ieri.
Sul palco gli interventi dell’assessore alle politiche della scuola del comune di Capannori, Francesco Cecchetti, la rappresentante di Sociolab Lorenza Soldani, Silvia Innocenti del laboratorio di studi rurali Sismondi, gli assessori rappresentanti dei comuni coinvolti, Gabriele Bove, Matteo Francesconi, Lisa Baiocchi, Ilaria Sorini e Elisa Nelli. Gli interventi sono stati coordinati dalla giornalista Federica Di Spilimbergo che ha ritagliato uno spazio speciale per Maria Bottiglieri, promotrice della Food Policy di Torino e ospite d’onore per l’occasione e per il professor Massimo Rovai, che da anni si occupa delle politiche rurali sul territorio. La serata si è conclusa con una cena a chilometri zero e con il concerto della Gaudats Junk Band, il gruppo di fama internazionale che suona con strumenti composti da materiale riciclato.
“Il documento che nasce da questo progetto – introduce l’assessore Francesco Cecchetti – detta le linee guida per impostare un lavoro comune a partire da oggi. Il Piano intercomunale del Cibo tratta di spreco, di stili di vita, di rifiuti, del cibo come bene fondamentale”. Nel maggio 2018 i comuni di Lucca, Capannori e l’amministrazione Provinciale hanno aderito al Milan Urban Food Policy Pact, la rete delle 180 città del mondo che lavorano insieme allo sviluppo di sistemi alimentari fondati sull’inclusione, la resilienza, la sicurezza e la diversità. Circularifood nasce in contemporanea alla firma del patto e cresce mese per mese. “Il progetto – spiega Lorenza Soldani di Sociolab – è entrato nel vivo con la giornata di ispirazione di settembre che ha permesso la creazione dei gruppi di lavoro a cui hanno partecipato 130 soggetti interessati”. Numeri che fanno invidia anche a chi di Food Policy si occupa da diverso tempo, come spiegherà più tardi Maria Bottiglieri. “Il documento è il resoconto di questi incontri – parla Silvia Innocenti del laboratorio di studi rurali Sismondi – e l’istituzione del Consiglio del cibo si preoccuperà di metterlo in atto. Uno strumento di governance innovativo che a fianco delle amministrazioni comunali si occuperà di coordinare l’azione delle amministrazioni locali, promuovere la co-progettazione con gli attori del territorio e garantire il protagonismo dei cittadini, delle associazioni e del terzo settore, partecipando al disegno e al monitoraggio del Piano del Cibo”. Come si legge nel documento, infatti, le amministrazioni comunali si impegneranno a sostenere lo sviluppo di politiche integrate affinché tutti gli attori locali abbiano la possibilità di mettere in atto azioni concrete sul cibo. Minimizzare le eccedenze e lo spreco, tutelare il diritto al cibo promuovendone il suo valore sociale e culturale, promuovere un consumo consapevole che si fonda sulla responsabilità collettiva e dei singoli cittadini. Sono queste le premesse che hanno portato alla stesura del documento.
“Dal 2014 lavoro per la valorizzazione del territorio – parla il professore Massimo Rovai –. A distanza di cinque anni il Piano del cibo deve essere il punto di partenza per coinvolgere il produttore. Bisogna capire che i consumatori chiedono altro e che i dati europei che vedono Lucca strettamente dipendente da altri territori sono in contrasto col potenziale dei nostri terreni per cui la valorizzazione dei prodotti locali come il cardo, il pomodoro canestrino, il fagiolo rosso e il valore culturale che questi cibi assumono deve essere posto al centro. Una società deve essere in grado di far scegliere al consumatore come alimentarsi, non deve essere una scelta dettata dal mercato”. Come si legge nel documento, i cittadini e le amministrazioni coinvolte si impegnano così a conoscere il sistema di produzione e consumo del cibo nella Piana di Lucca, a sviluppare la filiera del dono, a favorire l’accesso al cibo locale per tutti i cittadini, a lavorare sulle regole comuni per rafforzare le forme sostenibili di agricoltura. “I primi consigli del cibo – contestualizza l’ospite Maria Bottiglieri – nascono nel Nord del mondo per rispondere a un eccesso di cibo, eccesso che causa obesità. Nel Sud del mondo il problema è opposto, nascono per la sopravvivenza. Nel mio dottorato sul tema del diritto al cibo adeguato nella costituzione mi sono resa conto che in Italia non c’erano esperienze significative al riguardo e ho lottato per inserire il diritto al cibo nello statuto della mia città, collaborando all’elaborazione del Milan Urban Food Policy Pact, nato nel 2015 e che ogni anno riunisce 200 città per confrontarsi e dibattere sul tema del cibo e al quale siete invitati per raccontare questa vostra esperienza. La città di Torino non ha ancora un Consiglio del cibo, non siete solo sulla buona strada ma siete un passo avanti”. Un lavoro, quello svolto dalla Piana, che è stato notato, apprezzato e in parte invidiato da un’esperta del settore. Sono cinque le tematiche principali legate al cibo discusse in questi mesi: stili di vita, produzione locale, orti urbani, eccesso e spreco e scuola e formazione.
A parlare di stili di vita, Elisa Nelli, assessora di Villa Basilica: “Dirottare i giovani verso stili di vita più etici si può, basta saper dare il buon esempio e darlo con chiarezza. Si può fare attraverso campagne comunicative ma spesso è sufficiente il buon esempio di una persona di riferimento”. Per ogni tema è stata sviluppata una linea strategica, inserita dettagliatamente nel documento del Piano intercomunale con lo scopo di tradurre in azioni concrete le idee sviluppate durante i mesi del progetto. “Per favorire lo sviluppo della produzione locale – parla Elisa Baiocchi, assessora di Porcari – avevamo pensato di introdurre un’etichetta per certificare la qualità del prodotto, una garanzia partecipata a tutela e promozione del territorio e dei suoi frutti”. Altro punto centrale sono gli orti urbani, già presenti sul territorio e fondamentali in un Piano intercomunale del cibo. “Ci impegneremo per aumentare il numero di lotti di terreno da mettere a disposizione dei cittadini – spiega Gabriele Bove, assessore di Lucca – La gestione comunitaria non solo è strumento di promozione e tutela del territorio ma fondamentale per costruzione di legami sociali”. Nel Piano anche una linea strategica da adottare sul tema dell’eccesso e dello spreco che vede già in atto diverse iniziative di redistribuzione sul territorio.
“Potremmo incrementare queste iniziative e integrarle con una piattaforma digitale che permetta lo scambio tra domanda e offerta – commenta l’assessore di Capannori Matteo Francesconi – e alimentare il sistema di incentivazione e sgravi fiscali sui rifiuti per le aziende che donano i propri scarti”.
Anche sul tema dell’educazione e della scuola sono molte le iniziative già attive a livello territoriale. “Il pranzo è un momento educativo a tutti gli effetti – spiega Ilaria Sorini, assessora di Altopascio parlando del progetto Mensa in classe – I genitori da sempre sono parte attiva nelle decisioni sull’alimentazione nelle scuole, ci impegneremo per rafforzare progetti di collaborazione con loro e con le varie associazioni per replicare e rafforzare l’educazione alimentare”.
Una cena a chilometri zero, senza plastica e senza rifiuti indifferenziati curata da Cirfood e dalla Del Monte ha concluso gli interventi per poi dare spazio al divertimento con il concerto della Gaudats Junk Band che con i loro strumenti composti da materiale riciclato, hanno intonato insieme a Effenberg, il nuovo singolo Economia Circolare, intrattenendo gli ospiti con follia e musica rivisitata in chiave Junk.

Jessica Quilici