“Scrittori raccontano scrittori”, a Palazzo Strozzi si parla di Enrico Pea

4 febbraio 2019 | 10:59
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“Scrittori raccontano scrittori”, a Palazzo Strozzi si parla di Enrico Pea

Sarà Enrico Pea, celebre penna di Serravezza, un protagonista della terza edizione di Scrittori raccontano scrittori. Il ciclo, dedicato alle scuole superiori a cura di Alba Donati e Gloria Manghetti, è realizzato con il patrocinato del Comune di Firenze, il patrocinio e l’ausilio del Centro per il libro e la lettura del Mibact e con il sostegno e la collaborazione della Fondazione CR Firenze. Gli incontri sono aperti al pubblico fino a esaurimento posti.

Iniziato nel 2017, il ciclo prevede che ogni anno dieci scrittori o scrittrici siano invitati a scegliere un autore tra ottocento e novecento da raccontare ai ragazzi non prima, però, di aver consultato i preziosi documenti conservati nell’Archivio Contemporaneo del Vieusseux alla ricerca di qualcosa di nuovo. Gli scrittori e le scrittrici hanno scelto un autore compagnoa, maestro/a, di cui raccontare la storia, la figura intellettuale, il percorso, la vita, i libri partendo dalla consultazione delle carte conservate in sede.”Scrittori raccontano Scrittori” rientra nel percorso di avvicinamento ai 200 anni nel Gabinetto Vieusseux.
Dopo Luca Doninelli su Alessandro Manzoni, Ermanno Cavazzoni su Carlo Collodi e Marcello Fois su Edmondo De Amcis il ciclo prosegue sabato (9 febbraio) )alle 11 in Sala Ferri, Palazzo Strozzi con Fabio Genovesi che racconterà il conterraneo Enrico Pea.
Scrittore amato da Ungaretti, Montale, Svevo e dai critici più influenti, Pea è stato tradotto in inglese da Ezra Pound e i colleghi della sua epoca lo consideravano un maestro e un vate. Eppure oggi, per renderne l’importanza si è appunto costretti a snocciolare i nomi di altri che lo apprezzavano. Figura di spicco e insieme unica, peculiare, così lontana da tante biografie della sua epoca, la sua vita è stata varia e avventurosa in un modo sconosciuto agli autori italiani, di solito tiepidi e accorti e dalle vite assai prudenti e regolari. Mille lavori ed espedienti, anni in Egitto, navigatore e meccanico e avventuriero, impresario teatrale, poeta, aspirante seminarista e anarchico, cercare di definirlo è meravigliosamente impossibile. Come impossibile è spiegare il perché dell’oblio intorno a lui. Infatti non sarà questo l’intento di Fabio Genovesi. Sarà invece raccontarne la figura e insieme la meraviglia della sua vita irregolare, del saper vivere e creare costantemente immersi nella magia, nella realtà primitiva e vorticosa della favola, maneggiando materie prime incandescenti per forgiare pagine visionarie e insieme paurosamente realistiche, come una danza stralunata e inventata lì per lì, orientandosi secondo le stelle, secondo i venti, e quel che ci ribolle irresistibile nel sangue.
“Abbiamo chiesto agli scrittori – dice la presidente Alba Donati – una rilettura degli scrittori di ieri fatta a partire da qualcosa di nuovo trovato nei loro appunti. In questi due anni abbiamo avute riletture innovative di Pascoli, di Gadda, di Buzzati. Gli incontri sono andati così bene da sfidare la nostra capacità di capienza, infatti quest’anno abbiamo dovuto dislocare alcuni incontri in Teatro, e ringrazio lo Spazio Alfieri per aver accettato di darci una mano”.
L’archivio Bonsanti ha più di 150 fondi. “Un suggestivo percorso – dice la direttrice Gloria Manghetti – tra autografi, dipinti, libri, oggetti, fotografie, e cimeli vari che ben si prestano a un viaggio della o nella memoria”. L’obiettivo è portare gli studenti del liceo ad ascoltare 10 lezioni eccellenti, fatte dai migliori scrittori di oggi su 10 scrittori di ieri. Sensibilizzare quindi le giovani generazioni a conoscere da vicino e da dentro la letteratura, e recuperare l’amore per la cultura umanistica. La Sala Ferri continuerà per tutto il 2019 ad essere luogo di attività culturali privilegiato della città di Firenze, scandendo il -1 alla tappa dei 200 anni.