Al Giglio la Lucia di Lammermoor di Donizetti

Torna in scena la lirica al Teatro del Giglio che venerdì (22 febbraio) alle 20,30 e domenica (24 febbraio) alle 16, proporrà al pubblico Lucia di Lammermoor, capolavoro romantico di Gaetano Donizetti, nel nuovo allestimento realizzato dal Teatro di Pisa in coproduzione con Opéra Nice Côte d’Azur per la regia di Stefano Vizioli. Molti i tratti di specialità di questa Lucia: l’opera verrà infatti eseguita nell’edizione critica sull’autografo di Jesus Lopez Cobos, con il ripristino quindi di molti dei numerosi tagli solitamente in uso e, per la scena della pazzia, vi sarà il suono particolarissimo e straniante della glass-harmonica di Sascha Reckert, lo strumento a bicchieri inventato da Benjamin Franklin e voluto da Donizetti per la prima dell’opera al San Carlo di Napoli (1835), poi perlopiù sostituito dal flauto.
Tratto da uno dei grandi romanzi storici di Walter Scott (The Bride of Lammermoor) e ambientato in Scozia, nel castello di Ravenswood, Lucia di Lammermoor segnò il primo incontro di Donizetti con Salvatore Cammarano. Considerata la prima immortale opera romantica del teatro italiano, del romanticismo Lucia di Lammermoor ha tutte le caratteristiche: odi fra casate e ricatti familiari, apparizioni spettrali, passione, follia e morte. Fiaba cupa, affascinante e commovente, dove la protagonista è predestinata al delitto e alla pazzia, Lucia di Lammermoor è sempre stata un cavallo di battaglia per interpreti leggendarie, a partire dalla prima Lucia della storia, Fanny Tacchinardi Persiani, fino a Maria Callas, Renata Scotto, Joan Sutherland, Mariella Devia, solo per citare alcune delle grandi dive che si sono cimentate con questo tragico personaggio.
“Una donna – annota Stefano Vizioli nelle sue note di regia – oppressa da un potere maschile che la perseguita, la soffoca e l’annienta per conseguire i propri scopi e i propri interessi. Casi come quello di Lucia, si hanno purtroppo in tutte le epoche; a una definizione storica troppo filologica, ho personalmente reputato interessante individuare un côté più borghese della vicenda, un mondo ottocentesco, con le sue miopie e ristrettezze, gretto e maschilista, legato al mito del potere e del denaro, pronto a sacrificare affetti e onore per conseguire un effimero successo”.
Vizioli si è ispirato a un allestimento da lui stesso curato nel 2002 per il Saint Louis Opera Theater e riproposto successivamente nel 2006 all’Opera di Sainkt Gallen; scene su bozzetti di Allen Moyer, disegno luci di Michele Della Mea. Sul podio dell’Orchestra della Toscana ci sarà Michael Güttler, direttore che lavora da molti anni con la Wiener Staatsoper ed è direttore ospite stabile del Teatro Mariinsky di San Pietroburgo. I tre interpreti principali sono giovani artisti ormai affermati sui maggiori palcoscenici nazionali e internazionali: nel ruolo di Lucia il soprano Sarah Baratta; suo fratello Enrico è il baritono Alessandro Luongo; nel ruolo di Edgardo, il tenore Alessandro Luciano. Con loro Carlos Natale è lord Arturo Buclow, Andrea Comelli è Raimondo Bidebent, Alisa è Valeria Tornatore, Normanno Didier Pieri. Il coro Ars Lyrica è preparato da Marco Bargagna.
Venerdì (22 febbraio) alle 18, nel ridotto del Teatro del Giglio, si terrà la presentazione dell’opera a cura di Alberto Mattioli, critico musicale de La Stampa (l’ingresso è libero e gratuito, fino a esaurimento posti). Biglietti da 15 a 50 euro in vendita alla biglietteria del Teatro del Giglio (0583.465320 – biglietteria@teatrodelgiglio.it) dal mercoledì al sabato con orario 10,30-13 e 15-18 e online su www.teatrodelgiglio.it.