Cardini inaugura l’anno accademico di Campus

19 febbraio 2019 | 11:57
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Cardini inaugura l’anno accademico di Campus
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Cardini inaugura l’anno accademico di Campus
Cardini inaugura l’anno accademico di Campus
Cardini inaugura l’anno accademico di Campus

Oltre 580 laureati in 16 anni di attività. Sono questi i numeri della Fondazione Campus che questa mattina (19 febbraio) in un auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca gremito in ogni ordine di posto ha celebrato l’inaugurazione del proprio anno accademico. Alla cerimonia erano presenti le maggiori autorità cittadine (tra cui il prefetto Maria Laura Simonetti, il comandante provinciale dei Carabiniari Giuseppe Arcidiacono e il questore Vito Montaruli) ed è stata data lettura anche di una lettera arrivata dal ministro dell’istruzione Marco Bussetti che ha lodato l’attività della scuola come una delle eccellenze a livello nazionale.
Nella sua prolusione invece, il professor Franco Cardini ha detto che i valori culturali a cui siamo abituati stanno attraversando un momento di crisi ma ha invitato a “non stracciarsi le vesti” e a trovare nuove forme per parlare di cultura.

250 studenti iscritti alla triennale, 51 alla magistrale; 587 laureati triennali e 177 magistrali dal 2003 ad oggi; e poi ancora le attività professionalizzanti come la scuola Made e gli istituti tecnici superiori in Hospitality e in Nautica. Sono questi in numeri dell’attività della Fondazione Campus di cui ha dato lettura questa mattina il presidente Salvatore Veca che, augurando un buon anno accademico agli studenti, ha sottolineato come il turismo rappresenti una “risorsa strategica per il nostro paese su cui costruire ricchezza e benessere”.
“Dobbiamo dire no all’elogio dell’ignoranza e alla revoca di fiducia nei confronti della competenza a cui oggi stiamo assistendo – ha aggiunto Veca – Abbiamo bisogno di qualificazione e professionalizzazione per valorizzare il grande passato di cui siamo immeritatamente eredi ma anche per costruire un futuro”.
Commentando poi le parole del ministro Bussetti che ha invitato ad esaltare l’identità italiana, Veca ha detto: “L’incontro con gli altri non è buonista. Non dobbiamo rinunciare alla nostra identità ma nemmeno alla conoscenza di altre culture che genera la possibilità di un reciproco arricchimento”.
Dopo Veca è stata la volta del sindaco Alessandro Tambellini che ha sottolineato l’importanza di avere operatori turistici altamente qualificati: “Nonostante il nostro enorme patrimonio – ha detto il primo cittadino – l’Italia non è il primo paese al mondo per quanto riguarda il turismo, questo ci deve far riflettere. Evidentemente non basta avere il Colosseo o le mura di Lucca per attrarre visitatori. Occorre creare una proposta turistica che sappia intercettare i desideri e i bisogni delle persone”.
Anche da Tambellini è arrivata poi una suggestione su cultura e identità: “Non c’è identità se non c’è cultura e la cultura è anche momento di incontro. O pensiamo che la nostra identità culturale sia superiore alle altre e ci chiudiamo in noi stessi oppure ci apriamo per ottenere uno scambio e arricchimento reciproco. I valori della cultura si esprimono attraverso il bello. Il mio auspicio è che questo sia l’elemento che ci guiderà sia nel presente che negli anni che verranno”.
“La Fondazione Campus si confronta con uno dei comparti più complessi e ne fa una scienza – ha detto invece il presidente della Fondazione lucchese per l’alta formazione e la ricerca Marcello Bertocchini – È un settore in continua evoluzione dove trovano spazio la creatività, l’intraprendenza e la capacità di adattamento e dove, nonostante la crisi, ci sono opportunità non indifferenti”.
“La fondazione che presiedo – aggiunge Bertocchini – si muove lungo tre direttrici: il consolidamento dei corsi universitari, il sostegno alle numerose attività culturali organizzate nel corso dell’anno e la ristrutturazione e conservazione dei beni culturali presenti sul territorio. Attorno a queste pratiche può essere creato un nuovo senso condiviso di bene comune, affinché i cittadini siano i primi conservatori del patrimonio. In questo senso, serve una nuova alfabetizzazione culturale ed enti di eccellenza come il Campus servono a creare gli strumenti e il contesto adatto per questo”.
“La scienze del turismo sono per definizione una materia multidisciplinare – ha detto invece Marco Abate, prorettore alla didattica dell’Università di Pisa – Servono competenze economiche, informatiche ma anche umanistiche per capire il contesto in cui ci troviamo ad operare e valorizzarlo al meglio”.
È stata poi la volta di un’emozionatissima Greta Nicole Iuvara che si è laureata proprio giovedì scorso, concludendo il proprio percorso di studi: “Sono arrivata qui senza particolari aspettative – ha detto la neo dottoressa – ma ho scoperto un mondo meraviglioso che mi ha aiutato a crescere. Tre anni fa non avrei mai pensato che mi sarei trovata qui oggi. Quello che io e i miei colleghi abbiamo vissuto non è stato solo un corso di studi ma un vero e proprio percorso di crescita che ci ha lasciato un grande bagaglio di vita. Lo spirito che si è creato all’interno del Campus ci ha permesso di non essere semplici colleghi ma una grande famiglia. Faccio il mio in bocca al lupo agli studenti che iniziano quest’anno il loro percorso di studi, sperando che possano vivere un’esperianza bella come lo è stata per me”.
A conclusione dell’incontro ha preso la parola il professor Franco Cardini, storico specializzato nello studio del medioevo. Nella sua prolusione dal titolo Cultura come identità, cultura come rapporto, il professor Cardini ha sottolineato come i pilastri culturali che ci hanno accompagnato fina dalla Rivoluzione francese, oggi siano in forte crisi ma ha invitato a non piangersi addosso per questo: “Oggi viviamo un momento di grande transizione: nemmeno la seconda guerra mondiale aveva intaccato così in profondità la tradizione culturale europea. Se oggi parliamo a qualcuno del Mediterraneo come il ‘mare di Ulisse’ probabilmente non attiriamo la sua attenzione. Oggi alle persone interessano il cibo e le bevande. Beh, anche così si fa cultura, basti pensare alla tradizione millenaria che c’è dietro a un prodotto semplice come l’olio d’oliva. Oggi abbiamo riscoperto la bellezza di forme d’arte che fino a 10-15 anni fa erano considerate minori. Oggi i nostri parametri culturali sono sconvolti. Dobbiamo allora piangere sul ‘latte della cultura versato’? No, perché cultura vuol dire mettersi continuamente in discussione“.

Luca Dal Poggetto