La sostenibilità e l’impegno accademico

25 febbraio 2019 | 13:12
Share0
La sostenibilità e l’impegno accademico

Normalmente si misura la tenuta di un ponte a partire dalla solidità del suo pilastro più piccolo. La qualità umana di una società dovrebbe essere misurata a partire dalla qualità della vita dei più deboli tra i suoi membri. E poiché l’essenza di ogni morale è data dalla responsabilità nei confronti dell’umanità degli altri, questa è anche l’unità di misura degli standard morali di una società.

In questa frase del sociologo Zygmunt Bauman c’è l’essenza e la definizione del concetto di sostenibilità. Cosa vuole dire essere sostenibili? E come si può applicare questo concetto a una società? Le risposte sono più semplici di quanto si creda. Essere sostenibili del resto significa soltanto una cosa.
Pensare per tutti e non solo per sé stessi. Questo facile meccanismo se correttamente inserito in ogni contesto genererà soltanto dei comportamenti virtuosi. Al tempo stesso se ci chiediamo come la sostenibilità sia applicabile a una società… anche in questo caso la risposta – almeno sulla carta – è molto semplice ed è: attraverso lo studio e la ricerca, attraverso il metodo e la disciplina. In due parole, attraverso lo studio accademico.

In questo senso una virtuosa case history è rappresentata dall’ateneo romano Niccolò Cusano che parallelamente ai cicli di lezione sostiene da sempre progetti sociali di ampio respiro a livello internazionale (aiutando associazione come AMREF e AMKA, per esempio) ed è da sempre presente anche sul territorio italiano. Unicusano fa parte del consorzio ReLuis, che presta la sua opera alla Protezione civile in caso di emergenza (come avvenuto per il terremoto di Amatrice del 2016). L’ateneo inoltre cammina al fianco di varie associazioni e sostiene diversi progetti di ricerca (QT LUNGO in ambito medico) e di integrazione nel capo della dislessia.

Su questo tema Unicusano ha dedicato recentemente (lo scorso autunno ndr) una giornata in occasione della Settimana Nazionale della Dislessia. L’Ateneo ha così ospitato Jon Hird, professore dell’Università di Oxford che ha parlato di come valorizzare i punti di forza degli studenti nello studio delle lingue e della grammatica e Luisa Lopez, neurofisiologa dell’Istituto Litta, che ha affrontato il tema dell’importanza della motivazione nell’apprendimento con una relazione dal titolo Potrei ma non voglio. Come sviluppare un atteggiamento positivo. Entrambi i relatori hanno avuto modo di approfondire una riflessione sulla didattica inclusiva e innovativa.
La Settimana Nazionale della Dislessia, in concomitanza con la European Dyslexia Awareness Week, promossa dalla European Dyslexia Association è un momento culminante, dal punto di vista dell’informazione, per far conoscere i disturbi specifici di apprendimento (DSA) a tutta la popolazione. La terza edizione ha avuto come filo conduttore la sinergia tra i due elementi fondamentali nella visione dell’Associazione: il potenziale e la collaborazione.
“La Settimana Nazionale Dislessia ci permette ogni anno di dare un grande contributo all’informazione e alla formazione. L’edizione del 2017 ad esempio coinvolse 83 sezioni che realizzarono 330 eventi gratuiti, tra cui 35 laboratori, 42 incontri informativi, 38 incontri formativi, 22 testimonianze, 11 spettacoli teatrali o musical”. Con queste parole i promotori hanno sottolineato l’importanza di momenti divulgativi come quello avvenuto nell’aula magna dell’Ateneo romano.

In Italia vivono due milioni di cittadini dislessici e da vent’anni l’Associazione italiana dislessia difende i loro diritti promuovendo la ricerca scientifica e didattica, facendo formazione agli insegnanti, diffondendo una cultura positiva sulla dislessia in tutti gli ambiti della società civile.

Aprire un varco in una cortina di fumo. Parlare, far conoscere, ospitare, dialogare, capire. Non sono verbi a caso ma sono l’essenza di una università. Sono le azioni che ogni facoltà dovrebbe fare per garantire ai propri studenti la giusta apertura mentale e la migliore delle istruzioni possibili. Sono azioni queste che in un mondo sempre più complesso diventano necessarie e per l’appunto sostenibili.