Sintesi non è superficialità: il festival è iniziato

7 marzo 2019 | 18:27
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Sintesi non è superficialità: il festival è iniziato
Sintesi non è superficialità: il festival è iniziato
Sintesi non è superficialità: il festival è iniziato

La sintesi non toglie profondità e complessità a ciò che descrive. È con la forza di questa consapevolezza che si sono spalancate le porte questa sera (7 marzo) sul Festival della sintesi. Un’edizione rinnovata a partire dal nome, come ha spiegato il suo ideatore Alessandro Sesti: “Siamo passati da Dillo in sintesi a Festival della sintesi, scegliendo di semplificare, di asciugare ulteriormente utilizzando sì una parola usata e forse abusata, come festival, ma certo l’unica capace di esprimere la trasversalità dei nostri obiettivi”.

Insieme a Sesti al taglio del nastro, incalzati entrambi dal giornalista Lorenzo Bertolucci, il critico televisivo Giorgio Simonelli. “Questo è il festival italiano più bello e il più originale – ha esordito Simonelli – perché è l’unico che riesce a tenere insieme più linguaggi, senza divenire né monografico né generalista. Abbiamo un grande bisogno di sintesi, in quest’epoca fortemente analitica in cui si scompone e si frammenta senza riuscire più a ricomporre, dalle immagini al pensiero. Si pensi al calcio: un’azione viene vista e rivista nei suoi fotogrammi”. L’ambito calcistico diviene assist – è proprio il caso di dirlo – a Sesti per annunciare un ospite inusuale: il senatore Maurizio Gasparri: “Lo abbiamo voluto al nostro festival – ha detto Sesti – non come politico ma come uomo di radio: il lunedì mattina riesce a fare sintesi perfetta della domenica calcistica in rima, in soli 50 secondi, all’interno della trasmissione di RadioUno Un giorno da pecora“.

La sintesi dei contenuti del festival si riflette sul contenitore, la chiesa di San Cristoforo, che ha offerto la sua nudità all’allestimento di ben quattro esposizioni, che resteranno visitabili per tutta la durata del festival. Entrando, sulla sinistra, ci si imbatte nella pioppeta luminosa dell’architetto Mauro Lovi: nove tubi di policarbonato dipinti con pigmenti naturali, realizzati in collaborazione con Martinelli Luce, introducono all’esperienza spaziale del festival. Ed ecco che seguono 50 anni di storia del design internazionale nelle lampade prodotte da Martinelli Luce, dalla Serpente alla Cobra passando per l’intramontabile Pipistrello progettata da Gae Aulenti. La parete di destra, invece, espone le locandine originali di alcune pellicole di Hitchcock. Sul fondo, come contraltare al palco rialzato dove si alterneranno i dibattiti, i dettagli essenziali e le forme lineari dei volumi urbani fotografati da Luigi Casentini.

E si prevede già il sold out per il pomeriggio di domenica (10 marzo) quando sarà assegnato il premio Teledico in sintesi alla giornalista televisiva Franca Leosini. “La Leosini – ha evidenziato Simonelli, presidente della giuria – è un personaggio pop. Ne è prova anche che sia stata chiamata a interpretare se stessa, con grande ironia e garbo, nel film Come un gatto in tangenziale. All’apparenza è molto analitica ma se guardiamo al suo modo di lavorare, ci rendiamo conto che riesce in un’ora e mezza, il tempo di una puntata di Storie maledette, a sintetizzare mesi e mesi di studio di faldoni processuali. Il suo metodo è scrupoloso, non trascura alcun dettaglio eppure riesce a restituire storie complesse in poco tempo, centrando perfettamente le questioni che affronta. Ci sembrava appropriato – ha aggiunto Simonelli – premiare un lavoro così delicato: è un riconoscimento alla sintesi e alla brevità. La televisione degli ultimi vent’anni, per la cronaca nera, ha commesso immonde porcherie. Franca Leosini, invece, ha saputo fare audience seminando sapere civile, entrando dentro ai processi giudiziari con grande serietà”.

A salutare il pubblico presente all’inaugurazione del Festival – tra il quale sedeva il prefetto di Lucca, Maria Laura Simonetti e la dirigente dell’ufficio scolastico territoriale Donatella Buonriposi – anche l’assessore alla cultura del Comune di Lucca, Stefano Ragghianti: “Mi colpisce l’attenzione alla televisione che questo festival dedica, in un momento storico in cui non esistono più premi come quello alla regia televisiva, per esempio, e in cui tutto è a portata di smartphone. Significa affermare che la televisione, soprattutto quella generalista, può ancora svolgere una funzione comunicativa e forse anche educativa di grande impatto”. “Ringrazio il Comune di Lucca – ha detto ancora Sesti – per il sostegno al festival: basta scorrere il programma di questa edizione per rendersi conto che la città tutta si sta rendendo conto dell’originalità della nostra proposta”.

La chiesa di San Cristoforo, è noto, non si fa ricordare per essere particolarmente calda. Ma niente paura: l’associazione Dillo in sintesi ha pensato anche ai più freddolosi e lo ha fatto con l’ironia che contraddistingue il suo presidente, Alessandro Sesti: “Basterà chiedere una copertina in prestito: ne abbiamo fatte fare 50, morbide e caldissime, con tanto di logo del festival, per seguire gli appuntamenti in tutta comodità”. Per conoscere nel dettaglio il programma del festival, visitare il sito www.dilloinsintesi.it.

Elisa Tambellini