Officina Verzura, esordio ‘folle’ con Vittorio Sgarbi

1 aprile 2019 | 10:36
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Officina Verzura, esordio ‘folle’ con Vittorio Sgarbi
Officina Verzura, esordio ‘folle’ con Vittorio Sgarbi
Officina Verzura, esordio ‘folle’ con Vittorio Sgarbi
Officina Verzura, esordio ‘folle’ con Vittorio Sgarbi
Officina Verzura, esordio ‘folle’ con Vittorio Sgarbi
Officina Verzura, esordio ‘folle’ con Vittorio Sgarbi

Pizza di Gabriele Bonci, un bicchiere di vino e quattro chiacchiere con Vittorio Sgarbi aprono la scena dell’edizione zero di Officina Verzura. Sold-out ieri sera (31 marzo) per la prima delle tre serate a Spazio Salvetti, il laboratorio dell’artigiano-artista Andrea Salvetti, scomparso due anni fa e ora rappresentato dalla moglie, Patrizia Grotti. De La follia nell’arte ne parla appunto Vittorio Sgarbi, curatore del Museo della follia, ora in mostra a Lucca ma: “In cerca di una sede fissa”, dice, analizzando tutte le varie sfaccettature della follia nella figura dell’artista attraverso i suoi aspetti negativi e positivi, in riferimento anche alla sua esperienza personale di storico dell’arte che l’ha visto più volte protagonista a livello nazionale.

Il cibo si fonde con gli ospiti, per un ambiente informale e accogliente e, dopo l’apericena di benvenuto, in diretta streaming DìTv Lucca, i saluti di Patrizia Grotti, moglie di Andrea Salvetti: “Voglio ringraziare prima di tutto la mia famiglia che, dopo il lutto, mi ha dato una mano a ritrovare le forze per creare tutto questo e ricordare il grande lavoro di Andrea. Il laboratorio Salvetti sarà, in futuro, teatro di altre grandi iniziative”, dice Patrizia Grotti. A seguire l’intervento dell’assessore del Comune di Lucca, Stefano Ragghianti, che sottolinea l’importanza dell’arte e della condivisione per il territorio e, infine, l’intervento di Anna Morelli di Cook-Ink, rivista culinaria di rilievo internazionale che ricorda la figura di Andrea Salvetti: “Andrea era un mio amico, era aperto alla condivisione, al confronto e sono molto felice di poter omaggiare tutto il suo lavoro”. Mediatore della serata, Francesco Poggi, ex sindaco di Borgo a Mozzano e ideatore di Officina Verzura.
Perché Lucca? “Lucca è stata l’inizio della mia arte – dice Vittorio Sgarbi – a partire dalle letture di Mario Tobino che, originario di Viareggio, è stato un grande scrittore, poeta e psichiatra italiano. Mi ha da sempre affascinato questa sua vicinanza alla follia, alla malattia e la sua volontà di non lasciare mai sole queste personalità, in particolare il suo racconto di Maggiano. Da giovane venni poi a Lucca per vedere Ilaria del Carretto, che non è scultura bensì puro spirito e rimasi affascinato da questa magia senza fine che mi portò poi – conclude – a seguire questa mia passione per la storia dell’arte. Da giovane poi, salivo sempre sopra torre Guinigi. Lucca è quindi uno dei miei ricordi più importanti nonché principio di tutto quello che ho costruito”. Da Caravaggio, a Goya, a Van Gogh, Munch, Dix, Grosz, Bacon o Ligabue: “La visione sconvolgente della realtà rappresentata da questi artisti ha stravolto i canoni classici dell’espressione – dice Vittorio Sgarbi – Un folle non viene preso in considerazione dalla società ed è proprio nella sua solitudine che può permettersi di essere e di fare ciò che vuole, creando senza limiti e regole. Van Gogh non ebbe mai alcun successo da vivo, perché era considerato un matto senza rimedio: dipingeva per se stesso, per liberarsi della sua infelicità. In passato – continua Vittorio Sgarbi – ci sono anche stati artisti che hanno dato segni di alterazione esistenziale ma che poi sono stati ricondotti ad uno schema di normalità, penso a Borromini, Bassano, Torquato Tasso. La follia aumenta il valore delle opere e mi riferisco ancora una volta a Van Gogh, con i suoi effetti formidabili di forme e colori, segno di un’immaginazione fertile. L’arte per questi artisti è un po’ come un lampo di luce in una notte buia: se guardiamo le opere di Ligabue, vediamo che la pittura rappresenta per lui un momento di liberazione. Altri pittori sono stati considerati pazzi per aver sovvertito le regole, penso a Caravaggio e al suo difficile rapporto con il potere. La follia è dunque stata spesso una componente fondamentale delle più grandi opere d’arte o delle imprese considerate impossibili di alcuni dei più grandi artisti: la cupola del Brunelleschi si regge ancora da sola”. A conclusione della serata, Vittorio Sgarbi ha accolto la prop

                                                                                 osta di un grande urlo liberatorio, metafora di sfogo e di liberazione da regole, dilemmi e oppressioni.
Gli appuntamenti di Officina Verzura continueranno lunedi 15 aprile, con Fabrizio De Andrè, vent’annidalla sua morte, a cura di Andrea Scanzi (cucinano per gli ospiti Lorenzo Stefanini, Benedetto Rullo e Stefano Terigi del ristorante Il Giglio) e giovedi 18 aprile, con Se il destino spezza un’opera geniale, a cura di Giampiero Mughini (cucinano per gli ospiti Damiano Donati del ristorante Il Punto e Cristiano Tomei del ristorante L’Imbuto).
Ogni serata unisce al dibattito con l’ospite e all’esperienza del cibo, una diretta streaming, grazie a DìTv Lucca. Il progetto, in collaborazione con Creativa e la rivista Cook-ink, ha il patrocinio del Comune di Lucca, del Comune di Borgo a Mozzano e della libreria Ubik; tra i partner tecnici LuccaBioDinamica, San Bernardo, Bacci 1925, pizzeria Bonci, ristorante L’Imbuto, ristorante Il Giglio, Punto, officina del gusto, Mennucci, Naturanda, Brutòn. Sponsor sono invece sicetelecom.it, Imballcenter, Irio Bergamaschi arte e design, stabilimento balneare Moby Dick.

Rebecca Del Carlo