Brinzi fa rivivere sulla scena il prof partigiano Del Bianco

27 aprile 2019 | 12:18
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Brinzi fa rivivere sulla scena il prof partigiano Del Bianco

Sarà l’attore Marco Brinzi, con un monologo, a rievocare una figura rimasta scolpita nella storia contemporanea della città. Professore e partigiano, Carlo Del Bianco verrà ricordato lunedì (29 aprile), con un doppio spettacolo, la mattina per le scuole al Cred di via Sant’Andrea e la sera, alle 21, alla Casa del Boia per tutta la città.
L’appuntamento, a ingresso gratuito, sarà introdotto dal professore Luciano Luciani e rientra nel programma di iniziative LiberiTutti, promosso da Comune e Provincia di Lucca, Anpi, Istituto storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Lucca, Fiap e Atvl, per il 74esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo.

Carlo Del Bianco nasce a Lucca nel 1913, frequenta il liceo classico Machiavelli e risale proprio agli anni liceali la sua ostilità al regime fascista, condivisa con un gruppo di compagni di scuola e amici tra cui Nino Russo Perez, Arturo Paoli, Arrigo Giannini, Romeo Giovannini, Giulio Arrigo Benedetti e Guglielmo Petroni. Si laurea nel 1938 e ottiene diversi incarichi in alcune scuole lucchesi per poi approdare al liceo classico, dove ricopre la cattedra di storia e filosofia. Insieme ad altri amici crea un gruppo che spesso si ritrova a casa sua per discutere e riflettere sulle questioni di attualità e sul futuro e trasferisce così ai propri studenti l’amore per la libertà.
Il 26 luglio 1943 il giovane professore è tra gli organizzatori della manifestazione che percorre le vie della città per festeggiare la caduta del fascismo. Anello di congiunzione tra i vecchi e i nuovi antifascisti lucchesi, dopo l’8 settembre, Del Bianco sollecita i giovani di leva a organizzarsi per nascondere in Garfagnana le armi del distretto militare di Lucca. Il primo nucleo guidato dal docente antifascista muove da Lucca il 20 settembre e raggiunge Campaiana, sopra Corfino. Più tardi, rafforzato da altri giovani provenienti dal movimento studenti di Azione cattolica, di cui era responsabile don Arturo Paoli, arriva a contare 21 componenti: una piccola formazione partigiana, probabilmente la prima della provincia di Lucca. Intanto, la guardia nazionale repubblicana scopre l’esistenza della formazione, individua i nomi dei membri e inizia a interrogare e arrestare parenti e amici. All’interno del Cln si decide allora di allontanare da Lucca al più presto Carlo Del Bianco: Roberto Bartolozzi, operaio della Teti e partigiano comunista, destinato a cadere a sua volta nelle strade di Lucca alcuni mesi più tardi, lo accompagna a Firenze dove Del Bianco sale sul treno che deve portarlo a Venezia per incontrare il fidato amico e compagno di studi liceali Nino Russo Perez. Non lo trova e allora il docente lucchese riprende il treno per tornare indietro. Alla stazione di Padova irrompono nel vagone due Ss: temendo di essere scoperto, Del Bianco è costretto ad abbandonare il convoglio in corsa all’altezza di Rovigo. Un salto rovinoso che lo lascia gravemente ferito lungo i binari. Portato in ospedale, subisce l’amputazione di entrambe gli arti inferiori e muore alcuni giorni più tardi.
Una lapide lo ricorda, sulla parete della scalinata che porta al primo piano del Liceo classico di Lucca.
(Foto di Lorenzo Breschi)