Cinema, a Lucca un workshop col regista Peter Greenaway

8 maggio 2019 | 13:07
Share0
Cinema, a Lucca un workshop col regista Peter Greenaway

Si intitola Lucca Mortis ed è la nuova sceneggiatura di Peter Greenaway che sarà al centro di un percorso formativo ideato dal regista insieme a Lucca experientia artis, con la collaborazione del Lucca Film Festival – Europa Cinema. Dopo sei anni, grazie alla sinergia tra l’art director di Lea Domenico Raimondi e la regista Cristina Puccinelli, Greenaway torna a Lucca con un workshop residenziale rivolto a 20 creativi innamorati della settima arte.
Dal 24 al 30 giugno, sei giorni a stretto contatto con il regista londinese per studiare da vicino le fasi di lavoro che porteranno alla realizzazione del film: da una sceneggiatura che prende forma nei luoghi simbolo della città, che egli stesso definisce un vero “set naturale”, ai personaggi modellati su figure realmente vissute e sui protagonisti delle opere pucciniane. Il workshop non prevede solo attività di film-lab, ma anche momenti di convivialità per scoprire l’intima progettazione creativa del genio di Greenaway in una Lucca che fa da musa ispiratrice e set cinematografico denso di fascino e storia. I partecipanti alloggeranno nel centro storico tra l’Antica Residenza del Gallo e l’ex convento Convictus dove si svolgeranno tutte le attività.

L’idea di Lucca Mortis nasce nel 2013 come evoluzione dell’installazione di cinema architetturale The Towers/Lucca Hubris, ideata da Greenaway con le coreografie del danzatore e autore Roberto Castello e realizzata in Piazza San Francesco dal festival e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Peter Greenaway apre una serie di 6 workshop residenziali che avranno luogo durante l’estate 2019: cinema, scrittura, fotografia, bel canto, recitazione, paper art. Il progetto Lucca experientia artis è spazio di incontro per l’arte, la formazione e l’esperienza. Punta sul talento di ogni singola persona e si propone di sviluppare abilità, qualità e competenze, attraverso esperienze uniche e innovative grazie alla collaborazione attiva degli eventi culturali della città Lucca Comics & Games, PhotoluxFestival, Lucca Film Festival & Europa Cinema, Lucca Biennale.
Nella generale offerta di workshop online, masterclass in video, tutoring da cliccare, corsi digital e tour virtuali, Lucca experientia artis, diretta da Domenico Raimondi, ha scelto la realtà, l’incontro e soprattutto il confronto certa che la tecnica e la passione si possano davvero trasmettere attraverso l’esperienza comune: il dialogo, lo sporcarsi le mani, il mettersi in gioco. All’interno del Convictus, antico convento di clausura e oggi studentato nel centro storico di Lucca, i partecipanti al workshop Lucca mortis vivranno un’esperienza unica ed esclusiva insieme all’eclettico Peter Greenaway: uno sguardo, un consiglio, un sorriso, sperimentare l’arte e la vita. Insieme. Vivranno per un’intera settimana fianco a fianco con il regista, come un tempo capitava nelle botteghe d’arte, acquisendo tecniche e segreti, gustando l’amore per la propria passione attraverso il dialogo e il confronto, guardandosi negli occhi.
Peter Greenaway, regista, pittore e sceneggiatore è considerato come uno dei più significativi cineasti britannici contemporanei, occupando di diritto un posto centrale nel dibattito sul cinema d’autore. Dopo aver frequentato la Forest School di Londra, a dodici anni decide di diventare un pittore e si iscrive al Walthamstow College of Art. Si interessa non solo alle arti figurative, ma anche al cinema europeo, focalizzandosi principalmente sulle opere di Ingmar Bergman e della Nouvelle Vague francese, soprattutto quelle di Alain Resnais e Jean-Luc Godard. Influenzato dal Rinascimento e dalla pittura barocca e fiamminga, crea pellicole caratterizzate dal forte impatto visivo, che basano tutta la loro forza espressiva sulla composizione scenica e ogni piccolo dettaglio, l’illuminazione e i contrasti fra costume e nudità, architettura e natura, oggetti di scena e persone, piacere sessuale e dolorosa morte. La generale staticità delle inquadrature, l’utilizzo dello zoom, di movimenti di camera lenti, soprattutto lungo direzioni ortogonali alla macchina, la presenza delle tecniche del piano sequenza e della carrellata, usati per lunghe sequenze temporali, servono a focalizzare l’attenzione dello spettatore sulla complessità della costruzione scenica, sui dettagli e sul loro significato simbolico.
Gli anni Ottanta diedero la fama al regista grazie alle sue maggiori produzioni cinematografiche I misteri del giardino di Compton House (1982), Lo zoo di Venere (1985), Il ventre dell’architetto (1987), Giochi nell’acqua (1988), Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante (1989). Altri 28 film si susseguono negli anni da L’ultima tempesta (1991) a 8 donne e ½ (1999), da Nightwatching (2007) fino a Shchukin, Matisse, Dance and Music (2016) intervallati da spettacoli teatrali, installazioni digitali e multimediali, performance VJ, attività espositive e la pubblicazione di numerosi libri.