Compiti di realtà e didattica comuncativa, ok progetto al liceo Passaglia

Succede al liceo artistico musicale e in molte altre scuole, grazie ai finanziamenti del Programma operativo nazionale 2014/2020. I docenti presentano un progetto e, se è ben strutturato, ottengono i fondi per organizzare corsi pomeridiani mirati al recupero delle abilità di base (matematica, italiano e lingua straniera), quelle necessarie per procedere negli studi senza un continuo affanno. Cooperative learning, Role-playing, compiti di realtà, questi e molti altri, sono i metodi utilizzati dai docenti che cercano di risolvere i problemi di apprendimento dei loro studenti, anche di quelli più svantaggiati. Certo, non è facile in classi numerose e, magari, turbolente. Funziona molto meglio se si hanno piccoli gruppi, magari formati da studenti che, opportunamente motivati, capiscono di avere un’opportunità da non sprecare. Inoltre, i numeri ridotti consentono di sviluppare quei rapporti affettivo-relazionali fra insegnante e alunno che, spesso, sono un potente motore di apprendimento.
Al Passaglia si sono conclusi, con successo, cinque moduli (due per inglese, due per matematica e uno per italiano) che hanno coinvolto una quarantina di studenti del Biennio. Qual è stata la chiave del successo? Tutti i docenti hanno sollecitato la motivazione dei ragazzi, la loro curiosità verso la realtà che li circonda per organizzare, intorno a qualcosa di concreto, un percorso in cui i ragazzi si mettessero in gioco. La professoressa Spadaro ha chiesto ai corsisti: “Come si fa a fare un’intervista? Andiamo a chiederlo alla redazione di un giornale!”. Ospitati dal Tirreno, gli studenti hanno capito che, saper scrivere, può avere uno scopo pratico, può diventare un lavoro. E questo è successo anche visitando l’Accademia di Cinema di Lucca. Le regole per scrivere una buona intervista, un articolo di cronaca, una sceneggiatura hanno acquistato senso perché raccontate da attori significativi. I due moduli di Inglese, condotti da insegnanti madrelingua, hanno puntato al miglioramento dell’uso della lingua parlata. Lucca è diventata una città turistica, quindi un luogo ideale per mettere in situazione i ragazzi che, dopo opportuni focus in classe su cosa amano di Lucca, l’ hanno chiesto ai turisti. “Certo, è stato necessario lavorare sulle strutture morfo-sintattiche e sul lessico – sottolineano Fabio Bagnatori e Giulia Pellegrini, i tutor dei moduli – ma lo stimolo verso l’apprendimento era ben diverso”.
E a cosa può servire la matematica nella vita reale? Per esempio a calcolare gli sconti proposti sullo stesso articolo da due supermercati diversi, ma anche a molto altro. “Siamo riuscite a far capire ai ragazzi che l’algebra è uno strumento indispensabile anche per risolvere problemi in situazioni quotidiane e che le competenze matematiche possono risultare utili e divertenti nelle strategie di gioco. Rimangono delle incertezze, ma molte difficoltà sono state affrontate e risolte”, affermano Tiziana Martini e Rosa Patti che, insieme, hanno svolto i due moduli di matematica. Quindi , una delle chiavi del successo è stata di rispondere in modo concreto alla domanda che spesso fanno gli studenti: “Ma a cosa serve?”. “L’esperienza di quest’anno è stata positiva, come quella dell’anno scorso”, afferma soddisfatta la preside del Liceo artistico, professoressa Maria Pia Mencacci: “Non era scontato, perché le 30 ore previste sono molte in una scuola che ha già un pomeriggio di lezioni curricolari. Sicuramente i compiti di realtà, ambienti diversi e l’uso delle tecnologie digitali sono state un buon incentivo per gli studenti”.