Ventimila sotto le Mura per concerto di addio di Morricone






Dopo i minuti infiniti di applausi che due anni fa conclusero il concerto in piazza Napoleone, ecco che il mostro del pentagramma e padre delle colonne sonore del cinema internazionale è tornato a Lucca per chiudere la sua carriera di concerti dal vivo e per far battere ancora le mani e i cuori: la serata è stata infatti dedicata anche alle 32 vittime della strage di Viareggio, avvenuta dieci anni fa.
Emozionati e provenienti da ogni angolo d’Italia, nonostante i quasi 40 gradi e l’afa erano 20mila gli spettatori che hanno dato l’addio al maestro Ennio Morricone che ha scelto Lucca per concludere con un concerto mozzafiato la sua pluripremiata e lunghissima carriera.
Oltre alle terme di Caracalla di Roma e l’Arena di Verona, sono state infatti le Mura a far da cornice a uno dei concerti che faranno senza dubbio la storia, e non solo del Summer Festival: Io c’ero, infatti, è stato l’hashtag più gettonato tra il pubblico più social del campo Balilla, stremato dal caldo ma onorato di aver partecipato all’evento e aver visto il maestro esibirsi in pubblico per l’ultima volta.
Certe emozioni puoi soltanto provare ad accarezzarle con la mente, ma per comprenderle ti ci devi trovare. E chi, questa sera, era in mezzo ai 20mila che hanno assistito al concerto d’addio del maestro Ennio Morricone, di sensazioni dirompenti ne ha messe via parecchie. La prima è visiva ed al contempo quasi tattile: metti uno scenario incantevole – gli spalti delle mura di Lucca – e mischialo con migliaia di persone a cui brillano gli occhi, davanti ad un monumento d’uomo che, a novant’anni suonati, dirige ancora l’orchestra con la forza d’animo di un ragazzino. Poi c’è l’impatto più forte: quello con la musica. Le melodie immortali che risuonano, trasportate da una brezza leggera, diventano un balsamo che per un po’ lava via il rumore del mondo, trasportandoti in una sorta di dimensione parallela. La scaletta è volutamente suddivisa in sezioni pensate per riaprire cassetti della memoria storica collettiva. Si parte con il genere
epico storico, scandito dalle armonie senza tempo che provengono, tra le molte pellicole citate, da Gli intoccabili, La tenda rossa, Atame! e Nostromo. Il pubblico è già rapito e partecipa intervallando ogni performance con applausi scroscianti. Poi si passa alla seconda parte, quella dedicata alla modernità del mito nel cinema di Sergio Leone. Alzi la mano, anche tra i più giovani, chi non ha mai fischiettato le melodie che hanno fatto da colonna sonora a Il buono, il brutto e il cattivo. In questo secondo momento fortemente emotivo, perché rispolvera ricordi personali rievocando le atmosfere di film che hanno segnato un’epoca, c’è spazio e tempo anche per L’uomo dell’armonica, Il Gioco, L’ultima diligenza per Red Rock. Morricone si rivela una volta di più un esperto prestigiatore delle percezioni, trasformando Lucca, per qualche manciata di istanti, nel gigantesco set di un vecchio western. Chi pensa che sia finita qui non ha fatto i conti con la verve del maestro. E quindi via, dritti dentro la terza parte del concerto, tutta incentrata sul cinema dell’impegno. Un bicchiere di limonata ed un’omelette al Cafè Orquidea, nel bel mezzo della Lisbona salazarista, per scoprire che il dottor Pereira ha preso coraggio e si è ribellato all’apatia ed al regime. Un salto nell’America degli anni Venti, per ricordare che Sacco e Vanzetti sono stati ingiustamente condannati a morte. E poi Falls, Come in cielo così in terra e la potente Abolicao, tratta da Queimada, la pellicola manifesto della lotta al colonialismo diretta da Gillo Pontecorvo. Il finale ti passa altri pezzi di magia e Salvatore Di Vita sembra proprio lì, seduto sorridente accanto a te, mentre ascolta anche lui per l’ultima volta la commovente colonna sonora di Nuovo Cinema Paradiso. Così si srotola il sipario anche sulla tappa lucchese di The final concerts, il lungo viaggio partito a gennaio da Cracovia per fare tappa nelle maggiori città europee (Lucca era tra le poche elette in Italia, insieme a Roma e Mantova). Il maestro saluta e ringrazia il suo pubblico, ancora una volta: per lui è l’addio ai palcoscenici, ma la sua musica no. Quella continuerà a risuonare in eterno.
Tanti applausi, tanta emozione e anche tanti controlli: il camioncino delle bibite era infatti presidiato da agenti della Guardia di finanza pronti a multare i clienti senza scontrino. Pubblico tranquillo che ha fatto riposare anche gli operatori sanitari: i volontari delle associazioni del territorio sono stati attivi fin dalle prime ore di questo pomeriggio per prevenire i mancamenti dovuti al forte caldo, ma rispetto al numero degli spettatori non ci sono stati grandi problematiche.
Le foto di Andrea Simi
Giulia Prete
Paolo Lazzari